3344 ELEZIONI AMMINISTRATIVE: Vince l'astensione e fa paura

20070529 18:18:00 redazione-IT

di Titti Di Salvo

[b]Le ultime elezioni confermano le preoccupazioni in particolare riguardo alla perdita di voti de L’Ulivo. Ma su tutto, ha predominato la disaffezione verso la politica sempre più percepita come lotta per il potere.[/b]
Le elezioni amministrative che si sono appena svolte non ci consegnano risultati sorprendenti, al contrario confermano le nostre preoccupazioni. Per comodità di ragionamento conviene riassumere ciò che le caratterizza: non c’è la spallata del centro-destra ma un suo netto risultato al Nord. L’astensionismo contribuisce sicuramente a comporre quel risultato, segnalando per questa via l’aumento della distanza delle persone dalla politica, ancorché di fronte ad elezioni amministrative. I risultati sono disomogenei ma è omogenea la perdita di voti delle liste dell’Ulivo e con essa, se non si volesse dire che è punita la prospettiva del Partito Democratico, si potrebbe quantomeno affermare che quella prospettiva non è premiata.

I risultati migliori per il centro-sinistra avvengono in città come L’Aquila, Taranto in cui la coalizione esprime come candidato sindaco persone con un profilo marcatamente di sinistra. Là dove è stata presentata la lista di Sinistra Democratica, quella lista ha ottenuto consensi lusinghieri (più dell’8% a Taranto, ma non soltanto in quella città).

Il quadro che emerge dal mettere in fila le diverse considerazioni è, dicevo all’inizio, preoccupante, ma non sorprendente. Vale la pena di ricordare che l’analisi dei flussi elettorali delle elezioni politiche del 2006 avevano da un lato fatto registrare una vittoria di misura dell’Unione, ma soprattutto, scomponendo i flussi al Nord, era emerso un consistente consenso ai partiti del centro destra tra operai e ceti popolari: ad un anno di distanza quel malessere sociale, che l’Istat ha certificato ulteriormente, ha avuto prime risposte, ma non il senso di un profondo cambiamento e di una prospettiva. Anzi annunci contraddittori sulle pensioni, la stessa fatica per rinnovare un normale contratto di lavoro, liti sul tesoretto, hanno annacquato il senso profondo di una "visione" e di una "missione" del governo Prodi.

Naturalmente sarebbe improprio assegnare ad un voto non solo amministrativo ma anche parziale quantitativamente, il segno del giudizio sull’operato del governo: non è cosi, né potrebbe essere così.
Il punto non è sovradimensionare l’evento nei suoi vari aspetti, ma aggiungere questo elemento ad altri segnali che devono avere la giusta considerazione: l’insofferenza per la politica inefficace e costosa che non risolve i problemi è un sentimento che è assurto agli onori della cronaca conquistando le pagine dei giornali. Per quanto ci riguarda è il contenuto di più disegni di legge che, non oggi, ma nella scorsa legislatura e poi all’inizio di questa abbiamo depositato: l’aumento dell’astensionismo degli elettori di centro-sinistra ne è un riscontro da non sottovalutare.

La risposta da dare richiede concretezza: di per sé l’annuncio di nuovi contenitori – il PD- non incrocia né avrebbe potuto incrociare la domanda di rappresentanza che vi sta dietro, come avevamo detto nel corso della discussione congressuale dei DS.
Poi occorre essere chiari sulla provenienza della domanda di rappresentanza: per quanto ci riguarda e per come i risultati ci indicano (Aquila,Taranto,ecc.) la domanda di quei soggetti sociali che negli anni si sono impoveriti, hanno perso visibilità sociale e potere nella società di plastica berlusconiana all’ombra di un generale impoverimento dell’etica pubblica.
La politica, quella dell’Unione, deve saper rispondere alle difficoltà registrate dal voto ripartendo con slancio dalla coerenza alle promesse del programma.
Quelle di una politica capace di ricostruire senso dello stato perché capace di ricostruire etica pubblica, fiducia nella politica, giustizia sociale. Sinistra Democratica lavora a questo obiettivo.

 

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EmiNews 2007

 

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