3312 NOMADI: “NON CRIMINALIZZIAMO UN INTERO POPOLO”

20070525 10:31:00 redazione-IT

Documento di sei associazioni impegnate nel volontariato

ROMA (Migranti-press/Eminotizie) – “Conosciamo bene i campi, i villaggi e i tanti non luoghi in cui i Rom vivono nelle nostre città, e frequentiamo chi li abita. In questi giorni abbiamo sentito parlare dei Rom nelle maniere più stereotipate e persino fantasiose, spesso con toni ostili e talvolta apertamente intolleranti. Di fronte a queste manifestazioni preoccupanti, riteniamo più opportuno riflettere piuttosto che agire e parlare sull’onda dell’ultima esternazione”. É quanto si legge in un documento firmato da diverse associazioni (Comunità di Sant’Egidio, Caritas diocesana di Roma, Arci Solidarietà, Comunità di Capodarco, Jesuit Refugee Service, Servizio Rifugiati e Migranti/Fcei) dopo il dibattito nazionale sulla sicurezza emerso in questi giorni sui media a seguito della firma del “Patto per Roma Sicura” tra il Comune di Roma e il Ministero dell’Interno.

Per i firmatari del documento è “necessario riflettere, in primo luogo, sul numero complessivo dei Rom e Sinti presenti in Italia. Nonostante l’aumento dovuto, negli ultimi sei anni, alle migrazioni di Rom romeni, la percentuale totale di Rom e Sinti sul totale della popolazione in Italia rimane al di sotto dello 0,3% (di cui circa la metà cittadini italiani).
Va inoltre ricordato che la popolazione Rom e Sinti ha una media di età molto bassa: quasi il 40% ha meno di 18 anni. Può la sicurezza del nostro Paese – affermano le associazioni – essere messa in crisi da 150.000 persone di cui la metà bambini? Può veramente la sicurezza di Roma essere a rischio per 10.000 Rom?”. Le associazioni dicono quindi, no a campi Rom isolati e “controllati” fuori dal Grande raccordo anulare, perché sono una palese violazione dei diritti umani della popolazione presa di mira e chiedono un patto nel quale la sicurezza venga perseguita mediante l’inclusione sociale, attraverso il diritto dei bambini alla scuola, l’accesso alle case popolari, la promozione del lavoro femminile. Non si può utilizzare la popolazione Rom e Sinti – si legge nel documento – come falso bersaglio anziché mettere a fuoco i reali problemi delle nostre periferie. I firmatari fanno presente, inoltre, soprattutto le raccomandazioni europee all’Italia di affrontare la questione dell’alloggio delle popolazioni Rom e Sinti con proposte di misure concrete e decisive per la promozione umana dei bambini e dei giovani. Chi commette reati – conclude il documento – sia sanzionato secondo le leggi: frequentando ogni giorno i ‘campi’ saremo noi i primi ad esserne contenti! Ma non criminalizziamo un intero popolo.
Diffondere una cultura della paura può produrre conflitti maggiori e più violenti. Temiamo che i fantasmi liberati non si trattengano più. É la storia che lo insegna: oggi i grandi ghetti; e domani?.

 

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EmiNews 2007

 

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