3452 Sos dall’America Latina: mancano i soldi per il funzionamento dei consolati

20070708 23:50:00 redazione-IT

Mancano soldi e personale per far funzionare i consolati Situazione drammatica a Montevideo…

Più personale, più soldi. Servono risorse per accontentare le richieste crescenti degli italiani all’estero ed ottimizzare la rete consolare – scrive Federica Manzitti su Gente d’Italia il quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia – I fondi per integrare il numero degli addetti ed assumere 100 addetti di ruolo e almeno 200 lavoratori a contratto "dovrebbero venire dalla prossima Finanziaria o dal tesoretto", aveva detto con senso del realismo il vice Ministro per gli Italiani all’estero Franco Danieli durante la pre-inagurazione del nuovo Consolato di Montevideo.

Consolato nuovo e nuovo Console che dovrebbe arrivare finalmente il 20 luglio, ma vecchi problemi. Restano sempre da soddisfare le richieste di servizi per 80 mila cittadini italiani residenti in Uruguay e a rispondere sono ancora i 15 dipendenti di Bvlr Artigas 456. Tredici dipendenti per la verità, vice Console compreso, dopo che due dipendenti sono andati via per scadenza del contratto e per pensionamento, ma non sono stati sostituiti. La situazione di Montevideo è, secondo la recente mappatura del Ministero degli Esteri la più penalizzata nel rapporto tra personale e cittadini. Una sproporzione per colmare la quale è dovuto intervenirre anche l’Ambasciatore Guido Scalici che ha richiesto una piccola somma al Ministero dell’Economia ma gli è stato detto di no. "Abbiamo fatto domanda per 40 mila euro in un anno che servirebbero ad assumere personale precario, con contratti a progetto e supplire, almeno in maniera emergenziale, alla carenza di personale e ripristinare i servizi". Ma via XX Settembre, ha detto no. I soldi quindi non ci sono. Ma le missioni in Uruguay sì, le delegazioni in viaggio dall’Italia, le visite, le cerimonie, e a volte sono molto costose. La più recente, quella capitanata dalla presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso era formata da 18 persone. La prima in ordine di tempo nell’ultimo anno, quella del presidente della camera Bertinotti era di 12 delegati, una trentina di giornalisti e aereo di Stato. Il Vice Ministro Franco Danieli a giugno per la sua missione in Uruguay si è fatto accompagnare da una sola persona e sul volo di linea. ma la buona volontà di alcuni non basta a mettere a tacere il malumore. " Garbatamente", racconta l’Ambasciatore Guido Scalici, "ogni volta che arriva una missione affollata dall’Italia qualcuno dei nostri connazionali mi si avvicina e dice di essere grato per l’attenzione crescente che l’Italia dimostra, ma chiede che insieme all’attenzione e alle spese che queste attenzioni comportano ci siano le risorse per ottenere i servizi consolari". Per legge il rilascio del passaporto prevede 15 giorni, più 15 giorni. In Uruguay ci vogliono 6 mesi. "Io sono felice davvero, della crescente attenzione che l’Italia riserva all’Uruguay, ma non posso non rappresentare il disagio che la comunità manifesta". L’Ambasciata , dopo aver incassato il no del Ministero dell’Economia ha anche pensato di prestare al Consolato uno, due dipendenti, ma i dieci che sono alla sede diplomatica rappresentano già così il minimo termine perchè gli uffici continuino a funzionare. Soldi quindi per pagare gli stipendi dei lavoratori a progetto. Soldi per mettere agli sportelli e negli archivi altre persone e smaltire pratiche che giacciono da mesi da anni. Per il piano di assunzioni studiato dal Ministero degli Esteri servirebbero esattamente 27 milioni di euro, che come si diceva per ora non ci sono. La soluzione però è anche in una razionalizzazione delle risorse, cioè un lavoro lungo di riduzione degli sprechi e di ottimizzazione degli strumenti, modifica delle procedure burocratiche e semplificazione amministrativa come non si stanca di ripetere il Delegato della Farnesina. Gli ha fatto eco in Senato l’on. Claudio Micheloni presidente del neonato Comitato permanente per le questioni degli Italiani nel Mondo di Palazzo Madama. "Non si ristruttura una rete consolare ridotta in condizioni miserevoli, ma bisogna ridefinire nuove regole, nuove modalità di funzionamento, di gestione del personale. Tutto ciò sarà possibile se ci sarà un largo consenso politico capace di sbloccare vecchie incrostazioni amministrative e anche, a volte, ingiustificati privilegi". Il senatore Micheloni ha poi espresso la convinzione che "una riforma profonda, rapida e innovativa dei servizi consolari e diplomatici nel mondo porterà sicuramente ad un risparmio e ad un aumento dell’efficienza della rete consolare e diplomatica, che migliorerà sia i servizi per gli italiani residenti all’estero che per l’Italia in generale". Intanto dalle sedi del mondo, e in America latina particolarmente vista la pressione sulla rete consolare, si attende che il piano di assunzioni, come previsto, aumenti l’organico del 50%, e al più presto. La razionalizzazione invece presuppone tempo e fatica e soprattutto conoscenza dell’esistente. La mappa della rete consolare sarebbe servita a questo a fornire lo strumento per eventualmente trasferire risorse umane e non da dove servono meno a dove servono di più. "Sono convinto che i problemi della rete consolare siano dovuti anche all’organizzazione del Ministero degli Affari Esteri, e ad una burocrazia che non si rende conto di essere superata da decenni. Se affrontiamo solo il problema delle risorse, secondo me non risolviamo il problema della rete consolare. Più finanziamenti, più risorse, ma riforma e semplificazione dell’amministrazione". Così parlava il senatore Claudio Micheloni. Restano comunque ancora inevase circa 500 mila richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana in Argentina, altrettante in Brasile e 21 mila in Uruguay. Alla questione della cittadinanza, che attende ora la discussione della nuova legge, si aggiungono altre competenze dei consolati. L’elenco è riportato nella guida presentata recentemente alla Farnesima. Una brochure di 84 pagine divisa in sezioni tematiche che ha l’intento di semplificare il rapporto con gli utenti nel mondo e di unificare l’informazione. Nella parte centrale della guida, che è già stata distribuita in via sperimentale in Germania ed in Belgio, ci sono delle schede analitiche che illustrano, fornendo indicazioni sull’eventuale costo e sul modo di acquisire la prestazione, i principali servizi offerti agli italiani nel mondo. Durante la presentazione Adriano Benedetti, direttore generale del Mae per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie, ha spiegato come la nuova guida rappresenti un tentativo di armonizzazione delle disposizioni riguardanti i servizi consolari e, al contempo, uno strumento esplicativo a disposizione degli utenti e degli stessi operatori. "Questa pubblicazione – ha aggiunto Benedetti – è anche il primo passo di una più complessa operazione, denominata ‘il consolato a casa’, che cerca di ridurre attraverso le nuove tecnologie le distanze fra l’utenza e gli uffici consolari". Ecco, internet lo strumento per risparmiare soldi e tempo e stipendi. Ma ad oggi la possibilità reale di ottenere certificati e servizi via mail è limitata, mentre agli sportelli dei consolati aumentano le richieste perchè si diversificano. La riforma in corso infatti aumenta l’offerta di servizi. Passaporti elettronici, carte d’identità, IT card, le carte di sconto per il turismo di ritorno, e questo è bene. Ma non sempre gli strumenti per erogarli sono adeguati. Almeno non in America Latina. Sempre nella nuova sede del Consolato di Montevideo il Vice Ministro Danieli disse che "la legge sulla cittadinanza attualmente in discussione vedrà il riconoscimento del diritto alle donne nate in Italia prima del 1948 e ai loro discendenti di essere cittadini italiani e consentirà di riaprire il termine delle domande a chi le aveva fatte scadere, visto che saranno introdotte altre funzioni nei Consolati come il rilascio del passaporto elettronico e della carta d’identità, quindi intendiamo aumentare l’organico". Il dibattito sulla nuova legge però, sostengono rappresentanti della comunità italiana in Sud America come l’on Merlo da San Paolo, anche se urgente non può essere inteso come requisito previo ad un intervento per migliorare la rete. Nello stesso tempo però la prudenza nel rilascio della cittadinanza è sacrosanta visto che anche alla Farnesina sono noti casi di persone che ne hanno fatto richiesta basandosi sulla presunta discendenza da trisavoli vissuti fino al 1780 o ancora di persone indotte ad attivare pratiche solo per ottenre poi favori e contributi economici. Dei 500mila richiedenti in Brasile, si chiede lo staff del Vice Ministro Danieli, quanti ne hanno davvero diritto, quanti lo fanno per spirito di apparteneza all’Italia e quanto costerebbe alla comunità fornire a persone che non hanno altro interesse che il proprio servizi assistenza e contributi?. "Lo Stato italiano", ha detto in quell’occasione Danieli, "è generoso quando può, ma non è fesso". Oltre alle cittadinanze grande lavoro per gli sportelli consolari arriva dal rinnovo dei passaporti. per questo c’è un’allternativa, la carta d’identità, che almeno per l’Europa rappresenta una soluzione se non altro meno costosa per i cittadini alla tradizionale richiesta di rinnovo di documenti di identità. Il documento potrà però essere richiesto soltanto da coloro che risiedano in maniera permanente all’estero e risultino iscritti nell’Aire. La domanda, dal costo di 5,16 euro, potrà essere presentata al consolato di persona. La procedura burocratica messa in atto dai consolati per il rilascio della Carta, pur essendo completamente telematica, è comunque abbastanza complessa e prevede in primo luogo la verifica della presenza del connazionale nella banca dati dell’Aire e la successiva richiesta, necessaria per evitare il rilascio di una Carta d’identità a chi fosse già in possesso di questo documento, del nullaosta del comune d’iscrizione all’Aire. Una volta acquisite queste informazioni il consolato emetterà la carta d’identità cartacea che riporterà sul retro il nome del comune in cui il cittadino è iscritto all’Aire e sul frontespizio la località in cui opera l’ufficio consolare che ha rilasciato il documento. E puntuale è arrivata la replica dei sindacati della Farnesina. I sindacati Fp Cgil, Fps Cisl, Uil Pa del Ministero degli Affari Esteri hanno diramato una nota in cui si dice che "La lodevole iniziativa dovrebbe avvenire senza aggravio di costi o, come si ama dire, "a costo zero" perché per l’erogazione di questo nuovo servizio non è prevista alcuna risorsa aggiuntiva per gli Uffici Consolari che già operano da anni in situazione di emergenza". I sindacati si chiedono "se i responsabili dell’Amministrazione abbiano fornito al Vice Ministro adeguate informazioni sulla complessità delle procedure", ossia che i Comuni dovranno autorizzare ogni singolo caso e che il programma informatico per le carte identità non "dialoga" con gli altri programmi informatici (AIRE e passaporti). Il vice Ministro ha subito replicato dicendo che con i Comuni sono stati avviati contatti e confronti al fine di snellire le procedure e velocizzare il rilascio dei documenti in osservazione però delle regole di sicurezza in vigore. Ma secondo i sindacati "a differenza di quanto avviene per il rilascio dei passaporti, la tempistica sfuggirà completamente al controllo dei Consolati i quali saranno tenuti ad inviare ai Comuni ed alle Questure comunicazioni cartacee contenenti non meglio identificati "cartellini" stampati in due copie "in carta pesante o cartoncino" per conservarli in un apposito schedario: si tratta di un singolare tuffo nel passato visto che i Consolati hanno ormai da anni solo schedari informatici". 
Problemi d’Europa che in Sud America sono lontani da venire. Lì si sta lavorando anche per rimettere a nuovo la sede di Montevideo in tempo per ottobre quando ospiterà i 15 dipendenti del Consolato. Questi, con l’attuazione del nuovo piano di assunzioni potrebbero salire a 17, di cui 6-8 saranno agli sportelli e dovranno, solo per l’Uruguay, rispondere alle richieste di servizi per circa 14mila persone ciascuno.

Però,
viva
il Cgie
Servono soldi. Per far funzionare i consolati italiani nel mondo. Ma le palanche non ci sono – comincia così il fondo con cui apre Gente d’Italia il quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia – Il direttore per gli italiani all’estero Benedetti annuncia con soddisfazione l’operazione ‘il consolato a casa’, operazione che dovrebbe ridurre attraverso le nuove tecnologie le distanze fra l’utenza e gli uffici consolari". In America Latina e non solo queste parole fanno sorridere. Molti italiani riescono a mala pena a sbarcare il lunario….
Al trionfalismo dell’ambasciatore Benedetti seguono “visite” a ripetizioni di Regioni italiane che “scoprono l’America”. Vagonate di invitati, delegazioni del made in Italy tutto-compreso. Il Piemonte, per esempio, è sbarcato in Sudamerica per “una serie di accordi bilaterali….” Viaggi in “magnifica” e lauti pranzi. Bertinotti nel suo ultimo viaggio-scoperta sudamericano, con tanto di aereo di stato e decine di invitati al seguito, ha promesso mari e monti…
Le ambasciate devono poi “sopperire” con ricevimenti e pranzi per le delegazioni…
E il povero italiano di Tucuman o dell’interno dell’Uruguay deve aspettare mesi e mesi per poter parlare con l’impiegato di turno del consolato.
Mancano i soldi, mancano i mezzi….
Ma non a tutti…
A nessuno è venuto in mente per esempio i milioni di euro che spende il Cgie? Biglietti aerei in prima classe, alberghi di lusso, riunioni “fantasma”, nel senso della partecipazione delle comunità….Fino a pochi mesi fa il centro-destra sparava a zero contro il Cgie, poi, è bastato far rientrare qualcuno, che si è “portato” qualche altro amico e….tutti zitti, il Cgie riprende le sue sortite.
Fra non molto verranno anche a Miami. “Sponsorizzati” dal locale Comites. Che ha fatto veramente tanto per la collettività di Miami….(Saremo proprio curiosi di ascoltare quali manifestazioni abbiano messo in pratica Sassi e compagni in questi anni del loro mandato).
Tutti a Miami, a settembre. Sole, mare, salsa e … tanta collettività con tante bandiere e tanti italiani… ( sperando che il buon Dio tenga lontano gli uragani visto che saremo in pieno calendario di tormente tropicali). E così, mentre si preparano i festeggiamenti ( senza l’ausilio di agenzie turistiche in loco perché lo vieta il regolamento del Cgie) in america latina non hanno i soldi per poter pagare impiegati e contrattisti dei consolati. E le pratiche di cittadinanza sono ormai protocollate al 2020. L’ambasciatore Scalici ha chiesto 40mila euro per poter sopperire ai bisogni più immediati ( per avere un passaporto a Montevideo occorrono sei mesi, alla faccia della legge che recita 15 giorni). Ma gli hanno risposto picche.
I soldi per venire a Miami, in prima classe, però, ci sono. E non solo per quello…
E allora, viva il Cgie, e poi se gli italiani di Montevideo devono aspettare sei mesi per un loro sacrosanto diritto, avere il passaporto, ma chi se ne frega…..

 

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EmiNews 2007

 

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