3621 MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI: Polemica tra Flavio Lotti ed Alex Zanotelli

20070915 10:39:00 redazione-IT

FLAVIO LOTTI AD ALEX ZANOTELLI

Il modo in cui Alex ha attaccato la Tavola della pace mi ha fatto riflettere. E’ stato un attacco netto, diretto, senza esitazioni e reticenze. Alex lo ha fatto d’istinto, senza nulla concedere al dubbio: "Sara’ vero?". Dall’altra parte del telefono una giornalista della sua "Nigrizia" lo aveva interpellato con un scoop: "La Tavola della Pace ha deciso di abolire il termine ‘pace’ dalla sigla della prossima edizione della marcia Perugia-Assisi". La sentenza di Zanotelli e’ stata immediata e tranciante: "Un modo per togliere dall’imbarazzo tanti politici".
Togliamo subito di mezzo la menzogna e poi riflettiamo sulla sostanza. La menzogna e’ lo stravolgimento della Marcia Perugia-Assisi, la rottura della tradizione capitiniana, l’abolizione della parola pace, il maldestro tentativo di "togliere dall’imbarazzo i politici".

Nulla di tutto questo ha
il minimo fondamento nella realta’ delle cose, di quei fatti a cui tutti
amiamo richiamarci salvo poi dimenticare di andarli a verificare. Tutte
queste dicerie che hanno alimentato commenti acidi e preoccupazioni
legittime sono pura menzogna e come tali vanno trattate.
La prossima Marcia Perugia-Assisi non solo servira’ a rilanciare la nostra
forte domanda di pace e di giustizia ma contribuira’ a renderla ancora piu’
credibile e concreta. Quella del 7 ottobre sara’ una grande occasione per
rilanciare il nostro progetto nonviolento, un progetto tanto ambizioso
quanto irrinunciabile; per proporlo ancora una volta ai molti che ancora lo
iscrivono al mondo dei sogni e che si rifiutano persino di considerarlo nei
suoi elementi di ormai evidente realismo.
La sostanza di tutta questa vicenda sta invece nell’accusa che Alex rivolge
d’impulso alla Tavola della pace. La Tavola, sembra dire Zanotelli, e’
complice di una certa politica che parla di pace ma poi e’ pronta a fare la
guerra, ad aumentare le spese militari, a costruire la base di Vicenza.
Voglio troppo bene ad Alex per far finta di nulla. Non per difendere la
Tavola della pace da un fatto inesistente ma per sollevare io stesso alcune
domande. E’ possibile costruire la pace senza fare i conti con la politica?
Cosa vuol dire fare i conti con la politica? Quale rapporto ci deve essere
tra i "costruttori di pace" e i "politici"? In che modo si puo’ stabilire un
rapporto costruttivo con la politica senza minare l’autonomia del movimento
per la pace? Come puo’ il pacifismo contribuire alla costruzione di una
politica di pace? E, in Italia, cosa significa tutto questo?
Credo sia venuto il tempo di affrontare questo nodo a viso aperto.
Discutiamone. Anche su "Mosaico di pace". La crisi della politica, quella
nazionale come quella internazionale, e’ cosi’ profonda da coinvolgere tutto
e tutti. Non so nemmeno se e quando ci saranno le condizioni perche’ maturi
una soluzione positiva. So che chi vuole la pace non puo’ restare alla
finestra. Sbaglieremo. Ci sporcheremo le mani. Forse. E’ possibile. Ma la
posta in gioco e’ cosi’ alta che dobbiamo provare a fare la nostra parte.
Chi vuole la pace ha bisogno della politica come noi abbiamo bisogno
dell’aria per respirare. Non bastera’ una marcia. Ne serviranno molte
ancora. La prossima e’ il 7 ottobre.

ALEX ZANOTELLI A FLAVIO LOTTI

Caro Flavio,

grazie per la tua lettera. La sento come un invito a dialogare, a
confrontarci serenamente. Preciso subito che il mio commento sulla Marcia
Perugia-Assisi era stato motivato dalla tua "provocazione" che la parola
pace era ormai usurata e che era meglio puntare sui diritti. Chiedo scusa se
sono stato troppo irruente o troppo poco sfumato nella mia reazione. Pero’
questo tema mi sembrava troppo importante per lasciarlo cadere. In un mondo
che ha accettato la guerra come un’ineluttabile necessita’, mi ostino a
richiamare tutti alla centralita’ della pace. E quindi a rimettere la parola
pace nella Perugia-Assisi. E come sottotitolo metterei: "Scegliamo e
pratichiamo la nonviolenza attiva". E’ quanto ci ha insegnato con forza il
fondatore della Perugia-Assisi, Aldo Capitini.
E’ quanto ho imparato dal mio Maestro, Gesu’ di Nazareth.
Penso sarebbe fondamentale oggi che i politici, partecipanti alla Marcia,
sentano proclamare con forza e vigore queste verita’. Sono quegli stessi
politici che hanno votato il rifinanziamento della guerra in Afghanistan, e
la finanziaria con i suoi 23 miliardi per la difesa (con il 13% di aumento
sulla finanziaria di Berlusconi).
E ora il ministro della Difesa Parisi, ci dice che dobbiamo raddoppiare le
spese militari. Per cui, almeno noi, continuiamo a gridare il contrario.
Questo e’ il nostro ruolo, il ruolo della Tavola della pace. Nego di aver
mai insinuato che la Tavola della pace "parla di pace, ma poi e’ pronta a
fare la guerra". Anzi sono profondamente grato a quanto ha potuto fare la
Tavola per la pace in questi anni. Ecco perche’ ci tengo cosi’ tanto a
rispondere alla tua lettera.
"E’ possibile costruire la pace senza fare i conti con la politica?", mi
chiedi nella tua lettera. "No!". Ma dobbiamo capire per cosa intendiamo per
politica e quanto la cosiddetta politica, oggi, puo’ decidere.
Penso che solo una forte presa di coscienza dal basso, una sferzata di
"cittadinanza attiva" potra’ forzare i nostri politici a rifiutare la via
della guerra. La mia convinzione e’ che oggi i governi, i partiti, i
politici obbediscono non a chi li ha eletti, ma ai potentati
economico-finanziari o ai complessi militar-industriali. Per cui solo un
grande movimento dal basso (reti locali e planetarie) potra’ "forzare" i
nostri politici a imboccare un’altra strada.
E’ la strada dei "beni comuni", dei diritti fondamentali umani come l’acqua,
l’aria… L’impegno per questi beni comuni diventa l’impegno per il recupero
della democrazia.
Abbiamo ormai tutti sposato il mercato come supremo bene e il profitto come
suprema legge. Ha ragione Riccardo Petrella quando dice che c’e’ un virus
che ha gia’ contagiato anche tutte le sinistre al governo in Europa. Ed e’
questo.
Dobbiamo tutti convertirci. Ritornare a parlare di beni comuni, di diritti
fondamentali. Primo fra tutti (e non lo si vuole accettare!) e’ il diritto
al cibo. Non possiamo accettare un mondo dove, ogni anno, muoiono 50 milioni
di persone per fame. Mentre buttiamo a mare cosi’ tanto del nostro cibo. Non
posso accettare un mondo che ritiene l’acqua una merce: questo vorra’ dire
che domani avremo cento milioni di morti di sete.
Se ti ricordi, a Nairobi, durante il Forum sociale mondiale, ti avevo
suggerito di annunciare per la Perugia-Assisi che nessun Comune si
azzardasse a venire con il gonfalone, se non dopo aver votato per l’acqua
come bene pubblico, diritto fondamentale a totale gestione pubblica.
Se parli di una Perugia-Assisi, per i diritti, questo potrebbe essere oggi
una discriminante. Le grandi guerre non si faranno piu’ per il petrolio, ma
per l’acqua. E’ il secolo dell’oro blu!
Questo per me e’ politica, la vera politica che tutti possiamo e dobbiamo
fare.
Se mi permetti, aggiungerei una postilla. Non dividiamoci per questo.
Continuiamo a discuter fra di noi, a dialogare, a confrontarci, ma senza
spaccarci. Siamo gia’ cosi’ pochi! Teniamo questo movimento per la pace
unito! In un momento in cui la minaccia atomica ritorna con forza, il
movimento per la pace si ritrovi unitario a dire no a ordigni atomici sul
nostro territorio.
Su questo il movimento italiano ha ritrovato la sua unita’!
Camminiamo insieme perche’ la pace ritorni a sorridere su questa nostra
Madre Terra, cosi’ minacciata a livello ecologico. Uniamo tutte le nostre
forze contro i sistemi di morte.
Perche’ vinca la vita!

 

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EmiNews 2007

 

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