2953 STOP AL VOTO DEGLI ITALIANI IN CANADA: A COLLOQUIO CON L'ON. BUCCHINO (UNIONE)

20070309 10:15:00 webmaster

"LA POSIZIONE DEL GOVERNO DI OTTAWA NON È UNA NOVITÀ MA LA PARTITA È ANCORA APERTA"

ROMA aiseEminotizie – Un po’ se lo aspettava l’on. Gino Bucchino che il Governo cadanese tornasse sui propri passi, "ma la partita non è ancora chiusa". Lo abbiamo contattato telefonicamente, non appena sbarcato dall’aereo che lo ha riportato ieri sera a Toronto e la sua reazione alle notizie, non ufficiali, trapelate dalla stampa italocandese, non lo ha trovato sorpreso più di tanto.

"In parte me lo aspettavo e per una fondamentale ragione", ci ha spiegato: "il governo precedente, quando ha concesso il diritto di voto, lo ha fatto all’ultimo momento, in zona Cesarini, sotto la spinta probabilmente di una necessità interna elettorale, perché l’allora Ministro degli Esteri, liberale, pensava che l’elettorato italiano come sempre fosse liberale e che, se non avesse accondisceso a questa richiesta, avrebbe potuto avere delle ricadute negative sulle elezioni. Poi gli è andata male lo stesso, perché ha perduto il seggio ed hanno perduto anche i liberali".
"Ma in realtà già allora", ha proseguito Bucchino, "non c’era un grande desiderio del governo liberale di farci votare".
"Ovviamente il Canada è sovrano e la stessa legge italiana prevede che ci sia la firma di un accordo bilaterale" che consenta agli italiani all’estero di eleggere i propri parlamentari, perché "il voto non si può certo imporre".
Per la verità, ha precisato l’on. Bucchino, il governo di Ottawa, "non è mai stato contrario all’elettorato attivo, vale a dire alla possibilità che gli italiani votassero sia per corrispondenza sia nei collegi". Piuttosto "erano molto perplessi sull’elettorato passivo e sulla eventualità di avere dei cittadini canadesi, o residenti in Canada, che potessero diventare parlamentari in uno Stato straniero. E ciò non tanto per un’avversione di natura filosofica, politica o ideologica, quanto per una preoccupazione che deriva dal sapere di vivere in un Paese, come il Canada, multietnico", nel quale convivono "numerose etnie da lungo tempo sedimentate e ben integrate come gli italiani", ma anche e soprattutto "etnie nuove che arrivano, tantissime, dall’India o dalla Cina".
C’è dunque sempre stato "il timore che il dire sì all’Italia avrebbe potuto innescare una serie di richieste da parte di altri Paesi. E ciò evidentemente sta accadendo", visto quanto emrso oggi sulla stampa.
Ma il deputato eletto in Canada non è pessimista, anzi. "Non è che i giochi sono chiusi, un momento", spiega. "Tante questioni si possono riaprire", a partire dalla legge ordinaria italiana, che può essere modificata, determinando, ad esempio, un voto per collegi. "Perché una cosa è la riforma costituzionale che dice che gli italiani all’estero in loco hanno diritto di votare, ma le questioni che riguardano l’essere eletti o come votare rientrano nella sfera della legge ordinaria, che il parlamento la può modificare. E la modificherà, perché l’esperienza passata è una tragedia, come tutti quanti sanno".
"Casomai", sottolinea Bucchino, "non vorrei che l’Italia avesse un ripensamento generale e che, trovandosi nella incapacità di fare una legge adeguata per fare votare gli italiani all’estero, sospendesse o inventasse qualche meccanismo per mettere tutto quanto nel cassetto". D’altra parte, "in parlamento siamo tuttora visti come dei marziani" e tante, ricorda Bucchino, sono le dichiarazioni che in passato e ancora oggi manifestano la contrarietà di buona parte del mondo politico italiano al voto all’estero. Attenzione, dunque. "Potrebbero esserci delle sorprese molto più serie e preoccupanti di quelle che possono venire dal singolo Paese, il Canada".
E se pure il Canada non concedesse l’autorizzazione al voto, per l’on. Bucchino non sarebbe un problema. "La circoscrizione è grande, abbiamo altri candidati e quindi i canadesi potrebbero votare per i candidati del Nord America e del Centro America, perché no?".
Intanto la diplomazia italiana si è subito attivata, anche se Gino Bucchino crede poco alla possibilità che il Canada torni sui propri passi. Si attendono gli sviluppi dei prossimi giorni. Senza dimenticare che "tra qualche mese si tornerà a votare in Canada, per cui ci sarà un nuovo Governo e sarà con quel governo che si dovrà eventualmente negoziare. Non è che si voterà domani, comunque sia, per cui", conclude serafico, "si può aspettare". (r.aronicaaiseEminotizie)

 

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EmiNews 2007

 

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