3222 CGIE: Gli interventi dei consiglieri e dei parlamentari

20070510 11:20:00 redazione-IT

di Goffredo Morgia e Simonetta Pitari (Inform)

Siddi, Arona, Tommasi, Tassello, Santellocco e Erio illustrano all’Assemblea le relazioni delle Commissioni tematiche.
Fra gli argomenti discussi la riforma dell’editoria, l’assegno di solidarietà, il riconoscimento della cittadinanza, l’insegnamento dell’italiano all’estero, i bandi per la formazione professionale e i preparativi per la Conferenza dei giovani italiani nel mondo

Il contributo al dibattito dei parlamentari della circoscrizione Estero. Fra i temi trattati il rapporto delle comunità all’estero con l’Italia, la riforma del Cgie e le nuove migrazioni. Gli interventi di Marco Fedi, Marisa Bafile e Luigi Pallaro

ROMA- Francesco Siddi, presidente della commissione Informazione e Comunicazione del Cgie ha aperto la sessione dell’Assemblea plenaria dedicata all’ascolto delle relazioni delle commissioni tematiche. Siddi ha sottolineato come a tutt’oggi il Cgie debba cercare di valorizzare la sua capacità propositiva a partire dalle riforma dell’editoria e del servizio pubblico radiotelevisivo fino ad arrivare al potenziamento dell’informazione per le politiche giovanili. Sul fronte dell’editoria Siddi ha auspicato la costruzione di un nuovo modello di sostegno dello Stato ai vecchi e nuovi media italiani all’estero che parta dal concetto “più Italia nel mondo e dal mondo”. Ha poi ricordato come al momento i problemi di Rai International, che necessiterebbe di un progetto di qualificazione della propria missione, rimangano irrisolti e siano penalizzati dal ritardo con cui si sta pervenendo alla ratifica della convenzione con il Governo. Dalla I commissione è stato esaminato sia il progetto di monitoraggio della comunicazione italiana all’estero promosso dal Mae, sia l’iniziativa dell’Italian Network per la costruzione di un Forum Web al servizio delle nuove generazioni. Un progetto, realizzato in vista della prima Conferenza mondiale dei giovani nel mondo, che ha avuto il via libera dalla commissione e che sarà seguito da vicino da alcuni consiglieri del Cgie.

La presidente della commissione Sicurezza e Tutela Sociale Maria Rosa Arona ha sottolineato la positività del progetto pilota per l’assistenza sanitaria già avviato dal Mae in Colombia e Venezuela ed ha evidenziato la necessità di inquadrare questa iniziativa, prima di estendere il programma al Brasile e all’Argentina, nel contesto sociale ed economico di riferimento delle varie comunità.

“La battaglia per l’assegno di solidarietà – ha detto Maria Rosa Arona – è ancora valida e va integrata in un sistema di tutela sociale per le comunità all’estero più disagiate. Vi sono, soprattutto in America Latina, grandi fasce della popolazione italiana che vivono in condizioni difficili e oggi, alla luce della presentazione di tre disegni di legge sulla materia, c’è la volontà politica di aiutarli. La realizzazione della mappatura approvata l’anno scorso dal gruppo sanità sarebbe uno strumento utile per l’elargizione di un eventuale assegno di solidarietà”. Per approfondire questa tematica con i parlamentari ed i rappresentanti dei ministeri competenti Arona ha chiesto la convocazione per fine giugno di una seduta straordinaria della II commissione. Criticata inoltre la mancanza di una tempestiva informazione da parte dell’Inps sulle nuove modalità di pagamento delle pensioni all’estero. Innovazioni che hanno messo in difficoltà gli utenti, i patronati e le autorità consolari e che, per quanto riguarda gli effetti, verranno monitorati dalla II Commissione possibilmente insieme ai risultati della trascorsa campagna Red. Manifestato infine pieno appoggio alla proposta del deputato Marco Fedi per la costituzione di un tavolo permanente sulla sicurezza sociale del Mae in cui il Cgie dovrebbe essere rappresentato da almeno due consiglieri.

Mario Tommasi, presidente della commissione Diritti Civili Politici e Partecipazione, ha rilevato come al momento sia necessario non fare confusione fra i casi concreti dell’acquisto, del riacquisto e del riconoscimento della cittadinanza. Segnalate inoltre le difficoltà incontrate da mezzo milione di cittadini brasiliani che non riescono ad espletare correttamente le pratiche per il riconoscimento della cittadinanza italiana preso i comuni d’origine a causa della sospensione delle legalizzazioni da parte dei consolati e per i ritardi con cui vengono rilasciati i permessi di soggiorno dal ministero dell’Interno. Evidenziato inoltre pieno sostegno alla proposta di legge, presentata da alcuni eletti all’estero, recante nuove norme sul riacquisto della cittadinanza. Un diritto, quest’ultimo che, secondo la III commissione, dovrebbe prevedere una data certa di applicazione e di scadenza per quanto riguarda il riconoscimento dello ius sanguinis. Evidenziata da Tommasi anche la necessità di sapere quali decisioni verranno prese dal Mae dopo la mappatura della rete consolare e di potenziare dal punto di vista tecnico e delle risorse umane i consolati che sono chiamati ad evadere le oltre 800.000 pratiche arretrate per la cittadinanza. Respinta infine la richiesta di ridurre ad otto il limite minimo dei componenti delle commissioni del Cgie.

“Dobbiamo cominciare a lavorare in modo diverso – ha affermato il presidente della commissione Scuola e Cultura Graziano Tassello – promuovendo l’insegnamento della lingua all’estero verso quelli che sono interessati e non solo nei confronti delle nostre comunità. L’obiettivo – ha spiegato Tassello dopo aver ricordato la frammentarietà, il corporativismo e la mancanza di sinergia della strategia di promozione culturale messa in campo dall’Italia nel mondo – è quello di creare in tutti la consapevolezza che la nostra cultura e il nostro modo di vivere sono importanti e arricchiscono l’umanità”.

Tassello ha inoltre sottolineato come in questo ambito la proposta di legge Narducci sulla promozione culturale rappresenti un vitale punto di partenza. Nella proposta di legge, che si rivolge a tutti e non solo gli italiani all’estero, è infatti previsto l’inserimento dei corsi di lingua nei sistemi scolastici locali e, in alternativa, interventi didattici più leggeri da svilupparsi in collaborazione con le regioni. Dal disegno di legge vengono inoltre promossi i Piani Paese che, al fine di razionalizzare l’utilizzo dei fondi per i corsi di lingua, consentono la concertazione di tutte le attività didattiche portate avanti dall’Italia in un singola nazione. Prevista inoltre in questo contesto la verifica dell’operato degli enti gestori e l’utilizzo per i corsi didattici di insegnanti provenienti dalle stesse comunità. Tassello, dopo aver paventato il rischio di un possibile sfaldamento del tessuto di italianità lentamente costruito in emigrazione, ha invitato i consiglieri a non dimenticare le motivazioni di fondo della loro presenza nel Cgie.

Franco Santellocco, presidente della commissione Formazione Impresa Lavoro e Cooperazione, ha illustrato le risultanze dell’attività di monitoraggio delle esigenze di conoscenza e competenza professionali delle nostre comunità, portata avanti da un gruppo di tecnici in occasione della predisposizione, da parte del ministero del Lavoro, del nuovo avviso di gara per la formazione degli italiani residenti all’estero. Al comitato tecnico sono giunte 64 schede di rilevazione dei bisogni formativi delle comunità che i consolati hanno elaborato previa consultazione dei Comites. La metà di queste hanno riguardato la richiesta di finanziamenti per interventi formativi, volti ad adattare le professionalità delle aziende italiane alle innovazioni tecnologiche intervenute nei sistemi produttivi. Su tale argomento dalla V commissione è stata auspicata un’azione dei Comites volta ad acquisire specifiche informazioni direttamente dai responsabili dei progetti formativi.

Santellocco ha inoltre evidenziato come al momento siano ad un punto decisivo le assegnazioni finanziarie del ministero del Lavoro per le operazioni innovative previste dal Fondo sociale europeo per il periodo. Da tale fondo la direzione generale del Mae per gli Italiani all’Estero ha chiesto l’acquisizione di 60 milioni di euro che dovrebbero essere utilizzati per un progetto d’innovazione del sistema formativo italiano, in maniera particolare del Mezzogiorno, attraverso la valorizzazione delle professionalità degli italiani all’estero. In questo ambito il Mae costituirebbe una rete di progettazione europea, basandosi sulle sedi diplomatico-consolari e i Comites, volta a stimolare la comunità italiana alla fornitura di servizi formativi e di ricerca di alto livello. Santellocco, a nome della V Commissione, ha inoltre invitato il Cgie a prendere atto delle preoccupazioni relative alla proposta di alcuni esponenti politici svizzeri di ridurre la misura del ristorno delle imposte raccolte a carico dei lavoratori frontalieri previste dall’accordo italo-svizzero sull’imposizione fiscale a beneficio dei comuni italiani di frontiera.

E’ infine intervenuto Carlo Domenico Erio, presidente della commissione Nuove Emigrazioni e Generazioni Nuove, che ha spiegato la necessità di preparare la Conferenza mondiale dei giovani all’estero, che dovrebbe avere luogo entro giugno 2008, attraverso l’elaborazione di semplici indirizzi di discussione che lascino ai partecipanti piena libertà di scelta e di dibattito. Questo evento di livello mondiale sarà finanziato con 14 milioni di euro e cercherà di approfondire le tematiche dell’identità, della cittadinanza, dell’associazionismo giovanile, della cultura, dell’informazione e della mobilità professionale. “L’idea della Conferenza – ha detto Erio – è che l’Italia debba capire che questi giovani rappresentano, per motivi culturali, economici e professionali, una svolta ed una sfida per il futuro del nostro paese”. Erio ha inoltre annunciato che il 25-26 maggio avverrà a Lione il primo incontro, promosso dai Comites francesi, di preparazione della Conferenza dei giovani.

(Goffredo Morgia- Inform/Eminotizie)

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Il contributo al dibattito dei parlamentari della circoscrizione Estero

Fra i temi trattati il rapporto delle comunità all’estero con l’Italia, la riforma del Cgie e le nuove migrazioni. Gli interventi di Marco Fedi, Marisa Bafile e Luigi Pallaro

ROMA – Dopo le relazioni del vice ministro degli Esteri Franco Danieli e del segretario generale Elio Carozza la sessione inaugurale del Consiglio Generale, nella Sala delle Conferenze internazionali della Farnesina, è stata caratterizzata dagli interventi dei parlamentari eletti all’estero.

“ Il Cgie continua ad essere un elemento centrale rispetto alla vita delle nostre comunità nel mondo – ha affermato il deputato dell’Ulivo Marco Fedi, eletto nella ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide – che ci consente di discutere e ragionare con un costruttivo confronto sulle questioni delle comunità italiane nel mondo. Tematiche ancora aperte, su cui dobbiamo agire con tempestività, che riguardano in primo luogo i nuovi flussi migratori e tutto quello che dal mondo arriva in Italia, in particolare l’immigrazione. Una questione, quest’ultima, su cui il Cgie potrebbe dare un valido contributo alla formulazione di proposte politiche capaci di superare le paure ingenerate dalle diversità culturali”. Fedi, dopo aver chiesto la creazione di un’agenzia di monitoraggio dei flussi migratori in entrata ed uscita dall’Italia, ha espresso soddisfazione per le novità introdotte dal disegno di legge sulla cittadinanza ed ha auspicato una riforma del Cgie profonda e coraggiosa. Ipotizzata inoltre la ricerca di una soluzione condivisa sulla riforma elettorale che, per quanto riguarda il suffragio dei nostri connazionali all’estero, consenta di migliorare e rendere più trasparenti le procedure del voto per corrispondenza.

Marisa Bafile, deputata dell’Ulivo eletta in Sud America, ha invitato a considerare i connazionali nel mondo, che trainano il made in Italy ed hanno contribuito allo sviluppo del paese d’origine, come una pedina fondamentale della politica estera italiana che facilita la comprensione dei paesi di residenza “La presenza degli italiani all’estero – ha aggiunto – va valorizzata perché, al di là della demagogia e della retorica, nell’era della globalizzazione noi rappresentiamo per l’Italia un osservatorio naturale sul mondo. Le problematiche sono tante – ha proseguito la Bafile dopo aver ricordato che la parola emigrazione è portatrice di valori estremamente positivi – però oggi abbiamo capito quanto sia importante lavorare in armonia fra Cgie, parlamentari, Comites e governo”. La Bafile ha anche chiesto d’inserire nel progetto di riforma del Cgie il principio della pari rappresentanza fra uomini e donne.

Il senatore Luigi Pallaro, eletto per la lista indipendente Associazioni italiane in Sud America (Aisa), ha evidenziato l’infondatezza del rischio di una corsa al passaporto italiano da parte di milioni d’oriundi ed ha ricordato come a tutt’oggi la nostra rete consolare, che dovrebbe rappresentare l’immagine dell’Italia nel mondo, non funzioni in maniera adeguata e non sia in grado di dare assistenza alle esigenze dei connazionali all’estero che sono molto diversi dagli emigrati della prima ora. “Per l’Italia noi rappresentiamo una grande risorsa – ha affermato Pallaro – e non siamo venuti qui a piangere, ma a dire al nostro paese d’origine cosa possiamo fare assieme”. Il senatore ha inoltre sottolineato la necessità di rinnovare il Cgie senza sbilanciare il primato di rappresentanza delle comunità all’estero nei confronti delle associazioni e degli enti italiani, e di prestare molta attenzione alla tutela del voto all’estero nell’ambito della più ampia riforma della legge elettorale.

(Goffredo Morgia-Inform/Eminotizie)

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Altri interventi dei consiglieri sulle relazioni del Governo e del Comitato di Presidenza

ROMA – Prima di affrontare il nodo della riforma del CGIE, in Assemblea Plenaria il 9 maggio si è concluso il dibattito, iniziato ieri pomeriggio, sulle relazioni del Governo e del Comitato di Presidenza CGIE (v. Inform n. 88 e n. 89).

Il consigliere Gian Luigi Ferretti (An) ha bocciato senza appello le politiche del Governo. Lungo e polemico il suo intervento. Ferretti si è detto “imbarazzato” nel “vedere sottratto all’opposizione il suo ruolo”: un ragionamento andato a parare sulle dichiarazioni rilasciate dal deputato dell’Ulivo Gino Bucchino in una recente intervista. Citando da quella intervista, Ferretti ha fatto osservare che la stessa maggioranza di centrosinistra non risparmia osservazioni critiche all’azione dell’Esecutivo nei confronti delle comunità all’estero.

Ferretti ha anche bacchettato il segretario generale Carozza per la lunghezza della relazione del CdP ma gli ha riconosciuto “onestà intellettuale” per avere rivolto delle critiche al vice ministro Danieli che non consulterebbe il CGIE. “Un vice ministro che ci bypassa” ha detto il tagliente Ferretti. Che ne ha anche per il presidente del CGIE (il ministro degli Esteri, ndr), “che ci ignora” e per i parlamentari, “che ci considerano poco”. Il tutto mentre “nel mondo si fanno più forti e pericolose le voci di quelli che ritengono inutile il CGIE”. E allora un appello al Consiglio Generale: “Diamoci una mossa, diamo un colpo d’ala per volare alto o sbatteremo contro il muro della noia e della inutilità” . E “invece di fare il ‘muro del pianto’ dell’emigrazione” concentrare sforzi su un problema che è “la madre di tutti i problemi”: la rete consolare. Giacché “un consolato che funziona bene migliora la vita del singolo connazionale all’estero” . Una rete pertanto alla quale andrebbero destinati più fondi per metterla in condizioni ottimali: “Abbiamo oggi una rete mediamente estesa , ma la meno costosa del mondo, meno di 200 milioni annui”.

Più contenuto, anche nei tempi, l’intervento del consigliere Alberto Bertali (Gran Bretagna). Il quale, relazione del Governo alla mano, ha fatto osservare che nel punto in cui si fa cenno alla riforma della legge 153 “non è citato il CGIE”: una “contraddizione” visto che il Consiglio dovrebbe esercitare ruolo di raccordo. Sempre facendo riferimento alla relazione di Governo Bertali ha poi evidenziato la “mancanza di rispetto” nei confronti dei pensionati all’estero da parte dell’Inps, che “non è la prima volta che interviene in modo sconcertante e penalizzante”. Riguardo poi alla utilizzazione delle risorse umane e finanziare e ai nuovi fondi da acquisire, anche attraverso una quota di introiti consolari di cui ha parlato Danieli nella relazione, il consigliere chiede assicurazioni in tal senso. La relazione di Carozza: a parte “la lunghezza” Bertali ha notato “grossa onestà intellettuale”. Una relazione che “ha tirato fuori le magagne”. E che, però, avrebbe dovuto anche suggerire “soluzioni”.

Franco Santellocco (Algeria), presidente della V Commissione, non ha sparato a zero come Ferretti sulla relazione di Danieli. Tutt’altro. Santellocco si è detto “soddisfatto”. Come ha dichiarato di “essere d’accordo” anche con la relazione del CdP . “Una buona relazione d’intenti”. Naturalmente, si è affrettato a precisare “saremo vigili per vedere se verranno rispettate queste buone intenzioni”.

Il consigliere ha avvertito che il CGIE “dovrà riappropriarsi del suo ruolo”e che “non dovrà avere paura” di mettere mano alla riforma del CGIE. E “se cozza con la legge elettorale va rivista anche quella che, del resto, è in corso di bonifica”. Infine in merito alle convenzioni stipulate per l’assistenza sanitaria ai connazionali in Venezuela e in Colombia Santellocco ha rilevato che queste convenzioni dovranno essere fatte per tutti: “non devono esserci cittadini di serie A e di serie B”.

Il consigliere Fernando Marzo (Belgio), facendo riferimento alla relazione del Governo, è intervenuto sulla questione Rai International. “Nulla in contrario al rafforzamento” del canale dedicato agli italiani all’estero, che “deve diventare emittente recepita da tutti”. Appunti sul palinsesto: che dovrebbe essere di “qualità superiore” e capace di rivolgersi “non solo agli italiani ma a tutti coloro che sono attratti dalla nostra cultura e dalla nostra lingua”.

Ma detto questo, Marzo chiede come mai “si evita di parlare di oscuramento dei programmi Rai”. Lui ha come “l’impressione che si voglia creare un nuovo baraccone a base clientelare” e fa presente che la Rai dovrebbe rivolgersi a tutti e non solo a quelli che possono permettersi apparecchi satellitari e abbonamenti. Secondo il consigliere il problema è “politico”. “Dall’estero chiedono risposte a questa situazione vergognosa” ha concluso Marzo chiedendo a chi di competenza di “ dire davvero qual è il problema”. Altra osservazione critica del consigliere sulla relazione del Governo è che si parla “in modo marginale” della scuola. E facendo osservare che c’è un problema sociale e di classi sociali dietro l’esclusione dai benefici dell’accesso alla scolarizzazione. Pertanto è “doveroso chiedere la partecipazione del CGIE e in particolare della Commissione scuola e cultura”.

Claudio Pozzetti (Frontalieri) rilevando che i dibattiti non sono mai una formalità e che i momenti di confronto sono sempre utili, ha invitato “ a dare tutti il nostro contributo”. E’ questo un modo “per affermare la nostra autonomia”. Pozzetti ha espresso la necessità di raccordo con Parlamento e Governo e sottolineato le “potenzialità e le capacità” del CGIE. Il consigliere ha osservato che nella relazione del CdP ci sono “elementi di novità che vanno colti” e invitato a “trovare insieme soluzioni concrete a questioni molto concrete”. Pozzetti ha poi invitato il CdP a sollecitare la presenza di una rappresentanza del Governo a tutti i lavori del CGIE.

Michele Schiavone (Svizzera), componente del CdP, percepisce “una volontà e una presenza pragmatica” nella relazione del Governo, che “in un anno ha cercato di dare risposte concrete alle nostre comunità”. Per Schiavone “buone le intenzioni” di Carozza di rendere il CGIE “un organismo vivace” . Che è ciò che serve “per rispondere alle esigenze di oggi” per dare “autorevolezza a questo organismo”, al quale occorre “maggiore autonomia rispetto al governo, ma anche ai parlamentari, anche quelli eletti all’estero”. Il consigliere ha indicato poi tra gli obiettivi da raggiungere il recupero della presenza dei giovani: “mettere in rete le nuove generazioni e lavorare alla conferenza dei giovani”. Naturalmente “ciò non significa dimenticare la vecchia emigrazione”.

Pasquale Nestico (Usa), membro del CdP e a capo del Gruppo Sanità, ricordando che il CGIE fece proprio un ordine del giorno per una indagine conoscitiva su stato sanitario nei diversi paesi e relativa mappatura ha annunciato che “il nostro desiderio sta per essere esaudito”. Completato il progetto in Colombia e Venezuela anche in altri paesi latino americani si sta procedendo all’indagine conoscitiva, ha spiegato il consigliere auspicando che la stessa iniziativa presto venga realizzata in Usa e Nord America. Il Gruppo ha espresso preoccupazione per la non sufficiente preparazione dei consolati in tema sanitario e invitato il Governo a informare il CGIE su come intende approntare piani Paese per Paese a lunga scadenza e ad avvalersi della competenza del suo Gruppo, formato quasi interamente da medici.

Il consigliere Carlo Consiglio (Canada) non è soddisfatto della relazione del Governo e di quella del CdP. Con Danieli se la prende per non avere consultato il CGIE prima di procedere alla “spalmatura” dei 14 milioni di euro stanziati in Finanziaria. Spalmatura peraltro “fatta in modo clientelare e senza tenere conto delle esigenze della comunità” e “con zero centesimi alla rete consolare” . Un modo di procedere che, ha detto Consiglio, non ha sollevato proteste nel CdP: “Nulla è stato detto al riguardo nella relazione di Carozza” Inoltre, ha ricordato Consiglio, ancora “niente legge e niente soldi per la conferenza dei giovani”. In merito alla direzione di Rai International, “non credo – ha affermato Consiglio – che Badaloni stia dimostrando sensibilità come dice Carozza”. La prova , è per Consiglio, nelle “proteste che arrivano da tutto il mondo” E per quanto riguarda il Canada “si registrano disdette agli abbonamenti in modo esponenziale”.
(Simonetta Pitari-Inform/Eminotizie)

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Gli interventi dei deputati Franco Narducci (Ulivo) , Mariza Bafile (Ulivo) e Massimo Romagnoli (Forza Italia)

ROMA –Dopo l’on. Mirko Tremaglia in Assemblea CGIE (v. Inform n. 88) hanno preso parola tre parlamentari eletti all’estero, Franco Narducci, deputato dell’Ulivo e consigliere CGIE, Mariza Bafile deputata Ulivo, e Massimo Romagnoli, deputato di Forza Italia e consigliere CGIE.

Franco Narducci reduce da una seduta in Commissione Esteri della Camera dove è stato votato in sede consultiva il provvedimento di riforma sulla cittadinanza (v. in questo numero di Inform), sembra favorevole alla proposta di Commissione bicamerale lanciata da Tremaglia e rivendica il lavoro svolto dai parlamentari eletti all’estero. Come sottolinea il lavoro svolto da un organismo “importante” come il CGIE. Uno strumento “formidabile quando viene messo in condizione di lavorare ed è compatto” . E’ necessaria “una riforma che non sia al ribasso”. Narducci condivide il metodo del documento, che “deve dare indicazioni da sottoporre al legislatore” .

Narducci ha poi lamentato “attacchi ingenerosi” verso i connazionali, verso il voto e verso i parlamentari eletti all’estero. Anche da parte di chi “come l’ambasciatore Sergio Romano, dovrebbe essere un conoscitore dei valori che caratterizzano la realtà degli italiani all’estero”. E sempre sul Corriere della Sera è uscito un articolo di Sergio Rizzo che ha preso di mira gli ‘ultracentenari’ che ricevono le pensioni all’estero… Un diritto quello delle pensioni all’estero che “va difeso e migliorato”.

Anche a Mariza Bafile non va giù l’attacco del Corriere della Sera: “ci trattano sempre da morti di fame”. La deputata ha chiesto all’Assemblea CGIE una lettera di protesta al giornale firmata da tutti, compresi i parlamentari esteri. E facendo eco a Narducci ha scandito: “si mette a repentaglio un diritto acquisito , i nostri pensionati hanno versato contributi per anni!”. “

Riguardo alla riforma del CGIE per Bafile il documento “dà una svolta positiva” a questo organismo che deve essere “ponte, punto di raccordo” tra comunità e parlamentari eletti all’estero. Per i quali CGIE e Comites sono un validissimo supporto dovendosi i 18 eletti occupare in Parlamento delle cose dell’Italia tutta e non solo degli italiani all’estero. Bafile auspica poi nel CGIE “quote di donne e di giovani”.

Al contrario di Tremaglia Massimo Romagnoli non ravvisa minacce al voto all’estero: “Non penso sia in pericolo”. “Non era così all’inizio, ma – ha spiegato – in questi mesi si è aperto un dialogo con i colleghi in Parlamento e questo timore è scemato”. “Noi – ha detto il deputato forzista – rappresentiamo un valore aggiunto. Oggi in Parlamento si parla di italiani all’estero e i parlamentari conoscono il CGIE e i Comites. I parlamentari si rendono conto che c’è un ritorno elettorale fra gli italiani all’estero”.

Romagnoli ha rilevato poi la necessità di “cercare più fondi” da dare ai media per metterli in grado di fornire maggiore e migliore informazione ai connazionali nel mondo.

Per il deputato, “orgoglioso di essere componente del CGIE”, il Consiglio Generale i e parlamentari esteri “devono essere di stimolo a Comites e Intercomites” . E in merito alla proposta di riforma che sarà presentata dal CGIE alle istituzioni ha “alcuni dubbi” che però non scalfiscono la sua condivisione dell’impianto di riforma. Romagnoli si è espresso a favore del mantenimento della elezione indiretta del CGIE . E pur dicendosi “contrario ad un CGIE dei giovani” è “d’accordo con Bafile che propone quote di partecipazione di giovani e di donne” .
(Simonetta Pitari-Inform/Eminotizie)

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Tremaglia: “Una bicamerale per gli italiani all’estero”

Il deputato di An è “molto soddisfatto del documento di riforma del CGIE”

ROMA – Si è detto “molto soddisfatto del documento di riforma del CGIE” Mirko Tremaglia, deputato di Alleanza Nazionale, intervenuto ai lavori della Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero la mattina del 9 maggio. “Molto soddisfatto – ha continuato – per l’approccio nei confronti degli eletti all’estero”. Un argomento assai caro all’ex ministro, che ha dedicato le energie di una vita al voto degli italiani all’estero e alla loro rappresentanza in Parlamento. Una rappresentanza che ora è realtà con i 18 parlamentari , “punto centrale nella vita politica italiana”, e con i quali il CGIE deve lavorare “responsabilizzando al massimo” gli eletti.

Un CGIE per il quale ora è davvero giunto il momento di “cambiare le proprie funzioni”. A partire da quelle dei vertici del Consiglio Generale. “Non è concepibile che il presidente sia un esponente del governo (il ministro degli Esteri, ndr)”, ha detto Tremaglia “rilevando che “questo è un punto della riforma molto importante”. Il deputato di An ha constatato anche con soddisfazione che il Consiglio Generale insiste, “e fate bene” , sulla circoscrizione parlamentare estera.

Il CGIE per Tremaglia ha avuto, ha, e con la riforma avrà ancora di più un grande ruolo. “Il CGIE deve lavorare per condizionare l’azione dei governi” e deve farlo insieme ai Comites. Con i quali il CGIE deve creare “una grande alleanza”. La relazione tra CGIE e Comites “va potenziata” per “non far dimenticare al Parlamento italiano l’immensa ricchezza che abbiamo nel mondo” rappresentata da tutte le nostre collettività, dalle quali sono emersi parlamentari che siedono nelle diverse assise del mondo, imprenditori ecc.

CGIE, Comites, parlamentari: “dovete fare il vostro dovere tutti insieme” ha aggiunto Tremaglia. Rimarcando che “i parlamentari devono essere di diritto nel CGIE”, “devono rendere conto a CGIE e Comites” e “devono rendere conto della politica italiana nel mondo”.

Tremaglia ha poi rilanciato una proposta “costruttiva” e “indispensabile” : una Commissione bicamerale per gli italiani all’estero. E occorre “l’appoggio del CGIE” per arrivare a questo nuovo traguardo, “che servirebbe a non far dimenticare al Parlamento la proiezione della politica italiana all’estero”.

Come serve tutto l’appoggio del CGIE per “difendere” il voto degli italiani all’estero, che “è in pericolo”. Suona l’allarme Tremaglia. Gli attacchi dei detrattori del voto e della rappresentanza parlamentare non sono affatto finiti con il diritto acquisito dopo anni di battaglie, con due modifiche costituzionali e la legge del 2001. Oggi il gioco si è fatto nuovamente pesante. “Alle forze politiche italiane il voto degli italiani all’estero non piace”, ha commentato ricordando che certe uscite del tipo ‘gli italiani all’estero non pagano le tasse e dunque non devono votare’ non sono semplici boutade del passato. Bisogna stare in guardia, ha ammonito Tremaglia, perché si sta riaffacciando il rischio – “da me scongiurato” a suo tempo – che possa essere tolto il diritto di candidatura ai residenti all’estero. Da Tremaglia, poi, un no chiaro e tondo alla possibilità di “far votare solo coloro che lo chiederanno”. Una opzione che proprio non piace all’ex ministro per gli italiani nel mondo, che scorge in essa un’altra minaccia al voto degli italiani all’estero. (Simonetta Pitari-Inform/Eminotizie)

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Fedi: “Il CGIE che ho in mente, con meno governo e più autonomie locali. E poi, largo ai giovani”

ROMA – Riformare il CGIE. E’ questa la proposta operativa dell’on. Marco Fedi, deputato dell’Ulivo eletto nella circoscrizione estero. Un ripensamento del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero che è stato al centro dell’intervento da lui tenuto l’8 maggio durante l’Assemblea plenaria dello stesso CGIE. Dopo aver ribadito che la rappresentanza parlamentare per gli italiani all’estero (12 deputati e 6 senatori), pur rimanendo di grande importanza, da sola non può bastare, Fedi ha invitato a lavorare per un rafforzamento del CGIE, dato il suo ruolo di “indispensabile collegamento con le comunità italiane nel mondo”.

Un rinnovato slancio passa però per una “profonda riforma” del Consiglio stesso. Senza di essa infatti si rischia di “lasciare dietro di noi solo macerie”. E’ invece necessario, a parere del deputato diessino, che il CGIE “trovi subito, al proprio interno, le ragioni di un lavoro comune, ristabilendo un giusto equilibrio politico”. Ciò prelude a una riforma di ampio raggio, basata su alcuni interventi concreti.

Va ripensato innanzitutto il rapporto con le autonomie locali, alle quali va dato più spazio. Una proposta che “non vuole affatto svuotare di senso la Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE, ma che al contrario vuole trasformare questa nel Consiglio stesso”, spiega l’on. Fedi. L’intenzione è arrivare a un riequilibrio organico: per il deputato dell’Ulivo è necessario “aumentare il numero di componenti eletti, eliminare una rappresentanza governativa che non ha ragione di essere, ridurre il numero di Plenarie dando spazio alle Continentali che devono avere forme di collegamento con i Comites e con le rappresentanze regionali”. Nel progetto di riforma del CGIE l’on. Fedi vorrebbe vedere un maggiore coinvolgimento delle giovani generazioni, e a tal proposito la Conferenza dei giovani italiani all’estero può essere “un momento per costruire una presenza organizzata e collegata alla riforma del CGIE”.

L’intervento all’Assemblea plenaria ha quindi toccato temi di carattere più generale. Riguardo alla presenza odierna di immigrati in Italia, Fedi ha lanciato un allarme: “Non bisogna commettere in patria gli stessi errori che hanno ostacolato il processo d’integrazione delle nostre comunità nel mondo: chiusura al nuovo, alle altre identità, alla costruzione di una realtà multiculturale, allontanando il diritto alla partecipazione e alla cittadinanza, puntando sul senso di paura, sulle preoccupazioni, evocando tutto ciò che di negativo è possibile evocare”. Gli immigrati regolari, ha aggiunto, vengono nel nostro Paese “con lo stesso spirito, con gli stessi sogni e le stesse aspirazioni che avevamo noi quando, in diverse epoche, abbiamo lasciato l’Italia”. Se è utile che l’immigrato “mantenga un legame culturale con la propria terra di origine”, sottolinea il deputato, è altrettanto legittimo che egli voglia “partecipare alla vita politica, sociale e culturale italiana, e quindi poter diventare un cittadino italiano ed europeo in tempi ragionevoli”.

È da questa consapevolezza che sorge “l’urgenza di intervenire a fronte dei cambiamenti che stanno avvenendo nella società italiana: affiancando al principio dello jus sanguinis quello dello jus soli, si dà una risposta normativa ad una direttiva comunitaria ma anche ad un principio di civiltà”, ha spiegato Fedi. Tra le sue proposte sul tema ci sono la riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza e la sanatoria di tutte le situazioni di disparità e di ingiustizia, consolidando tale principio in maniera da renderlo applicabile non oltre una specifica fascia cronologica.

Altro tema affrontato nel suo intervento è stato quello della riforma elettorale, sul quale è in corso in Italia un incessante dibattito politico. Fedi ha auspicato l’apertura di “un tavolo di concertazione tra maggioranza ed opposizione per arrivare, se possibile, ad una proposta seria, condivisa”. In particolare, egli ritiene che la legge 459/2001 possa essere modificata mantenendo fermi alcuni principi: il voto per corrispondenza (alcune importanti soluzioni tecniche potrebbero renderlo maggiormente rispondente ai criteri di segretezza e personalità), l’anagrafe volontaria oppure una seria operazione di sistemazione, le operazioni di scrutinio.

L’on. Fedi ha concluso il suo intervento rivolgendosi ai tutti i membri del CGIE, sia quelli vicini alla maggioranza dell’Unione, che quelli legati all’opposizione. Mentre questi ultimi dovrebbero evitare polemiche strumentali, la maggioranza di governo deve nel contempo impegnarsi a non “disperdere una ricchezza”. “Non è vero che abbiamo superato la fase storica dell’emigrazione: possiamo trasformarla, far nascere nuove forme di collegamento e rapporto con l’Italia”, ha continuato il deputato eletto all’estero. Rilanciando subito dopo: “Però alcune riforme fondamentali vanno fatte, ora, in questa legislatura, insieme, con il contributo costruttivo dell’opposizione”. “La classe dirigente di questo Paese – ha concluso – non può sottrarsi a questo compito e non può deludere le comunità italiane nel mondo”. (Inform/Eminotizie)

 

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EmiNews 2007

 

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