3228 L’ON. FEDI: IL PERMESSO DI SOGGIORNO DI BREVE DURATA È ANCORA PREVISTO DALLE LEGGI IN VIGORE

20070510 16:35:00 redazione-IT

“Anticipare l’introduzione di norme – per ora solo in discussione – mi pare un eccesso di zelo, soprattutto quando non sono state ancora indicate le necessarie soluzioni burocratiche ed amministrative per sopperire a tali cambiamenti. Il permesso di soggiorno di breve durata è ancora previsto dalle leggi in vigore”.

L’On. Marco Fedi, deputato de l’Unione eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, risponde in questo modo alle numerose segnalazioni e proteste, ricevute prevalentemente dall’America Latina, a proposito della mancata legalizzazione, da parte di Consolati, della documentazione utile ai fini del rilascio del permesso di soggiorno breve.
“Si tratta di un’anticipazione normativa – forse eccessiva – poiché non è affatto vero, come sostenuto da alcuni Consolati in America Latina, che i cittadini stranieri che si trovano in Italia per turismo non possono più ottenere il permesso di soggiorno per scopi di riconoscimento della cittadinanza italiana”. “La norma relativa all’abolizione del Permesso di soggiorno breve (PDS) è stata stralciata dalla legge di conversione del decreto legge n. 10 del 15 febbraio 2007, convertito in legge 6 aprile 2007, n. 46, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 84 dell’ 11 aprile 2007, ed è stata invece inserita in un disegno di legge di iniziativa parlamentare, presentato al Senato ed approvato dalla prima Commissione in sede deliberante, ed ora all’esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera, intitolato "Disciplina dei soggiorni di breve durata degli stranieri per visite, affari, turismo e studio" e che non è ancora diventato legge”.
“Risulta tuttavia che alcuni Consolati, nelle more della conversione del decreto legge, abbiano cominciato a rifiutare la legalizzazione della documentazione locale necessaria per l’iter delle domande di riconoscimento della cittadinanza italiana presso i Comuni italiani, asserendo che la famosa Circolare Ciclosi n. 28 del 22 dicembre 2002 del Ministero degli Interni – relativa all’iscrizione anagrafica dei discendenti di cittadini italiani per nascita per il riconoscimento della cittadinanza “jure sanguinis" – che istituzionalizzava tale prassi, non fosse più applicabile proprio a causa del decreto legge n. 10”.

“Va sottolineato invece che fino a quando non sarà approvato il disegno di legge C. 2427, i comuni italiani dovranno procedere all’iscrizione nei registri anagrafici del discendenti di cittadini italiani per nascita in possesso di un valido permesso di soggiorno, indipendentemente dalla durata dello stesso e dal titolo per il quale viene concesso.
Appare comunque evidente la grande confusione che questa vicenda sta creando per i discendenti di cittadini italiani residenti all’estero, i quali vengono informati in maniera approssimativa sui loro reali doveri e diritti in materia di soggiorno in Italia.

Vale la pena altresì ricordare che la Commissione europea ha ritenuto che l’obbligo di chiedere il rilascio del permesso di soggiorno per soggiorni di durata non superiore a tre mesi per i cittadini extracomunitari previsto dal Testo Unico sull’immigrazione (Decreto legislativo n. 286/1998) configuri la possibilità che l’Italia abbia violato gli obblighi cui è tenuta dalla convenzione d’applicazione dell’accordo di Schengen ed ha conseguentemente avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia.

“Mi sembra a questo punto inevitabile che l’Italia, in seguito alla procedura di infrazione sarà costretta ad abolire il premesso di soggiorno per brevi periodi. Fatto che, di per sé, non può essere considerato negativamente” – ha dichiarato l’On. Fedi.
, se non per i problemi che creerà a quei discendenti di cittadini italiani che fino ad ora potevano avvalersi della facoltà (spesso teorica per i ritardi con cui le Prefetture rilasciano i permessi di soggiorno ed i Comuni iscrivono nei registri anagrafici) di richiedere l’iscrizione anagrafica ai fini del riconoscimento della cittadinanza, evitando le lunghe file nel Paese d’origine.
“Innanzitutto va confermato il nostro impegno in sede parlamentare a seguire questi aspetti. Sono state già presentate interrogazioni parlamentari dall’on. Marlo, dall’on. Poretti e dall’on. Bafile. Dobbiamo chiedere al MAE che, con analoga efficienza amministrativa, invii un’istruzione ai consolati in questione per chiedere di tornare alla prassi – consolidata e nota – che non aveva ragione di essere modificata e non ha ragione di essere modificata”.
“Chiederemo al Ministero dell’Interno di comunicare alle prefetture ed ai Comuni, una volta concluso l’iter della proposta di legge 2427, non essendo più previsto, in quel momento, il permesso di soggiorno breve, che si accetti una semplice dichiarazione ai fini dell’iscrizione anagrafica utile ai fini del riconoscimento della cittadinanza italiana”. “Nuovamente: ognuno faccia bene il proprio lavoro” – ha concluso l’On. Marco Fedi.

10 maggio 2007

 

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EmiNews 2007

 

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