3578 ASSASSINIO SINDONI/ DURE CONDANNE ALLA BANDA CHE UCCISE L’IMPRENDITORE ITALIANO

20070823 10:12:00 redazione-IT

La magistratura venezuelana ha chiuso i conti con i componenti della banda che rapì ed uccise, il 28 marzo dello scorso anno, l’imprenditore Filippo Sindoni, 75 anni, originario di Capo d’Orlando, cittadina in provincia di Messina. Pesanti condanne sono state infatti inflitte nei confronti di sei persone che dovranno scontare pene comprese tra i 22 e i 29 anni di reclusione. Il processo si è concluso davanti alla Prima Sezione del Tribunale dello Stato di Aragua, nel corso del quale la pubblica accusa ha presentato alla Corte ben 150 elementi di prova.
Il Tribunale ha condannato Miguel Jesus a 29 anni di carcere, Debore Stanga E Charly Hernandez entrambi a 26 anni e 10 mesi, Rafael Flores a 25 anni, Victor Contreras a 23 anni e 7 mesi e Josè Alejandro Pextana a 22 anni e 4 mesi.

L’ex-commissario di polizia Juan Carlos Saedra, accusato di essere stato il sicario che materialmente uccise Sindoni, aveva perso la vita nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia il 21 aprile 2006 a Maracay.
L’imprenditore venne rapito nei pressi di Maracay, dove viveva, il 27 marzo 2006 nell’ambito di una precisa strategia portata avanti dalle numerose bande che agiscono nel Venezuela con lo scopo di rapire importanti personalità del mondo politico ed imprenditoriale chiedendo poi un forte riscatto ai familiari.
In quel caso non ci fu neanche l’abbozzo di una trattativa, poche ore dopo la probabile voglia di ribellarsi dell’imprenditore fu fatta pagare a caro prezzo visto che venne ucciso con un colpo di pistola alla testa. Il cadavere di Filippo Sindoni venne ritrovato a Cadora a circa 350 chilometri da Maracay.
La reazione del governo guidato dal presidente Chavez fu veemente, tanto che nel giro di due mesi tutti gli autori del rapimento furono arrestati ed il presunto killer ucciso.
Partito da Capo d’Orlando nel 1949, l’imprenditore grazie alla sua grande abilità era diventato in Venezuela una celebrità: era titolare di un vero e proprio impero industriale nel settore della commercializzazione della pasta, di una emittente televisiva e di un quotidiano. Aveva dato lavoro a migliaia e migliaia di giovani venezuelani, fondato e diretto la Casa d’Italia di Maracay e aperto un centro di pediatria in favore dei bambini ammalati.
Capo d’Orlando non ha mai dimenticato quest’uomo e la dimostrazione è stata l’enorme partecipazione ai funerali che si svolsero nella chiesa di Cristo Re qualche settimana dopo il delitto e monsignor Vittorio Casella, Arciprete della stessa parrocchia, ha dedicato alla sua memoria una parte della canonica.
Fratello di Giuseppe, noto imprenditore che adesso segue l’impero finanziario in Venezuela, e Vittorio, famoso regista cinematografico e televisivo, Filippo Sindoni ha lasciato la moglie, una figlia, gli amati nipotini e il nipote Enzo Sindoni, attuale sindaco di Capo d’Orlando e presidente della squadra di basket Upea che milita in serie A, legatissimo allo zio come ad un padre.
Quando Filippo Sindoni tornava nella sua amata cittadina siciliana dimostrava la sua grande semplicità. Zio Filippo, come veniva chiamato affettuosamente, lo si trovava seduto al bar di Micale con gli amici d’infanzia o lo si vedeva in giro per il paese con un motorino sgangherato ed un paio di jeans. La salma dell’imprenditore riposa ora nel cimitero di Capo d’Orlando.
(c.salpietroeminotizie)

 

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EmiNews 2007

 

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