3654 IMMIGRAZIONE:Le raccomandazioni dell'Osce ai governi per un nuovo sistema di mobilità

20070926 13:41:00 redazione-IT

Tre i punti essenziali: spiegare ai migranti cosa ci si aspetta da loro e cosa possono aspettarsi; spiegare la logica del processo di immigrazione all’elettorato e difendere le riforme necessarie; partnership stabile coi paesi d’origine

BRUXELLES – Trasformare l’attuale paradigma delle migrazioni in un grande circolo di mobilità lavorativa internazionale: è il messaggio che lancia l’Osce (OECD), Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica, nel suo recente rapporto ‘Gaining from migration: towards a new mobility system’ (Vantaggi dalla migrazione: verso un nuovo sistema di mobilità).

In linea generale, le raccomandazioni dell’Osce ai governi sono riassumibili in tre punti essenziali: spiegare in modo trasparente ai migranti cosa ci si aspetta da loro e cosa loro possono aspettarsi; spiegare la logica del processo di immigrazione all’elettorato e difendere le riforme necessarie; costruire una partnership stabile coi paesi d’origine per governare questo nuovo sistema di mobilità.

Per costruire il nuovo sistema sono necessarie riforme profonde delle leggi che governano le migrazioni sia da parte sia dei governi dei paesi riceventi che di quelli di origine. Riforme che l’Osce stessa riconosce come politicamente difficili, ma che sono necessarie affinché il fenomeno migratorio possa sviluppare tutto il suo potenziale di crescita, a vantaggio di entrambe le sponde coinvolte nel processo. Da un lato la società europea, ricevente, che necessita di lavoratori extracomunitari con tutti i livelli di qualifica per fronteggiare la crisi demografica (invecchiamento della popolazione) e alimentare la crescita economica; dall’altro i paesi d’origine, tramite una gestione appropriata delle risorse che derivano dalla diaspora dei suoi cittadini, come le rimesse e gli investimenti diretti degli espatriati, o il ritorno economico dato dalle conoscenze e competenze apprese dai migranti all’estero.

Dal lato ‘ricevente’, l’Osce avanza quattro raccomandazioni principali: in primis un monitoraggio efficace e preciso dei flussi, per far in modo che il sistema funzioni in modo regolare e ricompensi con un accesso fluido e continuo al sistema di mobilità i migranti e datori di lavoro che seguono le regole della legalità; quindi si chiede di favorire la mobilità circolare per alcuni settori economici o per quei migranti che non ambiscono a una residenza permanente; terzo, si richiede di uniformare il sistema europeo di accesso al mercato del lavoro per gli extracomunitari, in modo che non vi siano distorsioni da paese a paese; infine, l’Osce chiede di garantire politiche di cittadinanza e di impiego che non impediscano una stabilizzazione nel paese di accoglienza per chi volesse una residenza a lungo termine.

Un accento molto importante viene posto sull’integrazione: l’Osce riconosce che le risorse impiegate finora non sono state all’altezza del compito che i governi dei paesi d’accoglienza si erano posti. L’intero insieme delle politiche di integrazione viene quindi riformulato nella visione Osce come politiche e pratiche volte a colmare il gap sociale tra i nativi e i migranti con i loro discendenti.

Per raggiungere un questo obbiettivo è necessario che i governi garantiscano un accesso adeguato e paritario al mercato del lavoro per i migranti: l’integrazione economica è il primo passo dell’integrazione sociale, sostiene l’Osce. In seguito si deve garantire l’accesso al sistema formativo per i famigliari dei migranti, di modo che siano veicolo di contatto con la società ospitante; infine i paesi europei dovrebbero favorire la partecipazione civica e politica dei nuovi venuti, per fare in modo che la loro voce entri a far parte dell’agorà della società ospitante.

Per quanto riguarda la relazione tra sviluppo e migrazioni, l’Osce ritiene necessario che le politiche di migrazione si leghino a doppio nodo e in modo coerente a quelle di sviluppo, e queste siano integrate in altri rami, come il commercio e la sicurezza. Gli Stati europei devono fare in modo che i paesi d’origine ricevano il massimo beneficio dal fenomeno migratorio, evitando ad esempio di alimentare fenomeni dannosi come la fuga dei cervelli dai paesi poveri.

Infine l’Osce incoraggia nel suo rapporto la creazione di reti della diaspora, di modo da rafforzare i legami tra paesi d’origine e di destinazione. Dovrebbero così venire finanziate e supportate le organizzazioni di migranti, e queste dovrebbero essere incluse nel processo decisionale, per migliorare le condizioni di lavoro e di accesso al lavoro, e l’efficacia delle politiche di sviluppo, anche tramite l’utilizzo diretto delle competenze dei migranti. (matteo manzonetto)

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EmiNews 2007

 

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