20070717 15:36:00 redazione-IT
L’APM chiede alla Germania di non bloccare l’invio di un contingente europeo in Ciad
Bolzano, Göttingen, 16 luglio 2007
L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) è particolarmente preoccupata per la drammatica situazione dei ca. 400.000 profughi accampati del Ciad orientale. 235.000 profughi provenienti dal vicino Darfur e 172.000 profughi interni necessitano urgentemente di protezione
e maggiori aiuti umanitari. L’APM ha lanciato un appello al ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier affinché la Germania non blocchi il contingente europeo a protezione della popolazione civile sul cui invio l’UE dovrebbe decidere ancora nel mese di luglio.
Il contingente europeo, composto da soldati e poliziotti, dovrebbe garantire la tutela dei profughi fino all’arrivo dei caschi blu dell’ONU, ma la Germania pare nutrire diversi dubbi sull’efficacia della missione. Seguendo l’esempio dell’operazione Artemis, che nell’estate 2003 riuscì a evitare una escalation di violenze in Congo, anche questa missione dovrebbe difendere profughi e civili dalle aggressioni perpetuate dalle milizie sudanesi Janjaweed e evitare la pericolosa spirale di violenza tra diversi gruppi etnici, che si accusano a vicenda delle aggressioni.
L’aumento delle aggressioni e violenze in Ciad ha causato un aumento dei profughi interni. Da giugno 2006 il numero dei profughi interni è cresciuto di 140.000 unità. Se non si procede velocemente a garantire ai profughi adeguati livelli di sicurezza e di aiuto non solo si rischia la
morte di migliaia di persone ma anche una pericolosa spirale di caos e violenza. La paura di continuate aggressioni ha già spinto 40.000 profughi provenienti dal Darfur a continuare la fuga verso la Repubblica Centroafricana. Anche qui però non c’è alcuna garanzia di sicurezza per i profughi.
Le forze di sicurezza del Ciad non proteggono i profughi, sottolinea l’APM, e i cooperanti internazionali lamentano proprio la mancanza di sicurezza come uno dei problemi maggiori per l’assistenza alle persone.
Anche gli aiuti umanitari sono insufficienti e mal coordinati, in particolare quelli destinati ai profughi interni la cui situazione è particolarmente drammatica. Il campo profughi di Habile, p.es., conta solo 100 WC per 25.000 persone mentre nell’ospedale di Goz Beida ci sono
2 medici per 100.000 profughi. Altri campi profughi non hanno nessun tipo di assistenza medica, ogni secondo bambino sotto i 5 anni e quinto adulto sono sotto alimentati. L’APM ricorda infine a tutti i paesi europei gli impegni presi con la dichiarazione del Millennium
Development Goals. La crisi del Ciad è l’occasione per dimostrare che non si è trattato, ancora una volta, di promesse vane.
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EmiNews 2007
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