3091 Il Viceministro Danieli: "Basta con gli affitti inutili"

20070415 19:00:00 lagenteditalia

Danieli:” Basta con gli affitti inutili
Useremo il leasing per tutte le sedi
consolari italiane sparse nel mondo”

da La Gente d’Italia

Con la firma sul contratto di affitto per una nuova sede del Consolato italiano di Montevideo in Uruguay lo scorso mese, il viceministro Franco Danieli – spiega a La Gente d’Italia il quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia – aveva voluto " dare l’addio alla vecchia concezione ottocentesca per cui i consolati dovevano trovare sede in ville prestigiose". Ora l’ambizione è di fare un salto sul futuro. Si chiama leasing immobiliare e consentirebbe allo Stato di risparmiare un giorno i soldi degli affitti i per i consolati di tutto il mondo. "Stiamo lavorando con il Ministero dell’Economia e della Finanza per non buttare più soldi in affitti. Parliamo di molti soldi, perchè in alcuni paesi i costi di locazione sono piuttosto alti. Con il sistema del leasing potremmo nel giro di qualche anno diventare proprietari degli immobili e abbattere questa voce di spesa".
Insomma risparmiare ma anche, dice Danieli trovare "luoghi funzionali ed accessibili e ciò sia pensando a chi ci lavora, che agli utenti. Questo sforzo prosegue con il completamento della ristrutturazione della rete in Argentina e con l’avvio di procedure finalizzate ad una diversa collocazione delle attuali sedi consolari di Monaco di Baviera e Stoccarda". Della stessa matrice un altro progetto sul quale starebbe lavorando alla Farnesina quello sugli istituti di Cultura. Non tanto la dislocazione di essi nel mondo virtuale di second life, al quale hanno già pensato da soli dimostrando sensibilità per un crescente interesse alla comunità virtuale, ma la razionalizzazione delle loro sedi nel mondo reale. "Gli Istituti di Cultura rischiano frequentemente di vivere e operare in sedi inadeguate è opportuno invece che possano essere realmente presenti sul territorio. L’ipotesi concreta è utilizzare le sedi, o le ex sedi, di ritrovo delle comunità italiane nel mondo. Abbiamo luoghi straordinari, prestigiosi, vasti, affascinanti e centrali, luoghi creati, curati e tenuti vivi per decenni dalle nostre comunità e che magari oggi sono sottoutilizzati. Quello che ho in mente è un monitoraggio delle sedi che sono proprietà della comunità italiana e che sono sottoutilizzate. Vorrei che fossero valutate da un punto di vista tecnico e di modo da poter trasferire lì una parte della rete degli Istituti di Cultura. Ovviamente dove le condizioni fisiche di ubicazione e di sicurezza lo consentono".
A che pro, Vice Ministro?
"Otteremmo un risparmio economico. L’istituto darebbe un affitto, contenuto, alle comunità italiane proprietarie delle mura, che continuerebbero a svolgere lì le loro attività. Gli istituti troverebbero collocazione in questi luoghi che sono al novanta percento dei casi luoghi importanti e all’interno del tessuto urbano, creati anche cento anni fa, quindi nei cuori delle città, mentre oggi spesso gli istituti di cultura si trovano in zone lontane o diverse dai centri. Otterremmo anche il risultato di una presenza in un tessuto anche sociale, comunitario, vivo e partecipato. Questo è un segno di discontinuità rispetto alla passata gestione".
Novità anche sul piano sanitario . Recentemente sono stati stipulati contratti con le assicurazioni per la copertura di alcuni intereventi altre spese mediche per gli italiani di Colombia e Venezuela. E’ un provvedimento estendibile ad altre comunità italiane all’estero?
"Noi cerchiamo di passare da una forma di assistenzialismo vecchio stampo ad una forma più evoluta di sistema sociale e lo facciamo a partire da una condizione di disagio che coinvolge i nostri connazionali in America centro-meridionale dove ci sono sistemi sanitari precari. Chiaro che il problema non si pone per paesi come il Canada, l’Australia o la Francia dove la sanità funziona. Finora abbiamo fatto come prevede la legge, cioè delle gare. Sono arrivate alle Ambasciate delle offerte da parte delle compagnie assicurative che abbiamo valutato anche in base alle risorse economiche di cui disponiamo. Poi abbiamo stipulato le convenzioni. Le polizze, che non prevedono l’esclusione di patologie pregresse, né il pagamento del ticket per le visite mediche, includono il rimborso delle spese per i farmaci ed il trasporto da una città o da una regione ad un’altra.
Si tratta di un importante risultato, raggiunto grazie all’incremento – in sede di Finanziaria 2007 – del capitolo riservato all’assistenza diretta ai connazionali, il cui stanziamento è passato da 13 a 20 milioni di euro, con un aumento del 49%.
Si è fatto così in Colombia e in Venezuela ci stiamo lavorando in Brasile e Argentina".
A che punto sono i lavori in questi paesi?
"Siamo a quello che in gergo tecnico si chiama pre-istruttoria.In Brasile sono state fatte alcune analisi e sondate delle società assicurative. Due in particolare hanno risposto, ma attendiamo altri contatti nei prossimi giorni. In Argentina stiamo avviando lo stesso processo".
E gli ospedali italiani all’estero?
"Spesso sono italiani solo di nome. Sono strutture private costituite molti decenni fa dalle comunità. Ricevono sovvenzioni nel senso che più o meno ogni realtà ospedaliera ha avuto delle convenzioni stipulate dai Consolati per fornire prestazioni sanitarie, è una rete importante, ma non soddisfa pienamente la domanda delle comunità italiane che sono sparse su tutto il territorio. Chi si trova vicino a queste strutture ne può approfittare, ma il principio che seguiamo è dare la possibilità di curarsi a tutti. Gli ospedali concorreranno insieme agli altri alla fornitura di prestazioni".
In ultimo, Vice Ministro un accenno agli italiani all’estero più giovani, ai ricercatori, agli studenti. Nella sua recente missione a Londra ha detto di voler potenziare la rete telematica di scambio tra ricercatori all’estero. In che maniera?
"Ci stiamo lavorando con il sottosegretario all’Università Modica. Vogliamo creare una rete e non solo di ricercatori, una grande banca dati, accessibile a tutti. Uno strumento che troverà la sponda anche nella pubblicazione in Italia di una rivista periodica che consenta al mondo imprenditoriale italiano per conoscere il mondo della ricerca italiana nel mondo. Un orientamento che punta a creare conoscenza, network informazione, proprio per ottimizzare questa presenza tanto importante".

 

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EmiNews 2007

 

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