3115 Approvata la riforma della Bossi-Fini. Ferrero:'Non è una legge ideologica'

20070424 15:13:00 redazione-IT

Amato: ”Impedisce di più l’immigrazione clandestina e tratta gli immigrati più umanamente una volta che sono in Italia”. Chiusi da subito alcuni Cpt

ROMA – “Non una ideologia che ne sostituisce un’altra ma la volontà di dotare l’Italia una legge in grado di gestire nella normalità un fenomeno storico, imparando dagli errori fatti”. Così il ministro per le Solidarietà Sociale Paolo Ferrero ha spiegato il senso del ddl di riforma della disciplina sull"immigrazione oggi varato dal Consiglio dei ministri, incontrando la stampa. La legge ha spiegato nasce dall’ascolto delle forze sociali che operano in questo ambito: non solo le associazioni umanitarie o di tutela, ma anche quelle sindacali e dei datori di lavoro nel tentativo di costruire una legge che risponda alle loro istanze e alle indicazioni.

Il provvedimento, ha spiegato, si basa su due pilastri: il primo punta non ad aumentare il numero di immigrati che entrano in Italia ma a valorizzare e rendere possibili i canali regolari a fronte di quelli della clandestinatà. La legge, ha sottolineato il ministro “oggi condanna alla irregorità”. Il secondo tiene conto del fatto che larga parte degli immigrati che vengono a lavorare in Italia voglio rimanerci: ecco perché al centro della nuova normativa c’è la capacità di lavorare all’inclusione cosciale che tradotto vuol dire accesso ai servizi e i diritti. “Non sono un favore che facciamo agli immigratori – ha commentato Ferrero – ma un bisogno, perché tutti viviamo sullo stesso territorio. Un lavoratore immigrato paga le tasse e quindi ha diretti ad accedere al welfare; non si capisce perché una parte di popolazione che pure lavora e paga le tasse non ha gli stessi diritti degli altri”.

Anticipa le critiche dell’opposizione il ministro dell’Interno Amato, soprattutto all’obiezione di voler aumentare il numero delle presenze. “Per mesi ho dovuto ribadire la scelta di voler accogliere oltre alle prime 175mila domande dei datori di lavori tutte le successive non era una sanatoria. Volutamente si è usato questo linguaggio, ma noi sostenevano che non c’era motivo di ritenere che le successive domande non fossero conforme alle regole, come le prime 175mila. Segnalo che a Milano e Roma le prefetture sono a metà del lavoro perché hanno 40 mila domande da gestire; Milano ne ha istruite 18 mila circa, di cui metà accolte e metà respinte. Questo in caso di sanatoria non succede.”

Entrando nel dettaglio dei provvedimenti il ministro Amato ha poi ricordato alcune delle novità, la prima riguarda la violazione delle norme. “L’immigrato – ha detto – non è un mafioso, non c’è un diritto criminale specifico dell’immigrato. La Bossi-Fini rifletteva una ideologia legata al contratto del soggiorno, frutto di una scelta sbagliata, e cioè vedeva nell’immigrato un potenziale nemico della legge con caratteristiche criminali specifiche. Noi i reati li abbiamo ricondotti alla disciplina del codice penale”. A giudicare sarà dunque il giudice ordinario e non il giudice di pace. Novità molto attesa quella che riguarda i minori stranieri non accompagnati: al compimento della maggiore età potranno ottenere la conversione del proprio permesso di soggiorno in altre tipologie, compresa quella per lavoro. Attualmente il permesso viene infatti concesso solo a quei minori che sono entrati in Italia prima del compimento dei 15 anni e che abbiano seguito un progetto di integrazione per 2 anni; chi invece è arrivato in Italia dopo i 15 anni, al compimento della maggiore età diventa irregolare, anche se ha seguito un percorso di integrazione scolastica, formativa e lavorativa. Una “assurdità a cui oggi sono assoggettati”, ha detto Amato; “quando sono maggiorenni rischiano più l’espulsione che l’integrazione a cui sono stati preparati”. Inoltre l’istituzione del ministero della solidarietà consente un rafforzamento della commissione dei minori che sarà uno “smistatore di criteri e principi che riguardano i minori”.

Novita anche sul fronte dei Cpt che nell’intento del legislatore dovrebbero divenire sempre più luoghi di accoglienza e verifica delle identità che avranno caratteristiche non detentive. La nuova legge prevede centri d’identificazione aperti, dove sia fissato “un congruo orario d’uscita”, per le famiglie e gli stranieri che collaborano e visite dei giornalisti e centri di trattenimento solo per chi è in attesa dell’espulsione o non vuole dichiarare la propria identità. “Rimangono – ha spiegato Amato – i Cpt esclusivamente per coloro che si sono sottratti all’identificazione e per chi è in transito fino al giorno dell’epulsione”. Centrale la necessità di identificazione obbligatoria in carcere per gli arrestati. “L’identificazione deve avvenire in carcere. I Cpt sono riempiti da chi esce dal carcere non identificato. La Bossi-Fini questo lo prevedeva già, ma non succede”. Amato ha anche annunciato che al di là dell’iter della legge saranno adottate subito due direttive. “Una che attuando le proposte della commissione De Mistura chiude alcune Cpt che sono di troppo e sottopone a verifica quelli che non sono chiusi. L’altra apre ad ulteriori visitatori compresa la stampa i centri, che però – ha specificato – non sono parchi pubblici, e quindi bisognerà chiedere al prefetto la visita e organizzarla”.

Ferrero ha poi sottolineato l’esigenza di modifica di procedure. “Molta parte dei disastri sono legati a norme legislative e procedure. Un esempio: la lavorazione delle domande dei datori dei lavoro dalla primavera dello scorso anno non è ancora finita. Un meccanismo burocratico che determina che dopo un anno i lavoratori non hanno risposta è un meccanismo che non funzione” Si punta dunque su snellimento delle procedure, “o si incentiva l’illegalità”. Tra le novità forse quella più attesa è la reintroduzione dello sponsor, figura già prevista dalla legge Turco-Napolitano e poi abolita dalla Bossi-Fini: potranno garantire per un immigrato privati, enti locali, sindacati e associazioni imprenditoriali, “con la costituzione di forme di garanzia patrimoniale a carico dell’ente o associazione richiedente”. Viene abolito il contratto di soggiorno, previsto dalla Bossi- Fini; l’ingresso in Italia per l’inserimento nel mercato del lavoro potrà avvenire, nell’ambito delle quote fissate, o iscrivendosi nelle liste di “collocamento” che saranno depositate presso i consolati e le sedi diplomatiche italiane o iscrivendosi alla banca dati che raccoglierà le domande e le offerte di lavoro. Il consiglio dei ministri ha dato invece uno stop alla possibilità di autosponsorizzazione per quei cittadini stranieri in possesso “di risorse finanziarie adeguate al periodo di permanenza sul territorio nazionale”, perchè, hanno spiegato i responsabili dei due discateri, ne sta già discutendo il parlamento. Forse potrebbe rimane per gli immigrati altamente specializzati.
Canali agevolati e semplificati, che passano anche attraverso un percorso di formazione, sono previsti ad esempio per infermieri, badanti e colf.

Il decreto flussi triennale subirà correzioni annuali a seconda della richiesta del mercato. Previsti tempi di soggiorni più lunghi per i non stagionali: si va da una durata di un anno per un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato di durata inferiore o pari a sei mesi, a due anni per un rapporto di lavoro superiore a sei mesi e a tre anni per un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o autonomo. In caso di chiusura del rapporto di lavoro, inoltre, agli immigrati saranno garantiti documenti regolari per un anno; questo permesso di soggiorno per attesa occupazione potrà essere rinnovato una sola volta. Altro stop stamani per la possibilità di entrare nelle forze armate o di accedere al lavoro pubblico, aspetti che saranno legati al diritto di cittadinanza. Alla richiesta di specificare in uno slogan le differenze con la Bossi-Fini Amato ha risposto: “E’ una legge che impedisce di più l’immigrazione clandestina e che tratta gli immigrati più umanamente una volta che sono in Italia”. Ora il discussione passa al Parlamento; la legge delega impegna il governo a varare la nuova normativa entro un anno dalla approvazione delle legge e i ministri auspicano chequesto possa avvenire entro il 2008. Data in cui dovranno essere anche reperite le risorse. Ma il cammino potrebbe non essere così facile. (cch)

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EmiNews 2007

 

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