3102 La spesa sociale? ''In Italia è al di sotto della media europea''

20070418 21:50:00 redazione-IT

Secondo il ministro Ferrero è necessario avviare un monitoraggio continuo della situazione sociale del paese e delle relative politiche che si dovranno avviare. E il ‘’tesoretto’’ sia utilizzato per aumentare la spesa sociale

ROMA – "Abbiamo il senso del limite, il convegno di oggi è solo un primo passo per arrivare a costruire ogni anno un vero Bilancio Sociale nazionale”. Così oggi il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, intervenendo al convegno di Roma “Verso il bilancio sociale del Paese”, ha spiegato il senso dell’iniziativa lanciata dal suo ministero.

Secondo Ferrero, infatti, è necessario avviare un monitoraggio continuo e scientifico della situazione sociale del paese e delle relative politiche che si dovranno avviare. Durante una conferenza stampa, il ministro ha paragonato la sua idea di Bilancio Sociale dell"Italia al rapporto che annualmente la Banca d’Italia produce sulla situazione economica. Sarebbe molto importante e molto utile, ha spiegato Ferrero, fare altrettanto per la situazione sociale. E’ chiaro che non potrà essere un compito esclusivo del ministero della Solidarietà Sociale, che però potrà farsi capofila di un progetto complessivo che coinvolga altri ministeri e altre forze. Quello di oggi, comunque, non era un convegno sul Bilancio Sociale, ma un primo appuntamento “verso il Bilancio Sociale” stesso.

Il ministro ha detto che dalla discussione sono emersi molti spunti su cui lavorare. Emerge – ha commentato Ferrero – una situazione disastrosa dal punto di vista sociale, e dal punto di vista in particolare degli indici di povertà e dei vari indicatori della disgregrazione e diseguaglianza sociale. Non è vero, ha spiegato Ferrero, che in Italia si spende troppo per la spesa sociale e per le pensioni. La cifra complessiva, tra spese sociali generali e pensioni, è infatti al disotto della media europea. Si tratta quindi di rialzare la spesa sociale, non abbassarla come si è detto da più parti in questi mesi anche nell’ambito della maggioranza di governo. Da questo punto di vista, Ferrero individua subito un obiettivo: quello di utilizzare una parte del cosiddetto “tesoretto”, ovvero il frutto dell’extragettito (le entrate fiscali non previste) per aumentare appunto la spesa sociale e avviare un processo di redistribuzione del reddito. Per il ministro della Solidarietà Sociale, non bastano i 2 miliardi e mezzo di cui ha parlato il presidente Prodi. “Il vero problema dell’Italia – ha detto Ferrero – non è l’alta spesa previdenziale, ma la scarsa spesa sociale, visto che stiamo cinque punti sotto la media europea. E’ arrivato il momento di riequilibrare la spesa e di cominciare a redistribuire la ricchezza”.

Un altro punto all’attenzione del ministro è quello che riguarda i cosiddetti livelli essenziali di assistenza. Non è possibile che a Cosenza la spesa sociale media sia sui 20 euro e a Bolzano 400. Le differenze – in Italia – sono ormai abissali e i diritti non sono più tali se non hanno un corrispettivo di prestazioni assicurate. Il ministro Ferrero ha dunque proposto che il governo apra uno dei tavoli di concertazione con le parti sociali proprio sui Liveas. Una volta definiti a livello nazionali i livelli essenziali, allora si dovranno rispettare e applicare in tutte le regioni indifferentemente. Un altro elemento che è emerso dal convegno di oggi e che preoccupa molto riguarda la incapacità della scuola italiana di rispondere all’aumento delle diseguaglianze sociali. La scuola non riesce cioè a correggere. E anche su questo è necessario avviare una riflessione. Intanto si dovrà intervenire sul reddito con la restituzione del fiscal drag a lavoratori e pensionati, con una fiscalità negativa (per gli incapienti) e con la sperimentazione di un reddito minino di inserimento. Anche su reddito minimo il ministro Ferrero ha ribadito una sua convinzione: non si tratta di fare politiche di sostegno alla famiglia. Si tratta piuttosto di sostenere gli individui in quanto soggetti portatori di diritti. Ed è po necessario fare leva sul grande mondo del volontariato per riscoprire la centralità delle relazioni tra gli uomini. Quello che si è rotta, infatti, è la capacità di sviluppare la solidarietà, di sentirsi in una comunità e non tutti contro tutti come spesso succede oggi. (paolo andruccioli)

 

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EmiNews 2007

 

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