3055 Anche Rifondazione avrà la sua scissione

20070401 15:10:00 redazione-IT

Wanda Marra

«Il governo è un mezzo, non un fine». Lo dice a chiare lettere il segretario di Rifondazione, Franco Giordano. Ma è un concetto che viene ribadito più volte negli interventi dal palco di Marina di Carrara, dove si sta svolgendo la Conferenza di organizzazione del partito. Per ora non si tratta di un “avvertimento” a Prodi.. Ma la richiesta di «un salto di qualità sul tema della politica economica» Giordano la mette con forza sul tavolo. Insieme alla politica economica nelle riflessioni del segretario, anche uno sguardo al futuro del partito. Nel quale c’è a breve la Sinistra europea e anche la proposta di un Cantiere di tutta la sinistra.

Alla Conferenza intanto Salvatore Cannavò e Luigi Malabarba hanno annunciato che Sinistra critica, la minoranza cui appartiene anche Franco Turigliatto, non entrerà «nel cantiere della Rifondazione socialista».

Nel giorno in cui Epifani denuncia la mancanza di programmazione dell’esecutivo, Giordano, dandogli ragione, rilancia: «Serve un risarcimento sociale». E dunque, è necessario «destinare risorse fiscali per l’aumento dei salari, detassando gli incrementi nei contratti collettivi nazionali», «alzare le pensioni», «lottare contro la precarietà». Perché, spiega, va evitata «la contrapposizione tra quanti pensano che bisogna investire sulla crescita e coloro che credono si debba ridistribuire: è impossibile determinare un rilancio dell’economia se non si aumentano pensioni e salari». Giordano torna a chiedere che si dia attuazione al programma dell’Unione riguardo alla tassazione delle rendite, che va adeguata ai livelli europei: «Non ci può essere un rimpallo, che tira in ballo difficoltà tecniche. Il governo ci deve dire come fare». Parla anche del futuro del partito, Giordano. Il 16 e il 17 giugno nasce la Sinistra europea, la nuova soggettività politica alla quale Rc lavora dal 2001. Ma il segretario di Rc ribadisce anche la proposta del Cantiere, lanciata da Bertinotti, che non coincide con la Se, ma che dovrà essere un luogo aperto a tutte le forze della sinistra. Sorgono spontanee le questioni: in un futuro anche non immediato la Sinistra europea confluirà in questo Cantiere? E come si interseca con quello della sinistra Ds? Giordano non risponde direttamente. Anche se ribadisce la “massima apertura” da parte di Rc e Se a Mussi e ai suoi, se interessati a dar vita a una nuova soggettività politica. E poi, dice, le varie problematiche, come la collocazione europea (Rc siede nel Gue, la sinistra della Quercia guarda al Pse), si vedranno. Poi ci tiene a ribadire che non si va verso lo scioglimento di Rifondazione. Anzi, autonomia e simbologia ad oggi non sono in discussione. Come dire che Falce e martello non si toccano, nonostante le ipotesi che in senso contrario corrono per la platea.

Mentre Rifondazione va verso la Sinistra europea, e poi chissà, una componente del partito decide che non ci sarà. Arrivano in mattinata a Marina di Carrara, Cannavò e Malabarba. Convocano una conferenza stampa e si portano dietro un piccolo drappello, i cui componenti indossano provocatoriamente l’adesivo, «Siamo tutti/e Turigliatto. Io la guerra non la voto». Questo contrassegna anche una sedia vuota, quella appunto di Turigliatto, che espulso dal partito alla Conferenza non può partecipare. «Come Mussi non entrerà nel Pd, noi non entreremo nel cantiere della Rifondazione socialista. Non possiamo stare in un cantiere legato a una prospettiva di governo e a un rimescolamento di apparati», spiega Cannavò, la cui componente ha il 7,2% del partito. A chi gli chiede se c’è aria di scissione, Cannavò ribadisce che la questione non esiste, perché si tratta di non entrare nel nuovo soggetto politico. A questo punto lo scenario sembra un nuovo partito, che peschi a sinistra di Rc. Il 15 aprile Sc presenterà il suo Manifesto e discuterà del futuro con gli altri “radicali”, come i Cobas e Cremaschi della Fiom, Rossi, Bulgarelli e Casarini. E intanto, la ricaduta della situazione sul governo è diretta. Cannavò annuncia allo stesso tempo opposizione sociale nel paese e in Parlamento. E dunque, “appoggio esterno”: i parlamentari di Sc decideranno volta per volta. E che il preziosissimo voto di Turigliatto in Senato non sarà mai scontato per l’Unione, neanche in caso di fiducia.

 

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EmiNews 2007

 

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