2930 IMMIGRAZIONE: Il mondo delle assistenti familiari? Una giungla in cui vige il 'fai da te'

20070303 14:55:00 webmaster

La denuncia arriva dal convegno ”Quali politiche per il lavoro privato di cura” organizzato oggi a Milano da Progetto Equal, Caritas, Cgil Lombardia. ”Manca una politica nazionale sulla questione badanti”

MILANO – Il mondo delle assistenti familiari? Una giungla in cui vige il fai da te. Corsi di formazione, albi professionali, voucher, sportelli cerco-offro lavoro: ogni amministrazione sceglie a seconda del proprio budget. E la famiglia in cerca d’aiuto per accudire anziani e persone autosufficienti non può fare altro che adeguarsi. Questo è quanto è emerso dal convegno "Quali politiche per il lavoro privato di cura" organizzato oggi a Milano da Progetto Equal, Caritas, Cgil Lombardia.

"Il problema è sotto gli occhi di tutti: la frammentazione delle proposte danneggia le famiglie -denuncia Sergio Pasquinelli, coordinatore del Progetto Equal e ricercatore dell’Irs-. L’esigenza che emerge sempre più forte è quella di seguire politiche comuni su scala nazionale".

Lungo lo Stivale, ogni ente locale è un caso a sè. Se in Emilia Romagna la badante prima di entrare in servizio segue un iter preciso, con tatto di crediti formativi che le permettono di accedere ad altri profili professionali, fino a diventare un operatore socio-assistenziale, in Veneto le amministrazioni comunali offrono assegni di sostegno alle famiglie che necessitano di assistenza privata di cura. Ma anche tra un comune e l’altro ci sono differenze: qualcuno calcola l’ammontare dell’assegno in base al reddito della famiglia o al contratto della badante, altri in base al bisogno dell’assistito. Lo stesso avviene per l’iscrizione agli elenchi professionali: anche sul numero di ore di lezione da frequentare non sono tutti d’accordo. Per non parlare, poi, dell’eterna scelta tra pubblico e privato. "A noi si rivolgono molte famiglie che cercano garanzie morali rispetto alla persona da assumere -sottolinea Grazia Petrella, Area Lavoro della Caritas Ambrosiana-. La certificazione professionale però spetta al pubblico, noi invece possiamo continuare a occuparci dell’orientamento lavorativo ". Lo scorso anno lo Sportello Caritas che segue i primi passi di chi entra nel mercato del lavoro ha accompagnato l’inserimento di 240 persone. Tra le proposte offerte alle badanti anche i colloqui in cui valorizzare le proprie competenze, professionali e umane. Un carta in più a giocare nella ricerca di un’occupazione.

Le carenze più frequenti si registrano in materia di formazione, soprattutto tra le badanti conviventi. "Hanno poco tempo e, specie quelli originarie dell’Est Europa, non vogliono investirlo nella formazione -spiega Sergio Pasquinelli, coordinatore di Equal-: in fondo il loro progetto migratorio è di breve durata e dopo pochi anni tornano a casa: la carriera ha poca importanza". Eppure l’esigenza di avere a fianco persone competenti preparate è forte. "Sembrerà una provocazione, ma il Governo dovrebbe pensare a una vera e propria filiera delle badanti, con un iter fissato una volta per tutte", suggerisce il ricercatore. In Italia sono 600 mila circa le assistenti familiari, regolari e non. La richiesta delle loro prestazioni è in costante aumento. Un dato che indica un nuova tendenza delle famiglie che si rivolgono meno alle case di cura e riposo. Un po’ per affetto, un po’ per risparmiare. "Occorre sostenere a livello economico questa scelta -dice Ramona Campari, di Filcams Cgil-. I costi del pubblico sono alle stelle e poi tener accanto a sè i propri cari ammalati o anziani è un bel segno di attenzione alle fasce più deboli". (eps)

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EmiNews 2007

 

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