3388 POGAS – Politiche Giovanili e Attività Sportive

20070616 16:49:00 redazione-IT

All’ultima assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, sul tavolone all’ingresso, in mezzo ad altri documenti a disposizione dei Consiglieri, c’era un depliant, semplice e lineare, edito a cura della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per le politiche giovanili e le attività sportive (POGAS), che è, come tutti sappiamo, l’On. Giovanna Melandri. Il libretto presenta: «Obiettivi e linee di lavoro del piano nazionale giovani». Il Ministero in questione è stato istituito per la prima volta nel maggio 2006.

Per le politiche giovanili, il Ministro è delegato, fra l’altro a coordinare le azioni di Governo: 1) volte ad assicurare l’attuazione delle politiche in favore dei giovani; 2) in materia di scambi internazionali giovanili. Inoltre partecipa alle attività del Forum Nazionale dei Giovani. Per le attività sportive, le deleghe coprono, fra l’altro: 1) proposta, coordinamento ed attuazione delle iniziative normative, amministrative e culturali relative allo sport; 2) rapporti con enti e istituzioni intergovernative che hanno competenza in materia di sport, in particolare con la UE, il Consiglio d’Europa, l’UNESCO e la WADA (World Antidoping Agency); 3) rapporti con organismi e soggetti operanti nel settore dello sport; 4) esercizio della vigilanza sul CONI. Sappiamo bene quanto gli scambi sportivi siano importanti per i nostri ragazzi e non parlo soltanto di quelli che vivono in Italia. Nell’agosto 2006 è stato istituito un Fondo Nazionale per le politiche giovanili, con una dotazione di €130 milioni l’anno, a partire dal primo gennaio di quest’anno. Già siglati o in via di conclusione gli accordi di programma quadro con le regioni Puglia, Lazio, Marche, Trentino, Campania, Piemonte e Friuli e dei Piani Locali Giovani con i Comuni. Ho citato tutto questo per sottolineare come l’Italia stia prestando un’attenzione particolare alla valorizzazione dei giovani e sia, in questo, in estrema sintonia con le comunità all’estero. Il nostro desiderio è infatti non solo quello di coinvolgere in maniera sempre crescente i giovani delle nuove generazioni nate nei paesi di emigrazione, ma anche quello di favorire il loro collegamento con gli esponenti della mobilità, numerosissimi in particolare negli Stati Uniti –studenti, manager, imprenditori, creativi – che parlano la stessa lingua di lavoro oltre che lo stesso idioma espressivo.
Cosa propone il POGAS? La definizione di uno strumento ambizioso, un Piano Nazionale dei Giovani, interministeriale, fondato sull’idea della centralità dei giovani. «Occorre creare le condizioni perché i giovani possano essere protagonisti della loro crescita e del loro futuro, fare esperienza di autonomia e responsabilità nel cammino verso l’età adulta». Fra i temi specifici ce ne sono almeno due che potrebbero applicarsi – sic et simpliciter – alle nostre esigenze: favorire ed ampliare la partecipazione alla vita pubblica e alla rappresentanza; stimolare il dialogo interculturale. Il POGAS si propone fra l’altro di attivare tavoli di sensibilizzazione, di identificare grandi progetti, anche di carattere internazionale, di strutturare un sistema di stages che garantisca ai giovani universitari di incontrare il mondo del lavoro (e, aggiungiamo noi, che consenta ai giovani oriundi di venire a trascorrere periodi di immersione nella realtà italiana). Ancora, esiste un Programma europeo denominato «Gioventù in azione», con fondi che nel periodo 2007-2013 ammontano a €800 milioni e che ha come principale obiettivo la promozione della cittadinanza attiva dei giovani attraverso cinque azioni precise: gioventù per l’Europa, servizio volontario europeo, gioventù nel mondo, sistemi di appoggio alla gioventù, sostegno alla cooperazione europea nel settore della gioventù. Come vedete, l’Europa pensa all’Europa. Ma i nostri ragazzi, in quanto italiani, sono anche cittadini europei o comunque discendenti da cittadini europei, dunque dobbiamo far valere il principio che in materia di giovani vale il sangue e non soltanto la residenza sul territorio. I programmi europei, in un intelligente circolo virtuoso, almeno nel campo dei giovani, devono essere accessibili a tutti gli oriundi. Ci stiamo preparando alla Conferenza dei Giovani che dovrebbe tenersi nel 2008. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha istituito una propria Commissione di lavoro, il cui compito è appunto quello di occuparsi di politiche giovanili e nuove emigrazioni. A ottobre dell’anno scorso abbiamo dedicato una giornata all’ascolto dei desideri e delle necessità dei giovani, che ci sono stati presentati da venti giovani esperti provenienti dai maggiori paesi di emigrazione. Perché non continuare con i fatti? Perché non lavorare tutti insieme, costruttivamente, per inserire le esigenze dei giovani delle nostre comunità nel Piano Nazionale Italiano?

Silvana Mangione

 

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EmiNews 2007

 

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