3410 L’Unione fa il punto sulle politiche per i connazionali nel mondo

20070621 11:14:00 redazione-IT

A un anno dall’ingresso in Parlamento degli eletti all’estero l’Unione fa il punto sulle politiche per i connazionali nel mondo

Nonostante il momento dell’emergenza economica sembri superata sono ancora numerosi i problemi sul tappeto. Tra le priorità da inserire nel Dpef il potenziamento dell’organico della rete consolare e l’assegno di solidarietà. Gli interventi del ministro Chiti e del vice ministro Danieli

ROMA – Per fare un bilancio di quanto è stato fatto dall’arrivo in Parlamento degli eletti all’estero e capire quali linee d’azione possano essere intraprese per il rilancio, in vista della stesura del Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef), delle politiche degli italiani nel mondo, è stato promosso a Roma dal Coordinamento dell’Unione il seminario dal titolo “Progettare il futuro”. L’incontro, coordinato dal vice responsabile dei Ds per gli italiani nel mondo Eugenio Marino, si è aperto con la relazione di Luciano Neri (Margherita) del coordinamento dell’Unione all’estero, che ha evidenziato come nell’ultimo periodo si sia sviluppata una maggiore coesione fra il Governo, l’Unione e i parlamentari eletti all’estero. Neri, dopo aver ricordato che le ultime elezioni all’estero sono state vinte dall’Unione grazie alla sua capacità di presentare ai connazionali una proposta politica unitaria, ha sottolineato come in questi mesi di governo siano già stati incardinati i principali temi del programma elettorale riguardanti la riforma della promozione culturale all’estero e del diritto di cittadinanza, il rinnovo degli organi di rappresentanza delle comunità, lo sviluppo dell’assistenza sanitaria e l’ammodernamento di Rai International.

“E’ vero – ha ammesso Neri – che in questi mesi abbiamo avuto delle posizioni politiche articolate, ma sui i temi fondamentali sussiste una sostanziale sintonia politica. Dobbiamo quindi andare avanti valorizzando quello che ci unisce. Bisogna inoltre lanciare – ha proseguito – segnali di grande trasformazione nel campo della cultura, cambiando ad esempio la legge 153 vecchia di trent’anni, dell’informazione e della rappresentanza. Molti Comites sono bloccati da contrasti interni e il Cgie, pur continuando ad arricchire il dibattito, sente rallentare l’incisività della sua azione. Innovare – ha aggiunto Neri – vuol dire cominciare anche a riflettere con concretezza e senso di responsabilità sui reali risultati ottenuti con gli investimenti stanziati nell’ambito degli enti gestori o dell’assistenza”. Segnalata da Neri anche la necessità di colmare il deficit di comunicazione politica che non favorisce l’attività dell’Unione presso le nostre comunità all’estero.

Gli interventi degli eletti all’estero

Il deputato dell’Ulivo Gino Bucchino, eletto nella ripartizione Nord e Centro America, ha sollecitato, in vista del varo del Decreto di programmazione economica, un confronto costante fra gli eletti all’estero e il Governo che al momento sembra non prestare la dovuta attenzione alle proposte di legge dei parlamentari della circoscrizione Estero. Provvedimenti che incontrano in Parlamento serie difficoltà di calendarizzazione . “Per il potenziamento della rete consolare – ha detto Bucchino – la soluzione va ricercata, superando il limite delle assunzioni imposto dai sindacati del Mae, nell’acquisizione del personale in loco. Utilizziamo al meglio questa occasione di rappresentanza nel Parlamento italiano – ha concluso il deputato dell’Ulivo paventando il rischio che la riforma del sistema elettorale possa cancellare gli eletti all’estero – per portare a casa soluzioni serie in favore dei nostri connazionali nel campo della cittadinanza e dell’informazione”.

Arnold Cassola (Verdi), eletto alla Camera nella ripartizione Europa, ha chiesto notizie sul processo di razionalizzazione della rete consolare. Cassola ha inoltre ricordato come a tutt’oggi non sia stata ancora siglata la convenzione con Rai International e vengano oscurati in Europa programmi della televisione pubblica che riscuotono notevole successo fra i nostri connazionali. Il deputato dei Verdi ha sollecitato maggiori diritti lavorativi per chi viene assunto all’estero e il miglioramento degli aspetti tecnici del voto per corrispondenza.

Dal canto suo il deputato dell’Ulivo Franco Narducci, eletto nella ripartizione Europa, ha proposto di ripartire, per il rilancio dell’Unione all’estero, dalla proposta politica e culturale contenuta nel programma che ha dato voce a tanti connazionali nel mondo. “Sembra che per il Governo l’unico punto valido d’attenzione – ha affermato Narducci – sia quello del Sud America, dimenticando che esistono anche altre realtà. come quella europea, dove la nostra comunità sta vivendo momenti di difficoltà anche per quanto riguarda l’attività dei consolati. In questo contesto bisogna affrontare i grandi nodi dell’insuccesso scolastico, dell’inserimento professionale, degli anziani e della legge 153. Il Governo – ha concluso Narducci dopo aver chiesto l’attivazione di un tavolo permanente di confronto per ragionare sulle principali tematiche fra gli eletti all’estero, l’Unione e il vice ministro Danieli – non può più sopportare che vi sia una disparità di trattamento economico così grande fra gli insegnanti di ruolo e quelli degli Enti gestori”.

Anche il deputato della ripartizione Africa, Asia, Oceania ed Antartide Marco Fedi ha sottolineato l’esigenza di far ripartire l’azione politica dal programma originario dell’Unione. “In questo vuoto politico-culturale in cui rischiamo di cadere – ha affermato – dobbiamo mettere al centro, proponendole con spirito innovativo, le grandi questioni dell’identità, della cultura, dell’integrazione, del multiculturalismo e delle appartenenze che riguardano gli italiani all’estero”. Dopo aver rilevato l’esigenza di non caricare di costi eccessivi la proposta di legge per la riforma della cittadinanza, Fedi ha annunciato che gli eletti all’estero dell’Unione stanno mettendo a punto un documento con cui chiedere impegni precisi al Governo, a partire dal prossimo Dpef, sul rafforzamento del legame con le comunità italiane nel mondo, sul potenziamento della rete consolare, sullo sviluppo delle convenzioni bilaterali a tutela dei nostri cittadini all’estero e sulla modifica dei criteri di erogazione dei contributi per i mezzi dell’informazione italiana nel mondo.

Il deputato dell’Italia dei Valori Antonio Razzi, eletto in Europa, ha chiesto di approntare in tempi rapidi le riforme della cittadinanza e della legge 153 e lo snellimento delle attività consolari. “Affinché l’esperienza dell’Unione all’estero continui ad andare avanti – ha affermato Gianni Farina dell’Ulivo – sarà opportuno trovare un collegamento tra noi e il Parlamento europeo che ci consenta di approfondire i problemi dei singoli paesi”. Farina ha inoltre chiesto una svolta nell’ambito della rete consolare che, oltre a cambiare i regolamenti e aumentare il personale, metta in grado questi uffici di funzionare puntando sul principio della meritocrazia. La deputata dell’Ulivo Mariza Bafile, eletta in Sud America, ha dal canto suo evidenziato come a tutt’oggi gli eletti all’estero abbiano svolto nel Parlamento italiano un ottimo lavoro che vedrà risultati concreti nei prossimi mesi. “Adesso che entriamo nel secondo anno di attività – ha proseguito – dobbiamo unire gli sforzi dei parlamentari all’estero intorno a punti certi, andando avanti, insieme al vice ministro Danieli, in maniera coesa per raggiungere gli obiettivi prefissati”.

I commenti istituzionali

Il vice ministro degli Esteri Franco Danieli ha escluso che vi possa essere una riforma elettorale che elimini la circoscrizione Estero ed ha rilevato come anche in futuro l’unità delle forze riformatrici continuerà ad essere una costante della presenza dell’Unione all’estero. Danieli ha poi evidenziato la necessità, anche per cercare di fare breccia nell’attenzione della politica e dei grandi media italiani, d’individuare momenti d’incontro quasi automatici fra parlamentari eletti all’estero, partiti dell’Unione e Governo. “La centralità nell’azione di governo per l’America Latina – ha spiegato Danieli rispondendo alle sollecitazioni di Franco Narducci – è una questione oggettiva che riguarda i connazionali di questo continente che, a differenza di altri italiani all’estero, non hanno la possibilità di accedere a cure sanitarie di qualità e a forme evolute di tutela sociale. Abbiamo l’intenzione di assumere – ha precisato il vice ministro rilevando come la rete consolare sia oberata da crescenti competenze e dalla grave carenza di personale – 100 persone, attraverso lo scongelamento di un bando già svolto un paio di anni fa, e circa 300 contrattisti locali per una spesa totale di 27 milioni di euro. Entro dieci giorni – ha aggiunto Danieli – saremo a Palazzo Chigi per presentare le nostre proposte da inserire nel Dpef. Le priorità saranno il potenziamento della rete consolare e l’introduzione dell’assegno sociale”. Danieli nell’esprimere una valutazione positiva sull’istituzione dei Comitati parlamentari per gli italiani all’estero, ha però sottolineato la necessità di non accontentarsi.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, dopo aver auspicato una forte coesione dell’Unione in Italia e nel mondo, ha invitato gli eletti all’estero, in vista del Dpef, a portare le loro istanze all’interno dei gruppi parlamentari. Per quanto riguarda invece la riforma elettorale, che dovrebbe superare il sistema delle candidature bloccate, dare più spazio alle donne e fornire indicazioni chiare sulle coalizioni prima delle elezioni, Chiti ha evidenziato come a tutt’oggi siano state presentate solo istanze di tipo tecnico per quanto riguarda le operazioni del voto per corrispondenza. “I parlamentari all’estero – ha detto Chiti – hanno lavorato bene e sarebbe interessate per il Governo avere da loro, insieme al coordinamento dell’Unione, indicazioni sul voto”. Il ministro ha infine auspicato per settembre un incontro fra gli eletti all’estero e le Regioni sulla promozione del sistema Italia nel mondo.

Il contributo del Cgie e dell’associazionismo

Norberto Lombardi, rappresentante nel Consiglio Generale dei Ds, ha ricordato come la necessità di stare insieme dell’Unione nasca da una precisa richiesta politica delle nostre comunità all’estero. Ha inoltre rilevato come in realtà in questi mesi di governo dell’Unione siano stati posti sul tavolo i principali punti del programma per l’estero. Una fase dinamica, non ipotizzabile fino a qualche anno fa, che appare avviata verso risultati concreti. Lombardi ha anche sottolineato la necessità di promuovere una riforma della 153 che, rifacendosi ai valori di ampio respiro dell’interculturalità, superi i confini delle nostre comunità.

L’esigenza di rinnovare il rapporto culturale con le collettività italiane è stato evidenziato anche dal consigliere del Cgie Andrea Amaro (Cgil) che ha inoltre auspicato l’inserimento in finanziaria delle risorse necessarie al salto di qualità della rete consolare. Il coordinatore nazionale della Filef Rodolfo Ricci ha chiesto l’inserimento nel Dpef di un esplicito riferimento ai diritti delle collettività italiane all’estero che devono essere finalmente considerate come un potenziale su cui l’Italia possa investire. Ricci ha anche chiesto maggiori tutele per il mondo dell’associazionismo.

Le valutazioni dei partiti

Dopo l’intervento della deputata dell’Udeur Sandra Cioffi, che ha lanciato un appello per la rapida calendarizzazione nel dibattito parlamentare delle proposte di legge che interessano gli italiani all’estero e per l’acquisizione di nuove risorse in favore degli uffici consolari nel mondo, Massimo Bernacconi, responsabile dell’Italia dei Valori per gli italiani all’estero, ha segnalato l’esigenza di considerare le varie iniziative per le nostre comunità nel mondo come parte integrante della politica estera italiana. Bernacconi ha anche auspicato lo sfoltimento delle rappresentanze consolari in Europa, che su scala mondiale andrebbero però potenziate con il reclutamento in loco del personale. Chiesto inoltre un miglioramento della legge elettorale che non tocchi però l’esclusiva prerogativa degli italiani nel mondo di candidarsi nella circoscrizione Estero. Il senatore Josè Luis Del Rojo di Rifondazione Comunista ha dal canto suo criticato l’eccessiva burocrazia dei consolati e si è detto favorevole al recupero delle nuove generazioni soprattutto dal punto di vista culturale.

A conclusione dell’incontro Maurizio Chiocchetti, responsabile dei Ds per gli italiani nel mondo, ha sottolineato come, nonostante all’estero la crisi del rapporto fra politica e cittadini sia meno grave che in Italia, sia opportuno da parte dell’Unione nel mondo un cambio di passo che andrà effettuato con spirito unitario e di squadra. Ha poi chiesto all’Unione ed ai parlamentari eletti all’estero di formulare soluzioni per il miglioramento tecnico del voto per corrispondenza. Per quanto riguarda il Dpef ha auspicato un aperto confronto con il ministro delle Finanze volto anche al reperimento dei fondi per l’assegno di solidarietà la cui realizzazione dovrà essere discussa anche con le parti sociali. Chiocchetti ha inoltre segnalato l’esigenza di tutelare i diritti delle nostre comunità attraverso interventi concreti, come ad esempio la riduzione della tassazione dei passaporti. Ha espresso infine un giudizio positivo sulla strada intrapresa da Rai International.

(Goffredo Morgia – Inform/Eminotizie)

 

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EmiNews 2007

 

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