2960 PORDENONE, 25 MARZO 2007. XI VIA CRUCIS PER LA PACE

20070312 10:47:00 webmaster

11ª Via Crucis per la Pace Pordenone – Base Usaf di Aviano

Appello – Invito alla partecipazione
«LA GLORIA DI DIO E’ L’UOMO VIVENTE»

Domenica 25 marzo 2007 si terrà l’undicesima edizione della «Via Crucis per la Pace Pordenone – Base Usaf di Aviano». La locale Diocesi, Beati i Costruttori di Pace, Pax Christi, ACLI, Emergency ed altri vi invitano a partecipare. La partenza avverrà alle ore 14 dal sagrato della cattedrale di
San Marco, con il saluto e l’introduzione del Vescovo di Pordenone, mons. Ovidio Poletto, mentre l’arrivo al campo antistante la pista della Base Usaf è previsto intorno alle 18. Un bus-navetta sarà a disposizione per riportare
a Pordenone i manifestanti.

11ª Via Crucis per la Pace Pordenone – Base Usaf di Aviano

Domenica 25 marzo 2007 si terrà l’undicesima edizione della «Via Crucis per la Pace Pordenone – Base Usaf di Aviano». La locale Diocesi, Beati i Costruttori di Pace, Pax Christi, ACLI, Emergency ed altri vi invitano a partecipare. La partenza avverrà alle ore 14 dal sagrato della cattedrale di
San Marco, con il saluto e l’introduzione del Vescovo di Pordenone, mons. Ovidio Poletto, mentre l’arrivo al campo antistante la pista della Base Usaf è previsto intorno alle 18. Un bus-navetta sarà a disposizione per riportare
a Pordenone i manifestanti.

Appello – Invito alla partecipazione
«LA GLORIA DI DIO E’ L’UOMO VIVENTE»

L’undicesimo percorso della Via Crucis Pordenone-Base Usaf di Aviano
potrebbe sembrare un segno ripetitivo che si consuma in una ritualità
prevedibile, mentre i drammi della storia continuano. Per noi e per chi
accoglierà il nostro invito a parteciparvi, questo momento di riflessione e
di preghiera si propone di rimotivare la sensibilità, la spiritualità e
l’impegno per costruire con la nonviolenza attiva un mondo di giustizia, di
pace, di fraternità, mettendo sempre in primo piano lo stile e il tenore del
nostro modo di vivere.

Il riflettere e pregare in cammino verso la base Usaf di Aviano, emblema
dell’intreccio mondiale sempre più terribile e mortale fra i poteri forti
dell’economia e dell’uso delle armi, intende essere un segno, anche se
piccolo, del cammino che migliaia di comunità, bambini e bambine, giovani,
donne e uomini compiono ogni giorno nella resistenza, nella progettualità,
nella dedizione fino al dono della vita stessa. È il cammino degli
impoveriti, degli oppressi, delle vittime che diventano protagonisti di una
storia umana.

Vorremmo che questa Via Crucis sia un percorso di fede dentro la storia,
insieme a quel Dio che ascolta il grido dei poveri, prende a cuore la loro
condizione, li ama di un amore preferenziale per animarli nel cammino della
liberazione e della vita; insieme a quel Gesù di Nazaret che è venuto ad
annunciare e attuare la buona notizia per i poveri, a proclamare beati i
nonviolenti, e figli e figlie di Dio i costruttori di pace.

Non pretendiamo nessuna esclusiva nell’interpretazione del Vangelo, ma le
nostre coscienze sono persuase che non possa esserci sequela autentica di
Gesù di Nazaret se ai poveri non si riserva un amore preferenziale. Per
questo, attualizzando l’affermazione di s. Ireneo "la gloria di Dio è l’uomo
vivente", il vescovo martire Romero dice: "La gloria di Dio è che il povero
possa vivere".

La nostra spiritualità non può essere disincarnata dalla storia, non può
accontentarsi solo di una ritualità feriale o occasionale. Deve essere
invece la dedizione a spendersi per umanizzare la storia, perchè
appassionati dal Vangelo e dalle vicende delle persone e delle comunità. Se
la gloria di Dio è che il povero possa vivere, il disonore di Dio sono le
morti per fame, sete, violenze, guerre, discriminazione e sfruttamento,
distruzione dell’ambiente vitale…

Nella Chiesa, nelle diverse fedi religiose, nella politica, nella società si
denunciano troppo poco le armi come strumenti di morte nella loro
produzione, commercio, utilizzo. Accanto alla base di Aviano, ampliata ed
efficiente, piena di armi omicide di tutti i tipi, ora si vuole aggiungerne
un’altra a Vicenza. Dietro a una distorta idea di sicurezza che vuole
giustificare la potenza di queste installazioni, si nasconde solo la
prepotenza, la pretesa di assurgere a controllori del Pianeta
nell’accaparramento delle risorse e delle ricchezze, nella difesa di un
sistema di dominio, di oppressione, di privilegio e di consumo
disumanizzante e distruttivo; nella repressione dei movimenti popolari,
nelle guerre che in modo sempre più evidente sono irrazionali, omicide,
distruttive, strade senza ritorno.

La costruzione e il commercio delle armi sono invece un furto ai poveri e la
premessa della loro uccisione, perchè diventano il proficuo investimento di
pochi prendendo il posto di pozzi d’acqua, produzione degli alimenti
necessari per la vita: scuole, case, luoghi di lavoro, ospedali e
farmacie…

Preghiamo camminando su queste nostre strade per chiederci quanto siamo
stati noi per primi incoerenti e rassegnati se abbiamo permesso e
permettiamo di perpetuare un sistema di dominio, di oppressione, di
privilegio e di consumo che appare – e in modo particolare a chi prende
seriamente il Vangelo di Gesù di Nazaret – disumanizzante, perchè organizza
e gestisce la guerra, "avventura senza ritorno", e modo irrazionale e
distruttivo di gestire i conflitti che insorgono tra le nazioni.

Camminiamo convinti che al di fuori dei poveri non ci può essere salvezza
per l’umanità, nel senso che solo condividendo la loro sorte e vivendo con
loro il cammino della giustizia e della pace possiamo contribuire a rendere
più umana la storia
Camminiamo con tutte le comunità e i popoli del Pianeta, con le donne, gli
uomini, i bambini/e stranieri presenti fra di noi, costretti da condizioni
di vita ingiuste e precarie, da guerre, da violazione continua dei diritti
umani a partire dai loro paesi
Camminiamo con le persone che in questa società sono messe ai margini da
pregiudizi, meccanismi sociali, ortodossie religiose astratte, lontane dai
drammi e dalle speranze delle persone
Camminiamo in sintonia con il sogno di migliaia di comunità, di milioni di
persone di diverse ispirazioni, fedi religiose, percorsi storici, di un
mondo di convivenza fra le differenze
Camminiamo con le diverse spiritualità, emanazioni dell’unico Spirito, per
liberarci dall’ossessione dell’avere e del consumare, per riscoprire il
senso profondo della de-crescita e della semplice e festosa convivialità;
per risentire nel profondo l’importanza del silenzio, della contemplazione,
del dialogo cuore a cuore, dell’amore e dell’amicizia; per sperimentare la
relazione con tutti gli esseri viventi, l’intero creato.
Camminiamo in compagnia del viandante di Emmaus che ci conforta con la sua
presenza, la sua parola incoraggiante, il gesto eloquente dello spezzare il
pane della condivisione e della fraternità. Il cammino è il segno della
scelta da rinnovare quotidianamente, della nonviolenza attiva che costruisce
nuove relazioni fra le persone, con il denaro, con il potere, con la legge,
con le istituzioni, con la politica.
Al nostro camminare vogliamo aggiungere un gesto concreto di solidarietà:
troppe sono le popolazioni, i territori, le comunità travolte dalla
violenza, provate dalla tragedia della guerra che anche da Aviano è partita.
A queste comunità deve essere data la possibilità di ricostruire un tessuto
sociale ed economico fondato sulla solidarietà, sulla fratellanza, concreto
antidoto alla violenza, seme di pace.

Per questo, aderendo all’iniziativa della Chiesa in Concordia-Pordenone,
vogliamo partecipare al gemellaggio che unisce la Caritas diocesana alle
comunità di Vajevo (Serbia) contribuendo concretamente al progetto ‘donne
sole’ che punta a dare una autosufficienza economica a coloro che hanno
subito più di tutti le conseguenze della guerra, donne e bambini, attraverso
la costruzione di una esperienza lavorativa di tipo cooperativo e
socio/assistenziale. Camminiamo con fiducia ragionevole, con speranza
consapevole: non con l’entusiasmo facile di un momento e di una stagione; nè
con la stanchezza e l’avvilimento arrendevoli per mancanza di risultati
visibili e riscontrabili. La speranza è quella dimensione profonda che si
esprime contro ogni evidenza contraria; che si alimenta alla Parola del
Signore che non tradisce perchè resta fedele a se stesso; alle testimonianze
esemplari di tante donne e di tanti uomini; alla nostra interiorità. La
speranza si nutre nei frammenti di speranza già concretizzata… La nostra
Via Crucis è un segno di speranza che nutre la nostra speranza…

Per informazioni: – –

 

2960-pordenone-25-marzo-2007-xi-via-crucis-per-la-pace

3735

EmiNews 2007

 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.