3224 Sì della Commissione Esteri della Camera su provvedimento di modifica dela normativa su cittadinanza

20070510 13:43:00 redazione-IT

Chiesto alla Commissione Affari Costituzionali di valutare l’opportunità di introdurre un termine cronologico nel riconoscimento della cittadinanza secondo lo jus sanguinis.

ROMA – Mercoledì 9 maggio, riunita in sede consultiva, la Commissione Esteri della Camera ha espresso parere favorevole, presente per il Governo il Vice Ministro degli Affari Esteri Franco Danieli, sul provvedimento che apporta modifiche alla legge sulla cittadinanza 5 febbraio 1992 n. 91.

All’inizio della seduta il presidente della Commissione (e relatore) Umberto Ranieri ha formulato una proposta di parere favorevole con un’osservazione rivolta alla Commissione Affari Costituzionali, quella di valutare l’opportunità di introdurre un termine cronologico nel riconoscimento della cittadinanza secondo lo jus sanguinis.

Nel successivo dibattito l’on. Alessandro Forlani (UDC), pur condividendo alcune delle considerazioni svolte nella premessa della proposta di parere del relatore, ha dichiarato il voto contrario del suo gruppo sulla base del complessivo giudizio negativo sul provvedimento già espresso nella Commissione di merito. Ha criticato, in particolare, la scelta della maggioranza di procedere alla riforma della cittadinanza prima che a quella della disciplina relativa all’immigrazione, destinata a sua volta a suscitare un confronto dall’esito imprevedibile. Ricorda come la naturalizzazione sia sempre stata in Italia – in tempi che non conoscevano l’attuale fenomeno migratorio – una procedura gravosa e lunga, che non consentiva l’acquisizione della cittadinanza neanche a persone che si erano realmente integrate ed erano indotte a desistere. Nel sottolineare la novità derivante dal fatto che l’odierna immigrazione proviene da Paesi di diversa cultura, non ha carattere selettivo, è spesso clandestina o comunque dettata dall’indigenza e dalla disperazione, senza alcuna pianificazione degli ingressi, esprime preoccupazione per i riflessi politici che sarebbero diretta conseguenza della nuova normativa in esame. Ribadisce l’opinione che sarebbe stato preferibile procedere prima ad una modifica della Bossi-Fini, legge che a suo tempo approvò ma che, stante l’evoluzione della materia, anche a causa di talune rigidità, meriterebbe comunque una revisione. Considera peraltro insufficienti i richiami inseriti alla conoscenza dei principi costituzionali, alla luce del fatto che non in tutte le culture e religioni è acquisita la consapevolezza dei doveri di cittadinanza. Condividendo comunque la valutazione per cui l’immigrazione rappresenta una risorsa economica ed una forma necessaria di solidarietà, avrebbe preferito un intervento normativo volto a migliorare la legislazione esistente prima di semplificare l’acquisizione della cittadinanza.

La deputata Patrizia Paoletti Tangheroni (FI), nel rifarsi all’intervento svolta in una precedente seduta dal collega Rivolta, ha dichiarato il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore. Voto contrario anche dalla Lega Nord: l’on. Giancarlo Giorgetti denuncia l’illogicità del provvedimento che pretende di fare della cittadinanza una forma di ulteriore integrazione, ottenendo il risultato di “gettare benzina sul fuoco”. Critica altresì il combinato disposto che deriverebbe dall’approvazione delle modifiche alla legge sulla cittadinanza unitamene a quella delle modifiche alla legge sull’immigrazione. A titolo d’esempio, menziona il caso degli ingressi sulla base di sponsorizzazioni che consentirebbero soggiorni sino a due anni anche senza lavoro, dopo i primi sei mesi, facendo così maturare un periodo utile per l’acquisizione della cittadinanza. A suo avviso, si diventerebbe in tal modo cittadini italiani per sponsorizzazione, magari per strumentalizzazione politica, con effetti disastrosi sulla società.

Pietro Marcenario (Ulivo), nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo, sottolinea come la discussione in Commissione abbia evidenziato come la materia in esame sia argomento di demarcazione tra le forze politiche e le rispettive visioni della società. La riforma in via di approvazione – a suo avviso – apre una fase nuova nella gestione dei flussi migratori. Voto favorevole anche dal gruppo di Rifondazione Comunista: Sabina Siniscalchi chiarisce come la cittadinanza non sia un privilegio, ma un diritto che comporta doveri. Ritiene che, approvando il provvedimento in esame, l’Italia si avvii a diventare una società integrata in armonia con le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, prendendo finalmente atto di una trasformazione sociale che ha atteso troppo a lungo di essere affrontata.

La Commissione ha quindi approvato la proposta di parere favorevole con un’osservazione così come formulata dal relatore.

Il testo del parere approvato

La III Commissione (Affari esteri e comunitari),

esaminato il testo unico delle proposte di legge C. 24 ed abbinate, recante modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza, trasmesso dalla I Commissione Affari costituzionali;

valutata la finalità generale di adeguare la legislazione italiana agli standard dell’Unione europea, con particolare riguardo al riconoscimento dello jus soli ed alla riduzione temporale della residenza legale necessaria all’attribuzione della cittadinanza;

ritenuto necessario il prolungamento della residenza legale per conseguire la cittadinanza in caso di matrimonio, ai sensi dell’articolo 3 del testo unico in esame;

apprezzata la previsione, tra i requisiti ai fini dell’attribuzione della cittadinanza, della conoscenza dei principi generali dell’ordinamento italiano sulla base della Costituzione repubblicana, quale impegno alla promozione dei valori di libertà di eguaglianza e democrazia che ne sono a fondamento;

condivisa l’inclusione tra le cause ostative all’attribuzione della cittadinanza delle condanne da parte dei tribunali internazionali per la ex Jugoslavia e per il Ruanda, nonché della Corte penale internazionale;

considerata positivamente la facilitazione della concessione della cittadinanza in favore dei rifugiati;

sottolineata l’opportunità della riapertura dei termini di cui agli articoli 8 e 12 della legge n. 555 del 1912 ed all’articolo 5 della legge n. 123 del 1983, a fini perequativi in relazione alle diverse situazioni giuridiche esistenti tra gli italiani nel mondo;

tenuto conto dell’aggravio di lavoro derivante alle autorità consolari, anche in virtù della scadenza prestabilita per la conclusione del procedimento amministrativo, e rilevata, pertanto, l’esigenza di un contestuale adeguamento delle risorse umane e finanziarie della rete consolare;

preso atto delle preoccupazioni manifestate dal rappresentante del Governo circa le conseguenze che potrebbero derivare dall’estensione della cittadinanza italiana per il regime dell’esenzione dei visti da parte di alcuni Stati terzi;

auspicata una considerazione dell’eventualità di prevedere per gli stranieri lungo-residenti forme particolari di trattamento sul modello statunitense della green card;

esprime parere favorevole con la seguente osservazione: “valuti la Commissione di merito l’opportunità di introdurre un termine cronologico nel riconoscimento della cittadinanza secondo lo jus sanguinis”. (Inform/Eminotizie)

 

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EmiNews 2007

 

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