3063 L'On.Marco Fedi su lingua italiana, cittadinanza, integrazione e riforme.

20070402 13:31:00 redazione-IT

“Il dibattito parlamentare sulla modifica all’articolo 12 della Costituzione ed il riconoscimento dell’italiano come lingua ufficiale della Repubblica, conclusosi in prima lettura alla Camera la settimana scorsa, ha mostrato quanto sia ancora lungo e tortuoso il percorso per arrivare a soluzioni condivise su materie che invece richiederebbero, necessariamente, ampie convergenze di idee, proposte e soluzioni” – ha sottolineato l’On. Marco Fedi.

“Sostenere che l’italiano è la lingua ufficiale della Repubblica è così ovvio e scontato che il dibattito parlamentare ha dovuto ruotare attorno alle molteplici questioni che si celavano dietro la riforma Costituzionale. Sono emersi nazionalismi, preoccupazioni per i dialetti e le lingue delle minoranze, appelli all’aumento dell’impegno verso la promozione e diffusione della lingua italiana nel mondo ed è emersa una preoccupazione – non certo ultima in importanza – che dietro questo riconoscimento si celino volontà politiche precise che cerchino di creare ostacoli alla concessione della cittadinanza jus soli. Sarebbe un grave errore. Un passo indietro nel percorso democratico e civile. Credo dovremo valutare nei prossimi mesi l’evoluzione della discussione facendo appello a tutte le forze politiche ed ai gruppi parlamentari affinché sulla cittadinanza si possa raggiungere un ampio accordo che introduca il principio dello jus soli, mantenga il principio dello jus sanguinis – che convivono in molte legislazioni sulla cittadinanza – riapra i termini per il riacquisto della cittadinanza, questione sentita dalle comunità italiane nel mondo, e leghi sempre più la cittadinanza al percorso d’integrazione, di cui non è inizio o conclusione. La cittadinanza è un momento importante. È il momento in cui formalmente ci si riconosce nei valori e nei principi fondamentali dello Stato e si partecipa in modo pieno alla vita politica e sociale di un Paese. Anche per queste ragioni le conoscenze linguistiche passano in secondo piano” – ha dichiarato Marco Fedi.
“Il primo passo verso la riforma della Costituzione ed il riconoscimento dell’italiano quale lingua ufficiale della Repubblica dovrebbe essere valutato per ciò che è: una proposta costituzionale che auspichiamo e sosteniamo, uno stimolo ad una maggiore diffusione della lingua e cultura italiane, nel pieno rispetto di altre lingue e altre culture. Non dovrebbe mai essere utilizzata come barriera all’integrazione dei migranti o come limite all’accesso alla cittadinanza italiana” – ha ribadito l’On. Marco Fedi.
“Nel contesto delle politiche dell’integrazione credo possa essere utile promuovere una discussione seria sul multiculturalismo, che non è unicamente il riconoscimento di “condizioni” culturali, linguistiche e sociali di carattere minoritario, già garantite dalla nostra Costituzione, ma la piena consapevolezza che la condizione essenziale per l’integrazione è il riconoscimento del valore delle altre lingue e culture, delle diversità, sempre però nella legalità e nel rispetto dei valori e dei principi costituzionali del Paese in cui si vive. Spesso della parola multiculturalismo si fa un uso assolutamente distorto” – ha ricordato l’On. Fedi.
“Per quanto riguarda la riforma elettorale, ed in particolare l’esercizio in loco del diritto di voto per gli italiani all’estero, credo si debba predisporre una proposta di riforma che mantenga saldi alcuni principi. La necessità, indipendentemente dalle modalità di voto, della correttezza dell’elenco degli aventi diritto. Una tempistica che consenta maggiori margini temporali per le operazioni di stampa, invio, voto e scrutinio. La trasparenza ed efficienza di tutte le operazioni, dalla stampa ed invio allo scrutinio. La partecipazione al voto del maggior numero possibile di aventi diritto, inclusi i temporaneamente all’estero. Sulle modalità di voto, sarebbe un errore rinunciare al voto per corrispondenza senza una discussione più ampia. Il definitivo superamento dei problemi legati all’anagrafe elettorale può avvenire, in maniera immediata, con l’iscrizione volontaria in un elenco degli elettori. Naturalmente su questi punti occorre un confronto con il Governo e tra le forze di maggioranza ed opposizione” – ha sollecitato l’On. Marco Fedi.

 

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EmiNews 2007

 

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