3058 IMMIGRAZIONE: Pisa, più basso il livello di integrazione delle donne straniere rispetto agli uomini

20070401 15:27:00 redazione-IT

Ricerca di Centro nord-sud e Università: maggiori le difficoltà legate alla conoscenza della lingua, il 13,5% vive in una stanza o presso il datore di lavoro (10,4%), la quasi totalità degli uomini in appartamento

PISA – Disegnare il volto dell’immigrazione femminile: il Centro Nord Sud ha cercato di presentare la realtà che si muove nella provincia di Pisa attraverso il volume “Donne nella migrazione. Modelli di inserimento, percorsi associativi, storie di vita”, presentato ieri a Pisa presso la sede dell’Istituzione Centro Nord-Sud.

Il volume, a cura di Francesca Busato, Michela Casarosa e Nadia Levato – pubblicato nella collana “Quaderni Intercultura” del Centro Nord-Sud – offre un quadro dell’associazionismo femminile sul territorio e raccoglie testimonianze di donne provenienti da Bulgaria, Polonia, Albania, Romania, Russia, Ucraina e Marocco. Il cuore del volume presenta i risultati di una ricerca, svolta in collaborazione con l’Università di Pisa, orientata a misurare il livello di integrazione che le donne straniere hanno raggiunto nel territorio provinciale. La ricerca è partita da una lettura differenziata dei risultati della ricerca sull’immigrazione realizzata dal Nord-Sud nel 2005. Il campione di partenza era costituito da 455 persone straniere residenti in provincia di Pisa, di cui circa 166 donne (36,5%) e 288 uomini (63,5%). E’ emerso in linea generale dalle interviste che il livello di integrazione delle donne è mediamente più basso rispetto a quello degli uomini. Un valore ricavato dall’elaborazione di indici di valutazione che individuano l’integrazione lavorativa, economica, familiare, abitativa, relazionale della presenza immigrata. Il valore medio dell’indice totale di integrazione femminile risulta pari a 52,4, contro quello maschile di 53,8. L’immigrazione maschile arriva in gran parte dal continente africano (57,4%) mentre la maggior parte delle donne è originaria dell’Europa dell’Est e dell’area balcanica (51,8%).

Diverse le motivazioni alla base della scelta della migrazione: se per gli uomini prevalgono le ragioni economiche (65,5%), il 29% delle donne dichiara di emigrare per raggiungere i propri familiari, ma anche per il bisogno di rifarsi una vita dopo un insuccesso sentimentale o anche in vista di un matrimonio con un italiano. Sul fronte del lavoro prevalgono gli impieghi nei servizi domestici e in quello dell’assistenza domiciliare (colf e badanti). Il 50% delle donne dichiara tuttavia di non essere soddisfatta del proprio lavoro, contro il 33,6 % degli uomini. Diverso anche l’orario di lavoro, che nel caso delle colf e badanti supera le 12 ore al giorno. Le donne percepiscono meno le difficoltà connesse alla complicatezza delle procedure burocratiche, circa il 32% dichiara di avere incontrato delle difficoltà contro circa il 48% degli uomini. Le donne risultano invece più sensibili alla poca disponibilità degli operatori (30% contro circa il 22% degli uomini) e incontrano più difficoltà legate alla conoscenza della lingua italiana (circa il 28% delle donne contro circa il 15% degli uomini). Le donne sembrano avvertire maggiormente, rispetto agli uomini, l’esigenza di servizi legati al mantenimento della cultura di origine, come corsi di lingua madre per i figli nati in Italia, ristoranti e negozi etnici.

E ancora sono sempre le donne a segnalare tra i bisogni più importanti anche quello di poter usufruire della presenza di mediatori culturali o di interpreti presso gli uffici pubblici, di corsi di lingua italiana e di insegnanti di sostegno nelle scuole. Per quanto riguarda l’alloggio, gli uomini abitano per la quasi totalità in un appartamento o in una casa, le donne spesso vivono anche in una stanza (13,5%) o presso il datore di lavoro (10,4%). Basse per entrambi i sessi le quote di coloro che vivono in dormitori o in centri di accoglienza. La lettura per genere evidenzia poi, com’era prevedibile, una diversa gestione del tempo libero. A differenza degli uomini che passano più tempo con i connazionali (circa il 52% contro circa il 36% delle donne), le donne passano più tempo nella cura dei figli, dispongono quindi di minor tempo per lo svago. Leggono libri però più degli uomini, il 38,9% “spesso”, contro il 24,8% degli uomini. Le donne passano più tempo con la propria famiglia (circa il 38% contro circa il 24% degli uomini). Il senso di solitudine, e il timore di non essere comprese dagli altri è avvertito maggiormente dalle donne. Gli uomini sono coinvolti soprattutto dalla preoccupazione per la ricerca della casa (68,6% contro il 39,8% delle donne) e per il permesso di soggiorno (il 36,5% contro il 28,10% delle donne). (sm)

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EmiNews 2007

 

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