2999 BRASILE: Aspettando Godot…

20070319 20:53:00 webmaster

di Bruna Peyrot

Godot in questo caso è il governo Lula del suo secondo mandato che non è mai stato presentato tutto in una volta. Lula ha scelto questo comportamento politico: cambiare i ministri poco per volta, e annunciare di volta in volta i nuovi nomi. Perché questo modi di procedere molto inusitato per un presidente della repubblica con poteri , appunto, presidenziali?
il primo motivo è che dietro questi annunci con il contagocce ci sono le trattative di Lula con gli alleati che se non sono proprio indispensabili per formare il governo certo lo sono per far funzionare il parlamento.

Lula non desidera più vivere l’empasse del suo precedente governo che non ha sempre trovato collaborazione, diciamo così, fra le forze parlamentari dove il Pt (Partido dos Trabalhadores) non era maggioritario. Anzi, dove si è trovato a dover affrontare gli scandali delle mensilità pagate a vari deputati affinché votassero a favore delle leggi proposte dal governo. Lula non vuole più avere ostacoli nel portare avanti il suo programma di riforme sociali e politiche, né il suo Pac (Plano de Aceleração do Crescimento – vedi Cartas n.20) che la ministra Dilma Rousseff della Casa Civil, rimasta in carica dal primo mandato sta discutendo e divulgando per tutto il paese.
Un secondo motivo per cui Lula "frena" la presentazione "globale" del suo nuovo governo può essere il fatto che egli vuole sottolineare la continuità del suo lavoro e dar maggior rilievo alla sua azione di presidente che a quella delle discussioni, non sempre amichevoli, fra partiti della base alleata in corsa per avere il posto da ministro. Lula ha stesso ha detto alla stampa che è cosciente di "mettere un freno" alla fretta generale. In portoghese brasiliano c’è una bella espressione usata da Lula stesso che come si sa usa spesso un linguaggio da narratore popolare: "tentei dar um cavalo de pau" che letteralmente significa la frenata che azzardati corridori fanno fare alla propria auto imponendo una virata su se stessa. E altre volte ancora dice: "E’ un problema mio, vado facendo nella misura in cui devo fare". Lula sempre di più, pur non disconoscendo la sua origine e la sua appartenenza al Pt, nello stesso tempo lancia segnali di essere qualcosa di diverso, al di sopra dei partiti che lo sostengono, uno che ha a cuore solo il benessere del suo paese.
Un terzo motivo può essere infine letto nel fatto che Lula certo contratta al meglio la presenza della base alleata nel governo, ma lo fa tenendo l’obiettivo del suo progetto sociale e politico di Brasile. Questo significa che i posti da ministro vanno scelti a uno a uno nella contrattazione che possiamo immaginare non sempre ispirata al fine ultimo del bene del popolo, ma anche i tecnici, i sottosegretari, i dirigenti… sono ruoli importanti che potranno oppure no far avanzare il Pac e le riforme. Lula anche qui è cauto: questa volta non vuol – anche non può – riempire i ministeri con personale in prevalenza proveniente dalle fila del Pt, vuole personale in nome della competenza tecnica. Per questo alcuni parlano già del suo secondo mandato di un "governo tecnico".
Chi sono allora, per ora, i ministri? I principali rimasti dal mandato precedente sono anche coloro che stanno ispirando la politica attuale di Lula: Dilma Roussef per la Casa Civil, Luiz Dulci per la Segreteria Speciale (quella che gestisce progetti come Fame Zero e altri di grande importanza nel sociale come Projovem ecc.), Tarso Genro alla Giustizia. Quest’ultimo è un ministero di grande prestigio in Brasile, paese che deve realizzarsi pienamente, come altri stati dell’America Latina, sul piano dello stato di diritto e della democrazia sostanziale. Luiz Dulci è di origine italiana,Tarso è il teorico della democrazia più conosciuto in Italia e in Europa, che frequenta con regolarità. Entrambi stanno sostenendo una riforma politica ispirata al parlamentarismo, in cui l’Italia è un punto di riferimento. Altri ministri "permanenti" fra il primo e il secondo mandato sono: Fernando Haddad all’Educazione, Patrus Ananias allo Sviluppo Sociale, Guido Mantega all’Industria e Marina Silva all’Ambiente. Alle Relazioni Istituzionali (con compito di articolare i rapporti con il Parlamento), ministero già occupato da Genro, accede ora Walfrido Mares Guia, un mineiro apprezzato per le sue doti di mediazione.
Le cose tuttavia potrebbero ancora cambiare, come si suol dire, in corso d’opera. Ma ciò che si percepisce nell’atmosfera sociale brasiliana è un interesse grande per le proposte di sviluppo economico del paese che non sono solo economiche in senso stretto ma integrate con altri aspetti (dalla ricerca di nuovi posti di lavoro alla cultura di un territorio, dalla compatibilità alla produttività). Vedremo se questa altra scommessa di un Brasile democratico darà nuovi frutti…

 

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EmiNews 2007

 

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