3178 VENEZUELA: Chavez, la giornata lavorativa a sei ore giornaliere

20070502 14:58:00 redazione-IT

di Attilio Folliero

E’ un salto epocale, quello annunciato oggi da Hugo Chavez, in occasione della Festa del Primo maggio. Costituita una commisione presidenziale, presieduta dal Vice Presidente Jorge Rodriguez, incaricata di promuovere una riforma costituzionale tendente a portare la giornata lavorativa dalle attuali otto ore a sei ore, con meta da raggiungere progressivamente il primo maggio del 2010. Ossia, progressivamente la giornata lavorativa in Venezuela passerá dalle otto ore attuali, a sei ore, il che significa un enorme miglioramento della qualitá della vita del lavoratore, del proletariato.

Con quest’annuncio Hugo Chavez si pone decisamente alla testa delle rivendicazioni del proletariato non solo venezuelano e latinoamericano, ma mondiale. Una dozzina di anni fa, in Italia sulla scorta dell’approvazione in Francia di una legge che fissó la settimana lavorativa a 35 ore, si ebbe un grande dibattito, poi caduto nel dimenticatoio. Oggi, la sinistra che allora era alla testa della rivendicazione della settimana lavorativa di 35 ore, é pienamente inserita nel Governo, ma il tema della diminuzione della giornata lavorativa non é stato piú ripreso. Oggi, questa sinistra sembra, preoccupata esclusivamente delle sorti del capitalismo italiano in affanno per la profonda concorrenza da parte dei nuovi capitalismi selvaggi, dove lo sfruttamento dei lavoratori é illimitato ed il salario orario é di poche decine di centesimi di dollari. Quest’annuncio di Chavez puó e deve avere ripercursioni anche in Italia, stimolando la ripresa delle lotte rivendicative dei lavoratori e del proletariato.

E’ indubbio che l’annuncio di oggi, di Hugo Chavez avrá ripercursioni non solo in America Latina, ma in tutto il mondo e soprattutto nei paesi del capitalismo avanzato, dove la giornata lavorativa é ferma alle otto ore. E’ arrivato il momento che ovunque si apra la stagione della rivendicazione della giornata lavorativa di sei ore. Da oggi é necessario lottare per rivendicare una nuova riorganizzazione della giornata dell’uomo: 6 ore per il lavoro, 6 ore per dormire, 6 ore per la diversione e 6 ore per la formazione e la rigenerazione, per alimentare il corpo e formare il cervello.

Ricordiamo anche che la rivoluzione bolivariana, in otto anni di Governo Chavez ha sconfitto l’analfabetismo in Venezuela ed é fortemente impegnata nella sfida per debellare la povertá entro il 2021. Ma la rivoluzione bolivariana non ha solo mete in Venezuela: é di questi giorni il lancio del programma, nell’ambito dell’ALBA, tendente a sconfiggere l’analfabetismo in tutta l’America Latina. Inoltre, sono numerosi i programmi di solidarietá intrapresi nei vari paesi dell’America Latina, fino ai settori poveri della societá statunitense, ai quali lo stato venezuelano fornisce petrolio a prezzo agevolato.

Se l’annuncio piú eclatante, che sicuramente fará il giro del mondo, é quello della riduzione della giornata lavorativa, non meno impattanti sono gli altri provvedimenti annunciati: da oggi il salario minimo in Venezuela passa a 614.000 bolivares circa, con un aumento del 20%. E’ bene ricordare che il salario minimo é accompagnato anche da un buono pasto giornaliero.

Negli otto anni di Governo Chavez il recupero del potere d’acquisto reale del salario del lavoratore é cresciuto come in pochi paesi al mondo: dai circa 30 dollari USA mensili del 1999, anno dell’arrivo di Hugo Chavez al Governo, ai poco meno di 300 dollari USA mensili attuali; in realtá aggiungendo il valore del buono pasto giornaliero, il salario minimo supera abbondantemente i 400 dollari USA mensili. Ma vi é un altro dato da considerare: quando Chavez arriva al Governo l’inflazione, che nel 1996 arrivó a superare il 100%, (http://www.lapatriagrande.net/01_venezuela/economia/ipc_ven.htm) divorava interamente lo scarso salario; negli anni di Chavez l’aumento del salario é sempre stato al di sopra dell’inflazione; nel mese di Marzo 2007, ad esempio, ultimo dato disponibile, l’inflazione é stata di -0.7%.

Sono stati numerosi i provvedimenti annunciati e che da oggi entrano in vigore, tutti tendenti a migliorare la qualitá della vita delle fasce piú deboli, come la pensione sociale (il 60% del salario minimo) per le persone anziane (61 anni di etá) che non hanno versato contributi previdenziali e che fino ad oggi non avevano diritto a nessuna fonte di reddito.

Ma oggi é anche il giorno della fine della “Apertura petrolifera”, ossia la legge che permise la privatizzazione del settore petrolifero, pur in presenza di una legge costituzionale che riservava l’attivitá lucrativa nel settore petrolifero ed energetico esclusivamente allo Stato. Con l’”apertura petrolifera” negli anni novanta si permise praticamente la privatizzazione del settore petrolifero. A partire da oggi, l’attivitá petrolifero torna ad essere interamente di uso esclusivo dello Stato.

E’ proprio grazie al recupero degli introiti derivanti dallo sfruttamento delle fonti energetiche che il Governo Chavez ha potuto operare una ridistribuzione delle ricchezze piú giusta ed inidirizzata fortemente a pagare l’enorme “debito sociale” di cui furono vittime le classi lavoratrici e piú povere. Fino all’avvento del Governo Chavez, le enormi ricchezze del Venezuela erano di uso esclusivo delle classi oligarchiche e di governo, lasciando al proletariato esclusivamente le briciole, ossia i circa 30 dollari USA mensili di salario minimo, con cui era costretta a sopravvivere il 70% della popolazione venezuelana. Mai in passato i governi venezuelani avevano realizzato politiche di carattere sociale: il 70% della popolazione venezuelana non aveva diritto a sanitá, educazione, formazione, pensione, assistenza sociale… non aveva diritto che alla povertá estrema.

Oggi Chavez non é solo sempre piú saldamente al Governo nel suo paese, ma é sempre piú popolare in America Latina e nel mondo intero e lider riconosciuto alla testa delle rivendizioni del proletariato mondiale.

Fonte: http://nuke.lapatriagrande.net

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EmiNews 2007

 

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