3021 Europa, il nostro comune futuro: A Berlino i 50 anni del Trattato

20070325 13:56:00 webmaster

Prodi: costruire l’Europa materiale
Il presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Poettering a Berlino per le celebrazioni dei 50 anni del Trattato di Roma

«Poiché noi sappiamo: l’Europa è il nostro comune futuro». Si conclude con queste parole, allo stesso semplici e solenni, la dichiarazione di Berlino, adottata dai Capi di Stato europei domenica 25 marzo, a cinquant’anni esatti dalla firme del Trattato di Roma che dette origine a quella che è oggi l’Unione di 27 Paesi, fino a pochi anni fa divisi e avversari. Nella dichiarazione un impegno a proseguire sulla strada comune e a riproporre entro il 2009 il percorso costituente, fermato dai referendum francese e olandese.

La dichiarazione chiude due giornate di celebrazioni berlinesi volute dalla cancelliere Angela Merkel, che ha ricordato come la sua vita sia in qualche modo un simbolo dell nuova Europa: «Sono cresciuta a est di Berlino, nella Ddr. Al momento della firma dei Trattati di Roma avevo tre anni. Avevo sette anni quando fu costruito il Muro di Berlino. Esso ha diviso anche la mia famiglia. Non avrei mai creduto di poter viaggiare liberamente in occidente prima di essere andata in pensione» ha detto la Merkel poco prima della lettura della dichiarazione. «Ma poi è caduto il Muro. Ed a quel punto ho fatto l’esperienza personalmente: nulla deve restare così come è ».

La dichiarazione è stata letta ai leader dei ventisette presenti alla solenne celebrazione e accolta da un applauso. Dopo la lettura della dichiarazione è eseguito l’inno alla gioia di Beethoven, l’inno dell’Unione europea, che il cancelliere tedesco ha ascoltato in piedi accanto al presidente francese Jacques Chirac, al suo ultimo vertice europeo.

I leader europei hanno tutti preso la parola. Per l’Italia è presente il presidente del Consiglio Romano Prodi. L’Unione europea è l’antidoto ai mali del vecchio continente, che nella prima metà del ‘900 rischiò di suicidarsi, ha detto il premier italiano. «Per me oggi, a 50 anni dai suoi natali a Roma, l’Unione europea rappresenta soprattutto l’antidoto ai mali d’Europa, ai nostri mali. Il riscatto e lo slancio d’orgoglio di un continente che nella prima metà del secolo scorso è stato sul punto di suicidarsi». «Confrontiamo parole terribili come razzismo, xenofobia, nazionalismo, fascismo e stalinismo con quelle che risuonano nell’Europa unita di oggi: pace, libertà, democrazia, diritto, rispetto della dignità umana, solidarietà», ha detto, «forse questo è un buon esempio per spiegare l’Europa, soprattutto ai più giovani, per raccontare loro cosa abbiamo fatto in 50 anni, per metterli in guardia sui pericoli di ricadute che purtroppo sono sempre possibili». Prodi ha quindi rievocato De Gasperi: «L’Europa nella sua parte immateriale, quella dei valori, già c’è. È l’Europa materiale che ancora occorre fabbricare».

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EmiNews 2007

 

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