3557 RINVIATO A SETTEMBRE IL PRIMO IMPORTANTE PROCESSO IN ITALIA CONTRO IL GESTORE PRIVATO

20070808 13:20:00 redazione-IT

[b]Una società privata che gestisce la distribuzione nelle abitazioni non può privare dell’acqua un cittadino, che ha pari dignità giuridica, senza che ci sia un pronunciamento della magistratura[/b]

Come è noto, in Italia molte sono state le mobilitazioni per la ripubblicizzazione dell’acqua. In alcuni casi con l’intervento della magistratura. Ad Orvieto la società privata che gestisce la distribuzione è stata rinviata a giudizio per aver asportato il contatore di un disubbidiente (il Sig. Giulio Montanucci) che, rifiutando il pagamento delle esose bollette, ha depositato gli importi dovuti al gestore in un libretto bancario messo a disposizione del Comune, per quando quest’ultimo torni ad essere proprietario del bene pubblico.

Questo è uno dei tanti casi in cui la politica dei cittadini e la magistratura, nel proprio spazio e competenze, hanno assunto un ruolo attivo.
Nella politica nazionale il programma del Governo prevede la ripubblicizzazione. Gli interessi economici in gioco sono grandissimi, perciò à facile prevedere tempi lunghi nonostante la volontà politica.
Per questo è di estrema importanza determinare fin da ora il principio che: Una società privata che gestisce la distribuzione nelle abitazioni non piò privare dell’acqua un cittadino, che ha pari dignità giuridica, senza che ci sia un pronunciamento della magistratura, e deve percorrere la normale rivalsa sui beni del debitore come qualsiasi inadempienza economica prevista dal codice civile.
Perchè: se le tubazioni possono essere di proprietà e soggette a disciplina, non può esserlo il loro contenuto, dato che: l’Acqua è un bene collettivo indivisibile!
Determinando il principio che quel che paga il cittadino è il servizio di ricevere l’acqua nella propria abitazione, che può essere quantificato attraverso la mole d’acqua usata ma non attraverso la vendita della stessa*, non scardinerebbe il complesso di leggi, che nel tempo dovranno essere soggette a modifica, ma porrebbe in uno stato di pari dignità gestore ed utente.

Guardando lontano si può intuire che una tale immissione nelle regole che disciplinano la distribuzione dell’acqua possa far rivedere gli accordi fra le multinazionali e gli enti preposti localmente con un possibile auto-ridimensionamento delle responsabilità della parte privata che con tale norma gli verrebbe a mancare il diretto potere coercitivo loro necessario per raggiungere i profitti desiderati.

(Collettivo "il Manifesto" di Orvieto)

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Esercizio abusivo delle proprie ragioni. È con questa ipotesi di reato che il sostituto procuratore Flaminio Monteleone, a chiusura delle indagini, ha ottenuto il rinvio a giudizio.

Rinviato a giudizio il direttore del SII su denuncia di Giulio Montanucci

ORVIETO – Esercizio abusivo delle proprie ragioni.
È con questa ipotesi di reato che il sostituto procuratore Flaminio Monteleone, a chiusura delle indagini, ha ottenuto il rinvio a giudizio per il direttore generale del Servizio idrico integrato, Mauro Latini per il distacco della fornitura idrica (marzo 2006) dell’utente orvietano, moroso per protesta dal 2003, Giulio Montanucci. “Il Sii ha perso la testa” tuonavano le colonne del collettivo “Il manifesto” animato dallo stesso Montanucci la sera stessa del distacco e per il momento, almeno la magistratura inquirente, sembra dargli ragione. Ad una settimana dal sequestro del contatore il cittadino moroso – sostenuto dall’avvocato Angelo Ranchino – non aveva esitato a salire le scale della procura per denunciare il Sii e i tecnici dell’Asm intervenuti "violazione di domicilio ed esercizio abusivo delle proprie ragioni ".Gli addetti, nonostante la diffida, infatti, avevano agito sul contatore di Montanucci collocato sul muro perimetrale del fabbricato. La prima udienza è fissata per il mese di luglio.

Orvietosi.it – notizia del 09/02/2007

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La Procura della Repubblica di Orvieto ha rinviato a giudizio Latini Mauro Direttore Generale della SII spa di Terni

IMPUTATO In ordine al reato p. e p. dall’art. 392 commi 1 e 2 c.p. perché, quale direttore Generale della SII spa, al fine di tutelare il preteso diritto alla riscossione dei crediti inerenti l’erogazione di acqua del Servizio Idrico integrato, pur potendo ricorrere al giudice, si faceva arbitrariamente ragione da sé, incaricando due operai della ASM Terni S.p.a. di effettuare il distacco e l’asportazione del contatore di Montanucci GIULIO sito all’interno dell’area condominiale-privata, senza aver chiesto preventiva autorizzazione all’ingresso ai
condomini e pur dagli stessi diffidato.

Commesso in Orvieto, Via Cerretti n.4, il 7-3-2oo6
Udienza disposta davanti al Tribunale di Orvieto per il giorno 6 Luglio 2oo7

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IL MESSAGGERO,9.2.2007 “ SII in giudizio per il distacco dell’acqua a Montanucci

GIORNALE DELL’UMBRIA ,9.2.2007 “ Il caso acqua: Montanucci porta il Direttore Latini sul banco degli imputati per “ abuso delle proprie ragioni “ DISTACCO “ ILLEGALE”, IL SII A GIUDIZIO.

LA NAZIONE, 11.2.2007, “ IL CASO per il distacco della fornitura a un cliente moroso” A GIUDIZIO IL DIRETTORE DEL SERVIZIO IDRICO “

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IL TESTO DEL DECRETO DI CITAZIONE A GIUDIZIO

N 977/06 R.G.N.R.

P R O C U R A d e l l a R E P U B B L I C A
presso il Tribunale di
ORVIETO

DECRETO DI CITAZIONE DIRETTA A GIUDIZIO
CON RITO MONOCRATICO
artt. 550 c.p.c. 159 disp. Att.c.p.c.

Il Pubblico Ministero dott. Flaminio Monteleone, S.Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Orvieto, concluse le indagini preliminari relative al procedimento indicato in epigrafe,iscritto nel registro delle notizie di reato il 16.10.2006 nei confronti di:

LATINI Mauro, nato a Terni il 14.5.1947, ivi residente, Strada Santa Giusta nr.84, elettivamente domiciliato presso la sede della società “SII s.p.a. “ sita in Terni, v.le I° Maggio nr.65;

Assistito e difeso, di fiducia, dall’avv.Enrico DE LUCA del Foro di Terni, con studio in Terni, via dell’Annunziata nr.3

I M P U T A T O

In ordine al reato p.e p. dall’art.392 commi 1 e 2 c.p. perché, quale direttore Generale della scpa, al fine di tutelare il preteso diritto alla riscossione dei crediti inerenti l’erogazione di acqua del Servizio Idrico integrato, pur potendo ricorrere al giudice, si faceva arbitrariamente ragione da sé, incaricando due operai della ASM Terni S.p.A. di effettuare il distacco e l’asportazione del contatore di Montanucci Giulio sito all’interno dell’area condominiale-privata, senza aver richiesto preventiva autorizzazione all’ingresso ai condomini e pur dagli stessi diffidato.

Commesso in Orvieto, via Cerretti n.4, il 7.3.2006

Considerato che nel procedimento risulta, in qualità di parte offesa:
MONTANUCCI Giulio, nato in Orvieto il 04.4.1929, domiciliato ex art.33 disp.att.c.p.c. presso l’avv.Angelo RANCHINO del Foro di Orvieto, con studio in Orvieto,p.zza A.Vitozzi nr.2;

assistito e difeso dall’avv. Angelo RANCHINO del Foro di Orvieto;

Rilevato che gli adempimenti previsti dall’art. 415 bis c.p.c. sono stati ritualmente compiuti;
Visto l’art.550 c.p.c.
D I S P O N E
La citazione diretta della persona suddetta davanti al Tribunale di Orvieto-Giudice Monocratico dott. Silverio Tafuro (in Orvieto, Piazza Corsica 2 aula “ Vincenzo Padova “- edificio Tribunale) per il giorno 06.07.2007 alle ore 09,30, affinché ivi risponda del reato sopra ascritto;
con avvertimento all’imputato che – non comparendo senza un legittimo impedimento – sarà giudicato in contumacia.

IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA f.to dott.Flaminio Monteleone – s.-

Manda alla Segreteria per gli adempimenti di competenza. Orvieto 6.FEB.2007
IL CANCELLIERE b3 f.to Silvia Ferrarese
E’ COPIA CONFORME ALL’ORIGINALE – L’OPERATORE GIUDIZIARIO-B2 / f.to Dott.ssa Maria Rita Mastronardi.

Orvieto 6 Febbraio 2007

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IL TESTO DEL RICORSO ALLA CORTE EUROPEA PER I DIRITTI DELL’UOMO DI STRASBURGO

Alberto Montanucci
Collettivo de il manifestodi Orvieto
Via Maitani 15e – 05018Orvieto Orvieto,
27 aprile 2006

Alla Corte Europea per i diritti dell’uomo, Strasburgo
Al presidente della Repubblica Italiana
Al presidente del Tribunale di Orvieto
Per conoscenza al Al Sindaco di Orvieto, SII di Terni, AATO 2 dell’Umbria

Egregio Presidente, in Italia e ad Orvieto molti si battono per la ripubblicizzazione della risorsa acqua. Come atto di dissenso, mio padre Giulio Montanucci, non ha pagato quanto richiesto dal gestore del servizio idrico orvietano, ma ha depositato gli importi dovuti in un libretto al portatore a disposizione dell’Amministrazione Comunale per quando sarà di nuovo il vero e legittimo gestore.
In questa contrapposizione politica e civile la società di gestione, il 7 marzo, ha creduto bene di far interrompere il flusso di acqua nell’abitazione dei miei. Il mondo politico (ora in cambio di direzione perchè spinto dall’opinione pubblica a riconoscere i difetti della legge Galli*) legiferò al tempo, senza garanzie per i cittadini. Nel frattempo le società di gestione, presupponendo di non dover rendere conto del proprio operato e progetti, non agiscono con atti pubblici o giudiziari in cui dovrebbero spiegare le loro ragioni, ma interrompono le forniture di un bene non loro.

UN PALESE TENTATIVO DI INTIMIDAZIONE DELL’OPPOSITORE.
Siamo di fronte a chi (con bene-stare governativi gestisce patrimoni pubblici) cerca di creare sofferenza alla controparte (il cittadino, nei fatti totalmente dipendente dal gestorepubblico) anzichè confrontarsi con lui sul piano civile o giudiziario.
Le chiedo Signor Presidente, di valutare se questi atti sono da considerare (se pur nel minimo) tortura. Parola che appare sproporzionata, perchè legata a condizioni di disagio umano distanti da quella italiana, ma non se si coglie nella sua accezione pura: provocare sofferenza fisica o psichica a chi non si comporta come si vorrebbe per indurlo a cambiare idea. L’asportazione di un contatore, che obbliga a trasportare l’acqua fino al terzo piano come in questo caso, è intimidazione fisica e psichica, ed è ciò che la SII di Terni opera nei confronti dei miei genitori.
Quanto illustrato è una situazione specifica, esempio di tante altre dove l’Intimidazione ha dato i risultati voluti.
Con questa chiedo che in Italia si sancisca che la privazione volontaria dell’acqua, ai cittadini, da parte dei gestori del servizio idrico si configuri come un grave e colpevole tentativo di intimidazione, creatoredi sofferenze.

*Chiosa integrativa: Alla difficoltà del mondo politico, a ripensare la legge che disciplina l’acqua, non sono estranei i grandi risarcimenti che le società vincitrici degli appalti richiederebbero nel caso si tornasse alla gestione diretta del servizio idrico da parte delle municipalità. Pare fuori luogo pensare le società private di gestione come degli ingenui non a conoscenza dei valori etici e legali che la nuova organizzazione del bene acqua avrebbe comportato. Wittgenstein, logico austriaco, chiama le società: Idrauliche; in quanto verificò sincronismi tra il controllo dell’acqua e il ruolo di dominanza nella stessa area. Chi voleva mantenere il potere o conquistarlo doveva controllarla. Non riuscire più a gestire questa risorsa era sintomo e causa di un cambio di potere. Così è avvenuto alla fine dell’impero Romano, probabilmente per i Maia, per la repubblica Veneta, o più recentemente, in modo brutale, per la mafia in Sicilia. Nella complessità delle grandi società contemporanee l’acqua non ridimensiona ma mantiene il suo grande valore, e il mondo economico, non certo ingenuamente, tenta di controllare la grande indispensabile risorsa, oggi trasformata in un bene mercificabile speciale, perchè non soffre crisi di domanda. In questi ultimi anni, con l’auto-alleggerimento del pubblico dalla gestione diretta dei servizi, si è verificato in automatico, e non poteva non esserlo, un cambio di significati edivalori intorno ai servizi stessi. Dato che i gestori privati rispondono ad etiche a matrice economica, dove primario è il profitto, il maggiore possibile, com’è insito nell’attività commerciale. Il Pubblico si trova a vigilaresu qualcosa ad esso estraneo, incapace o impossibilitato a farlo. Il risultato è ciò che succede ad Orvieto: dove sembra modernamente civile, togliere l’acqua per contrasti ideologici, ad una famiglia che intende assumersi la responsabilità del proprio vivere civile.

 

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EmiNews 2007

 

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