2923 IMMIGRAZIONE:Le ragazze sognano di diventare medico, i ragazzi calciatori

20070302 12:45:00 webmaster

Sono gli stranieri di ”seconda generazione”
Erano 6.000 i nati nel 1992, 51 mila (+8,5%) nel 2005; i ricongiungimenti sono passati da 3.000 del 1982 a 40 mila nel 2006. In loro c’è voglia di mobilità sociale e di ”riscatto”. Indagine in 48 provincia italiane

PADOVA – Raggiungono i loro genitori grazie ai ricongiungimenti familiari. Oppure nascono qui in Italia, cittadini a tutti gli effetti. Sono gli stranieri della "seconda generazione”, i bambini, gli alunni che sempre di più frequentano le nostre scuole. L"integrazione, quella vera, quella con la "i” maiuscola, passa per le loro mani.

Sono tanti e sono in aumento. I numeri, che dimostrano trend di crescita costanti negli ultimi anni, sono desumibili dalla prima indagine nazionale sulle seconde generazioni, che sarà presentata sabato 3 marzo nell’aula Nievo di Palazzo del Bo a Padova nel corso di un convegno, realizzato con il patrocinio di Regione Veneto, Ufficio Scolastico Regionale, Provincia Padova, Comune Padova, Comitato di Gestione. La ricerca è stata condotta a opera del Dipartimento di scienze statistiche dell’ateneo veneto, che ha seguito lo studio commissionato per il Veneto dal Centro servizi per il volontariato di Padova. L’indagine è stata coordinata a livello nazionale dal docente Gianpiero Dalla Zuanna, supportato da numerosi ricercatori provenienti da diverse università italiane e dalla Fondazione Ismu – Iniziative e studi della multietnicità di Milano (i coordinatori locali Oliviero Casacchia e Luisa Natale per il Lazio, Patrizia Farina e Laura Terzera per la Lombardia e la Toscana, Anna Marsden ancora per la Toscana, Anna Paterno per la Puglia, Salvatore Strozza per la Campania, Carmelo Crisafulli per Calabria e Sicilia e infine Terenzio Fava per le Marche). Sono state coinvolte in totale 48 province in cui sono presenti scuole con una presenza significativa di immigrati, maggiore del 10% al nord, del 3% al sud. Nel complesso sono stati sottoposti i questionari a 10.000 italiani e altrettanti stranieri. Obiettivo dello studio è prioritariamente quello di conoscere e analizzare una realtà in crescita, che porta con sé diverse problematiche legate all’integrazione. Ma soprattutto, la possibilità di dare a chi lavora sul campo elementi per attuare politiche per facilitare il processo di integrazione

Generazione ”1,75” – Secondo la ricerca, le seconde generazioni sono distinguibili in grandi categorie: quella definita “generazione 2”, che consiste nei figli di stranieri, nati in Italia; la "generazione 1,75", in cui rientrano i bambini 0-5 anni che emigrano in età prescolare e svolgono di fatto tutto il processo scolastico qui in Italia. Emigrano dal paese di origine tra i 13 e i 17 anni, invece, i ragzzini della ”generazione 1,25”.

Un fenomeno in crescita – È guardando i dati di pochi anni fa e confrontandoli con quelli attuali che si nota la vera grandezza del fenomeno: se nel 1997 i minori iscritti all’anagrafe erano 125.000, nel 2006 la quota è stata di 600.000 registrazioni. Ancora: i nati in Italia nel 1992 erano 6.000, saliti a quota 51.000 (+8,5%) nel 2005. I ricongiungimenti da 3.000 del 1982 sono diventati 40.000 nel 2006. Infine, in totale gli alunni con cittadinanza italiana nell’anno scolastico 2006/2007 sono stati stimati in 500.000. Le principali nazionalità? Albania, Marocco, Cina, Romania. L’indagine ha cercato di focalizzare la percezione che i bambini stranieri hanno del loro vivere in Italia, della loro condizione sociale, delle loro ambizioni. Ad esempio, la “percezione della ricchezza” e dell’agiatezza è sentita dal 29,9% degli alunni stranieri intervistati, contro il 35,6% degli italiani. Passando dalla “percezione” alla “concretezza” si registra il possesso di una casa di proprietà per il 77,3% degli italiani, molto distante dal 29,9% degli stranieri.

Voglia ”di riscatto” – Basilare è l’aspetto scolastico, la voglia di mobilità sociale, il desiderio di raggiungere obiettivi lavorativi e di “riscatto”. Ed è a queste voci che è riservata ampia parte della ricerca. Dall’analisi dei questionari si legge che pochi alunni stranieri pensano di interrompere gli studi, preferendo invece portare avanti il proprio percorso scolastico. Ma una volta superato lo scoglio della licenza media, che comunque resta per molti un vero e proprio scoglio, si preferisce in larga parte l’opzione degli istituti tecnico-professionali. Il liceo, scientifico o classico che sia, non viene scelto, con ogni probabilità perché presuppone un’ulteriore prosecuzione del curriculum scolastico fino all’approdo all’Università, vista ancora come irraggiungibile. Nessuna differenza con gli italiani sul fronte della differenza di genere: le alunne si confermano, rispetto ai compagni maschi, più diligenti e soprattutto più ambiziose. Esiste una forte specializzazione di genere e le ragazze si confermano più portate verso lavori intellettuali. Il sogno di diventare medico per le ragazze straniere, parrucchiera per le coetanee italiane, mentre il miraggio di una vita da calciatore accumuna i ragazzi di tutto il mondo. Sugli studenti, c’è da dire, pesa spesso il ruolo dei genitori, che vedono nei figli la loro possibilità di riscatto personale. Un quadro che, comunque, è comune anche a molti italiani. A maggior ragione per gli stranieri la domanda di mobilità sociale è intensa, soprattutto per coloro che provengono da famiglie di operai. Ancora: sul fronte della scuola va segnalata l’importanza dell’apprendimento della lingua italiana e la capacità da parte di insegnanti e insegnati di arrivare a una formazione adeguata. Arriva intorno al 70% la comprensione a buoni livelli della nostra lingua.

Tv e videogiochi anche per i bambini stranieri – Uscendo dai cancelli delle scuole si entra nella società, quella fatta di televisione, di videogame e di partite a pallone (poche). È in questo ambito che vivono i bambini che sono la nuova generazione di un’Italia sempre più multietnica e multirazziale. Fuori e dentro le classi c’è il rapporto con gli altri ragazzi, la cui vicinanza aumenta con l’aumentare della permanenza dello straniero in Italia. Ma se le amicizie con gli italiani aumentano, c’è di buono che non diminuiscono quelle con gli altri bambini stranieri. Si crea sempre di più, in sostanza, quel melting pot che rappresenta il futuro anche della nostra società. Quanto alla croce e delizia della nostra Italia, la tecnologia, va detto che su questo le generazioni, indipendentemente dalla provenienza, si appiattiscono abbastanza. Il tempo trascorso davanti a televisione e videogiochi aumenta se gli alunni sono in Italia da 10 anni o più. Come a dire, assorbono i pregi, ma anche i difetti, di questa società. E anche sul fronte dei giochi di squadra, quelli sani e fatti all’aperto come un tempo, c’è maggior coinvolgimento se il bimbo straniero ha acquisito una certa dose di anni in terra italiana. C’è quindi da pensare che più passerà il tempo, più ci si potrà avvicinare a una reale integrazione.

(Giorgia Gay – Redattore Sociale/Eminotizie)

 

2923-immigrazionele-ragazze-sognano-di-diventare-medico-i-ragazzi-calciatori

3698

EmiNews 2007

 

Views: 1

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.