3509 Riforma della legge 153 : il documento della IV Commissione del CGIE

20070725 13:49:00 redazione-IT

“Il nuovo contesto e le nuove esigenze derivanti dall’interculturalità e dalla necessità di un plurilinguismo inducono ad una revisione profonda della normativa vigente, aprendo la strada ad una legge organica globale”

ROMA – “Esiste un desiderio diffuso di superare la legge 153, anche se finora essa ha svolto un ruolo essenziale nella promozione della lingua e cultura italiane a motivo della sua applicazione evolutiva” . Lo rimarca la IV Commissione “Scuola e Cultura” nel documento scaturito dalla riunione dei giorni 6 e 7 luglio.

“La promozione della lingua italiana – ricorda la Commissione – è oggetto di attenzione crescente da parte della comunità globale ed è frutto soprattutto della diaspora. Tanto più forte è l’integrazione della diaspora nel contesto locale tanto è maggiore l’esigenza di lingua e cultura italiane”.

“L’Italia – prosegue il documento – ha cercato di corrispondere a questa diffusa domanda con un complesso e articolato sistema costituito da migliaia di corsi, inseriti per oltre la metà nei curricula locali e frequentati da 550.000 studenti; da 278 scuole all’estero, di cui 8 statali, e 170 italiane legalmente riconosciute; 109 sezioni bilingue; 277 lettorati di ruolo e 142 assunti da università locali; 90 istituti di cultura, operanti in 108 Paesi. Senza contare l’intervento delle Regioni, di soggetti associativi e di istituzioni, come la Dante Alighieri, che da tempo svolgono un’attività di promozione culturale e linguistica”.

“Questo sistema, per altro – avverte la IV Commissione – va riorganizzato, integrato e rilanciato con strumenti normativi e organizzativi nuovi e investimenti adeguati alla funzione di interesse pubblico che esso complessivamente svolge”.

“Il nuovo contesto e le nuove esigenze derivanti dall’interculturalità e dalla necessità di un plurilinguismo inducono – viene sottolineato – ad una revisione profonda della normativa vigente, aprendo la strada ad una legge organica globale, come era stato più volte ribadito dal CGIE”. “E’ essenziale – prosegue la Commissione – tener conto che quando si parla di cultura non si fa riferimento esclusivamente alla cultura sviluppatasi in ambito metropolitano ma anche alle espressioni culturali sorte in emigrazione”.

“La promozione linguistica e culturale è parte essenziale della politica estera italiana” sottolinea ancora la Commissione. Occorre, tuttavia, “tener presente come la situazione italiana sia profondamente diversa da quella di altre Nazioni”. L’Italia, infatti, “intende far fronte alle esigenze di una grande diaspora che per lei costituisce un grande patrimonio”.

Nel documento si ricorda che sono state presentate alla Camera ed al Senato “numerose proposte di legge concernenti la promozione linguistica e culturale, con indicazioni a volte dissimili fra di loro”. “In sede parlamentare si arriverà ad una proposta di legge unica, che miri anche al superamento di interessi corporativi ed imbocchi la strada della razionalizzazione, tenendo anche presente – si sottolinea – le varie elaborazioni proposte dal CGIE in questi anni”.

Per quanto concerne la nuova proposta di legge che disciplinerà tutti gli interventi concernenti la promozione e la diffusione della lingua e cultura italiane nel mondo, la IV Commissione ritiene “essenziali” una serie di punti.

A chi si rivolge la legge: “La promozione e la diffusione della lingua e cultura italiane sono rivolte a tutti gli italiani, con particolare attenzione alle nuove generazioni, e ai loro discendenti e a tutti coloro che desiderano conoscere il nostro patrimonio linguistico e culturale. La promozione e la diffusione non si limitano soltanto alla formazione di base ma si dipanano anche nell’ambito della formazione continua, sempre legata alla evoluzione delle comunità”.

Chi deve attuare la riforma: “Il CGIE ritiene che la sede più adatta per governare la nuova politica e le strategie di intervento in campo linguistico e culturale sia il MAE. Per realizzare ciò il CGIE ritiene indispensabile un coordinamento più organico tra le due Direzioni. Inoltre, occorre la creazione di un Comitato di Coordinamento interministeriale – che includa anche le Regioni – tra MAE, MIUR, Ministero dei Beni Culturali, Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale.

Questo Comitato di Coordinamento sarà presieduto dal Ministro degli Affari Esteri o da un suo delegato”.

Piani Paese: “La programmazione degli interventi deve essere effettuata con scansione pluriennale. La programmazione si costruisce partendo dal territorio e coinvolgendo Comitati genitori, Comites, rappresentanti locali del CGIE, Enti gestori, associazioni interessate alle tematiche Autorità locali.

Il CGIE ribadisce che nel contesto di una riforma organica della legislazione concernente la promozione e la diffusione della lingua e cultura italiana il Piano paese deve includere ogni iniziativa linguistica e culturale”

Personale: “Il CGIE ribadisce la linea di tendenza emersa in questi anni e cioè l’utilizzo sempre più ampio di personale che conosca il contesto socio-culturale e la lingua del posto. Per tale personale si richiede una specifica formazione che va costantemente aggiornata. Il contingente di ruolo – che deve ridursi nel tempo – deve essere inteso non in modo statico ma din mico soprattutto in funzione della formazione e del coordinamento. E’ tassativa la conoscenza scritta e parlata della lingua locale. Il CGIE è da tempo impegnato nella richiesta di una definizione giuridica del trattamento del personale assunto in loco nei cui confronti vige un sistema di incertezza e sperequazione non più tollerabile. Per quanto riguarda i criteri di reperimento del personale, si sono manifestate anche altre opinioni concernenti soprattutto l’istituzione per questo personale di un ruolo all’estero.

Tale sistema comporterebbe un concorso aperto a tutti quelli che hanno titoli specifici e l’assunzione da parte degli Uffici Scolastici Consolari sulla base della graduatoria con trattamento economico conforme alle legislazioni locali.

La riforma deve tendere a orientare le strutture scolastiche all’estero verso una formazione plurilingue e interculturale. Essa, inoltre, deve favorire, come in altri Paesi si sta facendo da tempo, la creazione di percorsi compiuti e unitari di formazione, dai livelli di base a quelli più alti, da mettere a disposizione non solo dei giovani di origine italiana, ma anche di quelli autoctoni che lo desiderino, destinati a diventare classe dirigente nelle diverse realtà in cui sono presenti nostre comunità.

Si auspica, infine, una più stretta collaborazione tra gli Uffici scolastici consolari e gli Istituti di Cultura sul piano della diffusione della lingua e della cultura italiana, come veicolo di comunicazione e di conoscenza del nostro Paese, nonché come elemento di identità europea e di formazione di una nuova cittadinanza, in un quadro di sviluppo e di promozione del “Sistema Italia”.

Enti Gestori: “Si tratta di una struttura che si è affermata nel tempo e che va consolidata e qualificata. Esistono nel mondo diverse tipologie di enti. Si deve favorire un miglior coordinamento degli enti per paese in forme adeguate alle esperienze locali. Ribadiamo l’esigenza di un riconoscimento formale e di una certificazione di qualità degli enti. A tale scopo si può considerare l’opportunità della creazione di un nucleo che verifichi le condizioni di qualità. Per garantire il loro funzionamento l’Amministrazione deve assicurare una certezza in campo finanziario approvando piani pluriennali ed inviando regolarmente e tempestivamente le risorse necessarie. Si dovrà assicurare un accertamento di qualità sui risultati ottenuti”.

 

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EmiNews 2007

 

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