3352 Gli immigrati al voto amministrativo del 27-28 Maggio

20070531 11:37:00 redazione-IT

di Amadeo Gentile

Credo sia interessante fare una valutazione sul voto alle ultime elezioni amministrative, anche per ciò che riguarda gli stranieri che per la prima volta hanno preso parte a questa tornata elettorale. Forse non tutti sanno che sono stati 6.313 gli stranieri aventi diritto al voto per il rinnovo di 861 Comuni di cui 26 capoluoghi, oltre al rinnovo di 7 amministrazioni provinciali. Qui di seguito il numero di votanti per nazione: Romania 5.122, Polonia 750, Bulgaria 326, Rep. Ceca 30, Ungheria 28, Slovacchia 21, Lituania 20, Lettonia 16.

Come potete vedere rumeni e bulgari sono le comunità più numerose che hanno potuto votare alle elezioni amministrative e una dozzina di rumeni ha avuto la opportunità di essere candidata a consigliere comunale nelle varie realtà locali. Al Ministero dell’Interno risulta che 5.122 rumeni e 326 bulgari hanno chiesto di essere iscritti alle liste elettorali, così come previsto per i cittadini dei paesi della Unione Europea, della quale sono entrambi entrati a far parte dall’inizio di quest’anno. Credo sia da valutare questa novità in maniera positiva significando da parte degli immigrati, la volontà di voler prendere parte in maniera attiva anche alla vita politica del Paese che li ospita, l’Italia appunto.

Ovviamente non saranno i cinquemila e passa voti dei rumeni a decidere il risultato di queste amministrative italiane, ma non si può non prendere atto che costoro hanno evidentemente percepito prima e più velocemente degli altri, l’importanza di prendere parte all’evento elettorale. Pensiamo ad esempio che i polacchi, che sono cittadini comunitari da oltre due anni, questa possibilità l’hanno invece sempre un po’ snobbata: i polacchi infatti, andranno alle urne solo in 750 pur essendo una foltissima comunità. E sono appena 30 i cechi, 21 gli slovacchi, 20 i lituani, 16 i lettoni, tanto per fare qualche esempio.

Ad Alessandria, la Lega Nord ha candidato tra le proprie fila un imprenditore rumeno, a Latina un rumeno figura tra le liste dei Ds. Ma a battere tutti per tempo e quantità è stato l’Udeur di Mastella che di rumeni ne ha candidati otto e soprattutto, ha siglato un vero e proprio patto con il Pir il partito dei rumeni in Italia, di recente costituzione e che conta per ora 5000 iscritti e venti sedi in tutta Italia.

Credo che il motivo di tanta attenzione da parte dei vari Partiti verso questa nuova realtà, probabilmente andrà oltre questa tornata elettorale, infatti al di là delle ideologie e dei risultati politici, la novità dei cittadini immigrati rappresenta probabilmente un laboratorio che i partiti hanno voluto utilizzare per future elezioni, ad esempio le Europee del 2009.

Ovviamente non sono mancate da parte degli immigrati le polemiche per prendere parte al voto, i tempi brevi disponibili per organizzarsi e la scarsa informazione, hanno fatto gridare ad una sorta di «discriminazione» il presidente del partito dei rumeni in Italia: «Difficoltà che ci hanno causato, tra l’altro, l’impossibilità di presentare altre candidature, come a Jesi, Moncalieri e Desenzano» ha scritto, ma come sempre si paga lo scotto e l’inesperienza della prima volta ed il problema da parte degli immigrati, delle procedure per ottenere la residenza dai Comuni, certo non ha aiutato.

Nella sola Roma, secondo stime della Caritas vivono circa 75.500 rumeni regolari e fino alla scorsa settimana solo 5 municipi accettavano le richieste di iscrizione, ecco probabilmente perchè sono solo poco più di cinquemila (di cui 2.257 maschi e 2.865 donne) i rumeni che andranno alle urne, è possibile che avrebbero voluto essere molti di più. Il dato che sorge è senza dubbio contrastante: la comunità rumena, che la cronaca quotidiana ci consegna come una tra le più problematiche nel processo di integrazione nel nostro paese, si sta dando però molto da fare a livello civico e le ragioni sono molteplici, certamente di ordine economico: in quanto la Romania è un importante partner per le nostre piccole e medie imprese, di ordine sociale e politico: in quanto i rumeni in Italia costituiscono la più grande tra le 191 comunità immigrate, con quasi 300 mila regolari a fine 2006. La politica, dunque, per una comunità così numerosa diventa un argomento quasi obbligato.

Quindi per gli immigrati “comunitari” il problema almeno formalmente è risolto, resta invece ancora aperto per gli immigrati extracomunitari, i quali da tempo rivendicano il diritto a partecipare attivamente alla vita politica amministrativa. Il comune di Genova tra i primi, aveva previsto la possibilità di far votare gli extracomunitari alle ultime elezioni municipali, dovendo però interrompere il processo all’ultimo momento.

Inoltre una recente analisi della Caritas Italiana, sempre attenta alle problematiche degli immigrati, evidenzia da una parte la domanda sempre più forte di cittadinanza piena e paritaria anche nei diritti e registra la scarsa fiducia da parte degli immigrati, verso le varie forme di partecipazione “aggiunta” e solo consultiva, ottenute fin qui in alcuni Comuni: Consulte, consigli e consiglieri stranieri, non hanno a loro avviso la capacità di influenzare le politiche locali. La ovvia conseguenza è che tutti gli immigrati, vogliono avere il diritto al voto amministrativo pieno e diretto.

Tanta voglia di partecipare rappresenta sotto diversi punti di vista una novità che dovrà essere analizzata e valutata opportunamente, oltre che rappresentare un nuovo bacino di voti che i Partiti non dovrebbero e sono certo, non mancheranno di cogliere.

Amedeo Gentile

 

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EmiNews 2007

 

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