3154 1° MAGGIO 2007: L'ITALIA RIPARTE DAL LAVORO

20070501 11:15:00 redazione-IT

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di Betty Leone

I dati statistici evidenziano un sensibile aumento dell’occupazione negli ultimi tempi, ma non rendono conto dei bassi salari, delle mancate sicurezze e tutele per i lavoratori, del dilagare dei lavori a tempo determinato ed a bassa qualità professionale.
"L’Italia riparte dal lavoro": con questa affermazione CGIL – CISL – UIL hanno convocato a Torino la manifestazione nazionale del PRIMO MAGGIO.

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Lo slogan, come pure la scelta di Torino, città simbolo del lavoro industriale e della trasformazione economica dell’Italia del dopoguerra, indica la volontà del sindacato di mettere al centro dell’attenzione non solo la questione dell’occupazione ma anche quella delle condizioni di lavoro sempre più precarie ed alienanti.

I dati statistici evidenziano un sensibile aumento dell’occupazione negli ultimi tempi, ma non rendono conto dei bassi salari, delle mancate sicurezze e tutele per i lavoratori, del dilagare dei lavori a tempo determinato ed a bassa qualità professionale.

Un tempo abbiamo pensato che le nuove tecnologie, poiché permettevano di ottenere lo stesso risultato con minore impiego di tempo e di energie, ci avrebbero permesso di lavorare con meno fatica e di dedicare più tempo alla nostra vita.

Non è andata così perché la competitività internazionale non regolata e la finanziarizzazione dell’economia hanno spinto le imprese ad assumere per tempi brevi ed a richiedere l’assoluta padronanza del tempo dei lavoratori e delle lavoratrici.

Sono nate così le oltre quaranta tipologie dei contratti di lavoro previste dalla legge 30 (lavoro a chiamata, lavoro in coppia, contratti a progetto etc.).

La dignità del lavoro e dei lavoratori, fino ultimo dell’azione sindacale, non hanno più cittadinanza nonostante che il lavoro sia un principio costituzionale fondativo della repubblica italiana.

Questa situazione ha prodotto l’impossibilità per tanti giovani, ma anche per tanti quarantenni e cinquantenni espulsi precocemente dal mercato del lavoro, di progettare la propria vita e di guardare con speranza al futuro; ha indotto inoltre un abbassamento di attenzione alle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Ogni giorno i quotidiani ci danno notizia di morti avvenute nei cantieri, in agricoltura, nella aziende metalmeccaniche.

L’aumento tragico degli incidenti mortali sul lavoro dipende certo dal mancato rispetto delle regole di sicurezza da parte delle imprese, ma anche dal continuo ricambio di manodopera che impedisce un serio addestramento al lavoro ed il raggiungimento di esperienza e padronanza della mansione lavorativa.

Non possiamo solo invocare più controlli, più rispetto delle procedure di sicurezza e sanzioni più severe per i datori di lavoro che non le applicano; dobbiamo interrogarci su come si produce e se è giusto pagare questo prezzo per una crescita che non guarda al benessere delle persone ma solo all’accumulazione della ricchezza.

Qualche giorno fa un operaio edile di 74 anni è morto cadendo da un’impalcatura.
Come è possibile che un uomo di quella età sia costretto a salire su un’impalcatura e come lo si può permettere?
Non si deve dimenticare che in Italia il 45% delle pensioni è inferiore a 500 € mensili e l’80% è inferiore a 1000 €.

Così pure, mentre si teorizza che, dal momento che la vita si allunga, è possibile lavorare più a lungo, bisognerebbe ricordare che non tutti i lavori sono uguali e che alcuni non si possono fare a tutte le ètà.

Perciò non basta correggere la flessibilità del lavoro con nuove tutele e nuovi ammortizzatori sociali; misure naturalmente auspicabili ma non sufficienti a ridare valore e dignità alle donne e agli uomini che lavorano.

È necessario porsi domande più radicali attorno al modo di produrre, a come si manifesta la moderna contraddizione tra capitale e lavoro, a come sia possibile ridistribuire la ricchezza per migliorare le condizioni di lavoro e di vita delle persone.

Sarebbe proprio un bel PRIMO MAGGIO se l’Italia ripartisse da qui per ripensare se stessa ed il lavoro.

http://www.cgil.it/org/PrimoMaggio2007.htm

 

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EmiNews 2007

 

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