2896 Tobia Bassanelli:Nel programma di Prodi un assegno in bianco ai Parlamentari dell’estero.

20070227 22:28:00 webmaster

E qualcuno lo vuol stracciare

FRANCOFORTE – Prodi, il suo governo, la maggioranza che lo esprime e lo appoggia, ci riprovano. I commentatori politici ed i corrispondenti esteri da Roma non danno molta fiducia al questo secondo tentativo, nonostante i maggiori poteri riconosciuti dagli alleati al premier, il ricompattamento della maggioranza, l’impraticabilità per il momento di valide alternative. I numeri al Senato sono troppo ristretti per fugare un inevitabile sia pur moderato scetticismo.

Di fronte al rinvio del Governo Prodi alle Camere, le comunità all’estero riflettono la spaccatura del Paese: si va dal senso di sollievo e di fiducia di coloro che si ritrovano nell’attuale esecutivo, che può riprendere il suo cammino (voto al Senato permettendolo), a quanti sposano le tesi dell’opposizione su una crisi solo rimandata, e quindi restano in attesa del prossimo tonfo per chiudere la partita con le sinistre.
A prescindere dagli opposti auspici, la maggior novità per i residenti all’estero è indubbiamente la riga conclusiva del primo (sulla politica estera) dei 12 punti del nuovo sintetico programma di Prodi: “Una incisiva azione per il sostegno e la valorizzazione del patrimonio rappresentato dalle comunità italiane all’estero”.
Mai in un programma di Governo, per di più così sintetico come in questo, gli italiani all’estero hanno avuto tanta visibilità e peso politico. Il riconoscimento ufficiale e pubblico, che era mancato nove mesi va, arriva ora.
In ritardo? Certamente. Solo per accattivarsi il voto di Pallaro? E’ quanto sostengono le destre. Ognuno è libero da dare la valutazione che più gli conviene o che ritiene più plausibile. Sicuramente Prodi ha preso atto che i Parlamentari eletti all’estero contano più di quello che pensava e che il loro voto, anche numericamente, al Senato è determinante. Ne ha tratto – ed era ora – le conseguenze politiche. La valorizzazione delle comunità italiane nel mondo diventa un punto qualificante della sua politica estera e del rilancio dell’attività del governo, alla pari di tutti gli impegni internazionali sottoscritti dall’Italia.
Certo, la formulazione è generica; visto il contesto probabilmente non poteva essere diversamente. Meglio così. E’ come se tutti i partiti della coalizione avessero firmato un assegno in bianco, che ora tocca al mondo dell’emigrazione, attraverso i suoi rappresentanti parlamentari, riempire di contenuti precisi, come il miglioramento delle norme che regolano il voto all’estero, la riforma del Cgie, il funzionamento dei consolati, la promozione della cultura italiana nel mondo, e tutti gli altri temi a secondo delle priorità assegnate.
I Parlamentari dell’estero sono in fondo ancora in fase di rodaggio, ma sicuramente non sono così sprovveduti da non afferrare l’importanza di questa occasione, non sono così ingenui da lasciarsela sfuggire. Anche Pallaro e De Gregorio, che dicono di rappresentare gli interessi dei connazionali del mondo, dovrebbero pensarci due volte prima di strappare questo assegno in bianco. Se fosse una trappola – non lo crediamo, la coerenza ci sembra uno dei pregi migliori di Prodi -, ci saranno mille occasioni per saldare il conto. Perché non provare? Del resto i due erano partiti dando fiducia al Governo Prodi, un comportamento ora diverso sarebbe semplicemente strano e incomprensibile per la stragrande maggioranza di quanti all’estero stanno seguendo con passione le non facili vicende del Paese. Chiedere più stabilità – alludiamo ad una motivazione del no alla fiducia – senza contribuire a darla subito, almeno per permettere quella riforma del sistema elettorale che è alla radice dell’attuale precaria situazione, è una contraddizione evidente anche a chi di politica se ne intende poco.
La mano tesa di Prodi, la sua offerta, vista dal punto di vista degli interessi delle comunità all’estero, ci sembra una occasione unica, storica, che anche gli eletti esteri dell’opposizione – se Prodi ottiene la fiducia – farebbero bene nei successivi lavori parlamentari a non sottovalutare, o almeno a non tirarsi indietro nello stimolare i colleghi perché venga riempita di contenuti forti.

(Tobia Bassanelli- de.it.press, 27 febbraio)

 

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EmiNews 2007

 

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