3569 BOMBA (CH): FILM E DIBATTITO SULL’EMIGRAZIONE

20070820 15:14:00 redazione-IT

In occasione della ricorrente Giornata dell’Emigrante, il Comune di Bomba organizza, in collaborazione con la FILEF Abruzzo, MERCOLEDÌ 22 AGOSTO ORE 18,30 PRESSO LA SALA S. MAURO UN INCONTRO-DIBATTITO sull’emigrazione abruzzese nei paesi di lingua tedesca. Sarà proiettato il documentario: “Cara moglia…” Quando noi eravamo tcinkel.

L’emigrazione abruzzese nei paesi di lingua tedesca (Svizzera e Germania) nelle lettere a casa.
Tratto dal libro omonimo di Emiliano Giancristofaro,
con la partecipazione di Germano D’Aurelio (Nduccio)

Intervengono:

Silvano Console autore del documentario e Segretario della FILEF Abruzzo
Donatello Santarone docente all’Università di Roma 3

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“La società e la storia hanno molti modi per essere letti. Il materiale biografico è uno di questi. –afferma Silvano Console autore del film – In queste lettere si percepisce un aspetto sostanziale del fenomeno migratorio: l’emigrazione non è soltanto un insieme di fredde cifre, dati statistici, di partenze e di arrivi, di treni affollati, ma è rappresentata da voci individuali, problemi personali di migliaia e migliaia di persone e di famiglie. Gli emigrati stessi, attraverso le lettere, con le loro parole, raccontano storie silenziose e il loro dramma tanto triste e ingiusto”.

Il Sen. Claudio Micheloni, Presidente del “Comitato permanente per le questioni degli italiani all’estero”, ricorda l’apporto, spesso misconosciuto e sottovalutato, degli italiani all’estero all’economia italiana. La frase "gli italiani all’estero sono una risorsa" non è uno slogan, bensì una realtà.
Parlando di rimesse, negli anni ’60 e’70 ai quali il film di Silvano Console fa riferimento, quelle degli italiani all’estero ammontavano a circa di 1 miliardo e mezzo di dollari all’anno. Oggi la somma arriva a circa 250 milioni di dollari all’anno. Ma questa cifra (in diminuzione) ne nasconde un’altra molto più importante.

“Ci si dimentica – ha affermato il Sen. Micheloni – che sono fruite in Italia pensioni statali (che provengono quindi dalle casse statali dei sette Paesi europei a maggiore emigrazione italiana) che ammontano (dato del 2006) a 3 miliardi e 343 milioni di euro ! Una cifra che si riferisce solo a pensioni provenienti da enti pubblici, ma, se si considerano anche le casse-pensioni private, il dato supera notevolmente i 6 miliardi di euro all’anno. Un apporto di non poco conto per l’economia italiana, con effetti importanti per la nostra economia”.

E ci si dimentica anche degli effetti benefici sulla nostra economia dell’attività degli italiani all’estero. "L’italianità" ha favorito la creazione all’estero di imprese d’importazione di prodotti e macchinari italiani per attrezzare ristoranti, bar, negozi, esercizi commerciali, imprese, ecc. Secondo una stima del 2000, un terzo del volume delle esportazioni italiane è da attribuirsi alla presenza della rete delle comunità italiane all’estero. E le statistiche lo dimostrano: in molti Paesi, dove la nostra presenza è particolarmente consistente, il saldo fra importazioni ed esportazioni è attivo a favore dell’Italia (fonte: Consiglio Generale degli Italiani all’Estero del 2000)”.

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DAL FILM:

DOMENICO (Germano D’Aurelio ‘Nduccio)

Cara moglia

ti ripeto di non metterti tanta pena di me che mi devo coprire bene se no mi viene la tosse, che io ci penso che se cado amalato io, tutto è finito… fa conto che è caduto il travo di casa, perché non sono un bambino !!
Cara anche tu scoltami tutto quello che io ti dico, di non sperampiare, a quello che è necessario, fatti la provvista di legna e di ceppi e non fare i panni a acqua fredda per sperampiare, perché ci sono io per voi.
Cara Maria non ti mette pena per Vincenzo che il primo di ottobre si apre la scuola, prendi tutto quello che vuole e pagali subito senza paura che ci sono io per te e i nostri figli!!… e quando ritorno nessuno mi deve guardare che io devo dare una lira.
Cara tu mi dici che non mi sono ingrassato; cara non credere alle parole del popolo, se io sto bene di salute non mi sento niente ma sono molto sciupato perché due settimane a fatto molto caldo e mangiavo poco, ma non pensare a niente che sto bene.
Cara sono molto contento che mi hai mandato la fotografia di Antonio, è molto grande e sta anche bene di faccia ma quando ho letto il biglietto mi è venuto da piangere.
Cara io vi tenco sempre nel mio cuore. Non posso pensare un minuto che mi viene una nostalgia che non posso riposare, delle volte suono la radio de le volte canto ma non ce niente da fare la mia mente è sempre su di voi.

ALESSANDRO (Luigi Ciavarelli)

Carissima Moglia,

Rispondo con un giorno di ritardo, ma ti parla così sincero ma tu non mi credi, perché chi sono io? un dilinquento? non sono quello che tu pensi non mi devi dire che io mi trovo in mezzo alla gioia e tu in mezzo alle lagrime e dolore, perché mi parli così? forse io mi trova meglio di te?
va a finire che come sono l’ondano, mi dimentico di te e dei nostri figli perché il mio cuore non è così debole verso la famiglia, perché il nostro matrimonio non è stato per forza, è stato di spondania volondà con tutto il cuore, perciò mi devi parlare così??
mi dici che se veramente ti voglio bene devo scrivere una lettera al giorno… te lo devo mandare a aria compressa. Se chi io devo morire qui, grazie, poi mi dici come va che non spedisci i soldi perché già era ora di spedire, tu non ti ricordi niente; Cara, quande volte te lo devo dire che adesso non c’è molto lavoro, l’ora di straordinario non si fà, il cottimo non c’è e tutto questo non l’o vuoi capire, che prima prendevo di più e tu pensi che io lo sciupo per le donne perché prima era di sacrificio e adesso no.

CARMINE (Giovanni Tursini)

Mia cara moglia,

ti riscrivo quest’altra lettera per farti sapere il mio ottimo stato di salute; ormai è 15 giorni che ci abbiamo lasciati … mi sembra ieri; il mio pensiero è sempre su di te e del figlio, ma purtroppo mi rassegna; Il lavoro come ti ho detto nella scorsa lettera non è forte, cioè non è pesante, ott’ore passa subito però a fine lavoro si deve fare il bagno di acqua calda perché diventiamo gli spazzacamini con la polvere del carbone.
Ieri la macchina faceva troppo fumo e allora all’improvviso ce l’hanno fatta spegnere. Abbiamo pensato che avevano paura che si rompesse. E invece era perché erano arrivati quelli della vigilanza sanitaria. E quando se ne sono andati, abbiamo ripreso a lavorare e la macchina a fare tanto fumo
Salutami Don Camillo l’ufficiale postale e contracambio i saluti agli amici.
Io questa sera mangio la carne di vitello che ho comprato per 220 lire, ma il cugino Nicola si mangia 300 grammi di spaghetti che costa cento lire, io spendo in tutto per mangiare il giorno 500 lire o lui 200 lire e dice che sono come la puttana che tutto quello che vedo compero, mentre lui il mese prossimo rimanda 60mila lire, ma lui dice che si deve ricomperare la masseria subitamente, la parte dei fratelli, oppure la casa al paese.
Altro non ti prolungo, mi fa male gli occhi per il sonno, ogni mattina mi alzo alle cinque e mezzo, e debbo stare con gli occhi aperti e il lavoro non è niente e se non vedi bene quello che fai non sei pagato, perciò termino con la mia penna baciandovi a tutti.
tuo marito

VINCENZO (Alfonso Camodeca)

Carissima moglia,

rispondo alla tua cara lettera con tanta gioia e delle belle parole che tu mi dici… ma tu non vuoi capire le mie parole e credi che sono sempre bugie.
Cara, non ti far vincere dalla gente che io sono sempre quello che sono… io voglio sapere a te chi ti ha detto che io ciò una signorina tedesca. Cara non è vero niente perché se io avessi quello che tu pensi non rimandasse nemmeno un soldo a te, perché le donne di qui vuole andare a divertimento, perciò non pensare a quello che tu pensi.
Ti ripeto, non mentire queste parole, perché non è parole di bugie, te lo dico con tutto il cuore, che la famiglia è sempre la famiglia… baci, tuo marito

FRANCO (Gabriele Damiani)

Cara Moglia,

rispondo alla tua cara lettera e sono contento che state tutti bene che anchio o ripreso il lavoro alla fabbrica il giorno 27, ma mi fa male quando faccio uno sforzo perché il dottore della fabbrica mi ha detto che io dovevo andare all’ospedale.
Cara tu mi parli sempre a modo tuo… se sapessi quanto mi dispiace quando sento quelle parole, tu pensi subito che è una malattia cattiva ma io non sono un maiale, e tu lo pensi tutto il contrario, chi lo sa dove dormi, chi lo sa cosa vai combinando.
Poi mi dice che non ci vai al mare perché dove vai a rubbare la moneta, che Mario è bianco come un pollo in gabbia, ti dispiace ma non ce lo porti. Un giorno ti alzi presto e vai con la corriera che il mare fa bene a Mario ed anche a te…
Tu fai la polizia scientifica, prendi informazione agli altri che cosa faccio io.
Cara, io ti parlo sincero, mi sto attento a tutto, ma quando mi capita non lo lascio perché chi cià il cello in mano e non lo spiuma non lo rivede più quella fortuna. E sempre vedo qualche farfalla che svolazza, e io l’agancio: soltanto se il sangue è acqua, ma non credo che a questa età il sangue è acqua! Ma tu non pensare a male che la rondine rientra sempre al suo nido.
Cara non ho più che dirti, io ho capito tutto e credo che anche tu capisci tutto.
saluti di quel fesso di tuo marito

 

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EmiNews 2007

 

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