2911 RAPANA' (CGIE Canada) REPLICA ALL'AMBASCIATORE GABRIELE SARDO

20070301 21:17:00 webmaster

Egregio Direttore,

A seguito della lettera dell’Ambasciatore Gabriele Sardo, pubblicata sul Suo Giornale, dal titolo "Mettiamo fine ad una polemica poco costruttiva" desidero replicare, non tanto per confutarne il contenuto e la rappresentazione errata
dei fatti, ma solo per chiarire alcune punti che mi sembrano essenziali per far comprendere ai lettori del Suo Giornale la vera portata di questo contrasto tra l’Ambasciatore e una parte consistente della comunità italiana.

Sono d’accordo con quegli amici (e spero che non diventino ex amici solo perchè continuo a non essere d’accordo con loro) che chiedono un salto di qualità del dibattito, uscendo da sterili contrapposizioni e tentando
innanzitutto di capire i termini delle questioni che dibattiamo in Canada e individuare i punti di unione e quelli di differenza. Debbo dire, in tutta onestà, che non mi pare in questo senso particolarmente opportuna, né
particolarmente adeguata, per alcuni contenuti e per la forma, al "rango" dell’estensore la lettera dell’Ambasciatore Sardo. Ma per quanto mi riguarda,
voglio andare oltre e rinnovo la mia piena disponibilità alla collaborazione.
Collaborazione peraltro istituzionalmente dovuta da parte di chi, pur nella ovvia distinzione di ruoli, ha deciso di assumere ai diversi livelli delle responsabilità nei confronti delle nostre collettività. Vediamo dunque quali
sono i punti di distinzione che hanno animato il confronto, tenterò di focalizzarli al fine di comprendersi meglio. Ne elenco per brevità tre : la valutazione sull’azione di governo; il rapporto tra istituzioni e rappresentanze diplomatiche; scuole o corsi di italiano nel sistema canadese.
Rispetto al primo punto esprimo, al contrario di altri che legittimamente si sono dichiarati insoddisfatti, il pieno apprezzamento per un’azione di governo
che, dalla finanziaria alla riorganizzazione della rete consolare, dalla
riapertura della cittadinanza, all’informazione e qant’altro, in nove mesi ha
fatto concretamente più di ciò che è stato solo declamato nei cinque anni
precedenti. Potrò sbagliarmi, potrà essere l’affermazione di un esponente
politico, ma questo in tutta onestà io credo e sono disponibile al confronto
sui risultati effettivamente conseguiti. Per quanto riguarda il rapporto tra
istituzioni e rappresentanza diplomatica

(leggasi con l’Ambasciatore ) è mia convinzione che la collaborazione sia non
solo un dovere previsto per legge, ma una cosa produttiva per tutti, per noi e
per l’Ambasciatore certamente, e soprattutto per le nostre comunità. E questo
non c’entra niente con il voler entrare nel merito degli incontri personali o
delle decisioni soggettive di un Ambasciatore. Ma quando si discute di
istituzione di scuole, istituti o corsi di lingua italiana i soggetti
istituzionali interessati (Comites, CGIE, ecc. ) devono essere coinvolti. Non
perchè lo dica Giovanni Rapana’, ma perchè lo prescrive la legge italiana alla
quale tutti, sia l’Ambasciatore che il sottoscritto, che chiunque, dobbiamo
ispirare la nostra attività. Rispetto al terzo punto, credo che in prospettiva
sia quello più importante e delicato: io resto motivatamente contrario all’idea
di istituire una scuola italiana. Per diverse ragioni: rischierebbe di diventare
un ghetto; sarebbe vista con ostilità dalle autorità canadesi e quebecchesi che
stanno affrontando una non facile impresa di una società multiculturale e
multietnica. Resto invece molto favorevole all’ampliamento dell’italiano nel
curriculum scolastico delle scuole pubbliche e private del Canada e del Quebec,
soprattutto per i risultati assolutamente positivi che questa esperienza ha
prodotto. Devo dire, anche se a qualcuno non piace, grazie al lavoro del
Comites di Montreal e all’Ente gestore PICAI. Sono, come si vede, questioni di
sostanza quelle che stiamo affrontando e dibattendo. E come succede in
qualsiasi sistema democratico si può anche non essere d’accordo, ma importante
è l’onestà intellettuale del confronto. Peggio sarebbe mettere i problemi sotto
il tappeto.

Giovanni Rapanà
Consiglio Generale degli Italiani all’Estero
Vice-Segretario Generale per i Paesi Anglofoni Extraeuropei

 

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EmiNews 2007

 

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