3088 MMIGRAZIONE:Squadre speciali europee per contrastare i clandestini alle frontiere

20070412 21:09:00 redazione-IT

Trovato l’accordo tra Consiglio Ue e Commissione libertà civili del Parlamento europeo, che voterà il documento alla prossima seduta plenaria. Tutti gli Stati membri contribuiranno finanziariamente e con propri uomini

BRUXELLES – Se la prossima assemblea plenaria del Parlamento europeo (26 aprile) dirà, come prevedibile, "sì”, già da quest’estate potranno essere dispiegate le prime squadre speciali europee Rabit, per un intervento rapido di supporto al controllo delle frontiere dei paesi europei in difficoltà con flussi eccezionali di immigrazione illegale.

Il compromesso fondamentale sul testo di prima lettura è stato trovato tra il Consiglio dei governi UE e la Commissione libertà civili dell’Europarlamento, che ha votato compattamente, con la sola esclusione del GUE (sinistra europea e verdi scandinavi) il rapporto elaborato dal liberale belga Gerard Deprez. Le squadre Rabit, secondo l’acronimo di “Rapid Border Intervention Teams”, saranno composte da personale specializzato proveniente da tutti i paesi UE, per un totale compreso tra 250 e 500 persone. L’impiego delle squadre sarà deciso insindacabilmente dall’agenzia Frontex su richiesta di un paese membro in difficoltà. Spetterà allora al direttore dell’agenzia con sede a Varsavia stabilire se il flusso di migranti denunciato rappresenta un’emergenza. Varrà quindi il principio della solidarietà obbligatoria, ovvero gli Stati non potranno opporsi al dispiegamento di forze qualora Frontex deliberi in questo senso, con una maggioranza di tre quarti del suo management board.

Uno dei punti più delicati del negoziato tra Consiglio e PE era costituito dallo sforzo in risorse umane e finanziare che gli Stati avrebbero dovuto sostenere. Come scritto sopra, ha prevalso per mano del Parlamento il principio della solidarietà obbligatoria: tutti gli Stati membri infatti contribuiranno finanziariamente e con propri uomini alla costituzione delle squadre, in modalità che dovranno essere comunicate a Frontex. Escluso dall’impiego di risorse umane il Lussemburgo, che conta solo una trentina di poliziotti di frontiera. Alcuni tra i ventisette governi (che dovrebbero ratificare la decisione del PE a giugno) non sono però contenti di questo obbligo, preferendo un impegno non vincolante. Ma Deprez afferma che “gli Stati non possono esimersi dal partecipare a un meccanismo di appoggio comunitario, e devono farlo automaticamente visto che si tratta delle frontiere comuni dell’UE”.

Un governo potrà tirarsi indietro solo se si trova ad affrontare un’emergenza analoga sul suo territorio, o se ospita eventi di grandi dimensioni come un’Olimpiade o un Expo. I governi continueranno poi a pagare gli stipendi ai propri poliziotti, mentre tutte le altre spese saranno coperte dall’agenzia di Varsavia. Il PE ha deciso a questo proposito di aumentarne il budget di 10 milioni. Sul terreno, le squadre di intervento rapido porteranno supporto tecnico e operativo, da svolgere sotto il comando di ufficiali del paese teatro delle operazioni: in sostanza, se l’emergenza riguarda Lampedusa, lungo le sue coste potremo trovare guardie di frontiera finlandesi o portoghesi con la loro divisa nazionale, a cui si aggiunge un braccialetto ‘europeo’, ma che seguiranno gli ordini delle forze di polizia italiane. Questi agenti avranno comunque “piena uguaglianza con gli agenti locali”, spiega Deprez: potranno portare armi ed usare la forza, “ma eserciteranno le loro funzioni e competenze sotto le istruzioni e, per regola generale, in presenza di agenti dello Stato membro che ha richiesto il loro intervento”.

Il PE ha poi inserito una clausola per fare rispettare la proporzionalità dell’intervento, per proteggere (almeno sulla carta) i migranti da ogni tipo di discriminazione: Deprez assicura che il lavoro verrà svolto “rispettando pienamente la dignità delle persone ed i diritti umani” e che “il compromesso finale prevede delle tutele sulla privacy ed il trattamento dei dati”. La proposta per la creazione di queste pattuglie speciali era stata chiesta dal Consiglio alla Commissione UE nel 2005, che è stata avanzata l’anno scorso per voce di Franco Frattini, commissario responsabile in materia. (matteo manzonetto)

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EmiNews 2007

 

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