3646 Il Sen.Randazzo su “Valori e valore degli italiani all’estero” in riferimento alla Finanziaria 2008

20070926 13:08:00 redazione-IT

L’intervento di Nino Randazzo, senatore del’Ulivo eletto all’estero nella riparizione Africa-Asia-Oceania-Antartide, all’incontro del 25 settembre presso la sala stampa del Senato con la partecipazione del vice ministro agli Esteri Franco Danieli e di parlamentari di Camera e Senato.

"Sono in parte certo e in parte mi auguro che la vostra presenza qui stamattina significhi anche che si intendono smentire, contrastare le varie voci che attribuiscono non solo all’opposizione ma anche ad alcuni esponenti della maggioranza volontà e trame per stravolgere o declassare o delegittimare la rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero (come potrebbe fra l’altro desumersi da una prima raffica di proposte di legge per azzerare la 459 del 2001).

Quindi vedo che ben si adatta al momento e si giustifica il tema centrale di questo incontro, “Valore e valori degli italiani all’estero”, alla vigilia di una Finanziaria che tocca anche gli interessi, le esigenze e le aspettative, appunto, degli italiani fuori d’Italia. Sul ripetutissimo assunto che gli italiani nel mondo rappresentano una “risorsa” si è sempre tutti indistintamente d’accordo, su come valorizzare la conclamata “risorsa” resta una generale discordanza di pareri, spesso lungo ben definite linee politiche. Ma tant’è, vale la pena lasciare reiterare i suoi pareri su “valore e valori” delle realtà italiane sparse nel mondo al gruppetto di eletti all’estero al Senato, promotori di questo incontro, i quali, modestia a parte, qualche importante, se non addirittura determinante, contributo alla nascita e alla tenuta della maggioranza l’hanno pur dato, e continuano a darlo, senza aver mai sollevato la pur minima ombra di ricatto e senza essersi fatti lusingare dalla pesante campagna acquisti messa in atto da una taluni esponenti dell’opposizione.

Ma lasciatemi tornare e stringere nel breve tempo disponibile su quegli aspetti delle politiche per gli italiani all’estero che sono coperti da ben definite voci di bilancio in ogni Finanziaria ed ai quali mi preme in particolare riferirmi: informazione, scuola, cultura. Un trinomio corrispondente a voci in capitoli di bilanci ministeriali sui quali corrono disparate “voci” di ulteriori tagli nella Finanziaria 2008. Tagli o voci di tagli che non possono non preoccupare tutti noi rappresentanti parlamentari degli italiani all’estero, e in maniera speciale chi, come me, è attento e si preoccupa delle distintive peculiarità, o delle specifiche "sofferenze" come le ha appena definite il Vice Ministro Danieli, di determinate aree del globo terraqueo. Perché, vedete, dovrebbe valere, a mio avviso, una legge di compensazione, dettata dalle circostanze oggettive delle variegate, diversissime realtà delle società ospitanti la nostra etnia. Ad esempio, in Australia, un paese-continente che fa parte della mia ripartizione elettorale, o nell’America settentrionale o nella stessa Europa non si presentano quei gravi problemi economici e quelle durissime istanze sociali che affliggono invece tanti nostri connazionali in altre aree del mondo e necessitano di interventi straordinari urgenti per assistenza agli anziani ed alle famiglie indigenti ed ai disoccupati, contributi di solidarietà, copertura assicurativa sanitaria, e via dicendo. Per compensazione, pertanto, le comunità italiane presenti in più prospere, ordinate e stabili società si aspettano legittimamente, oltre ad una risposta alla generale richiesta di potenziamento dei servizi consolari, una particolare attenzione, e non ulteriori tagli di bilancio, proprio ai settori dell’informazione, della scuola e della cultura.

Non è certo questa la sede per addentrarci nelle vastissime attese e problematiche di questi tre settori, che per loro natura sono, insieme all’imprenditorialità e alla promozione del “Made in Italy”, i più importanti produttori di valore aggiunto delle nostre comunità nel mondo. Ridurre ancora i già più che modesti bilanci di questi settori significherebbe rinunciare effettivamente ad un programma per l’estero di mantenimento e diffusione di lingua e cultura, rinunciare a darsi come nazione una credibile politica culturale nel mondo nel contesto e nel confronto con le grandi politiche culturali di Francia, Regno Unito, Germania, Spagna, Stati Uniti ed oggi della stessa Cina.

Brevissimamente, mi si lasci accennare a un paio di aspetti dei settori contigui di informazione e cultura, direttamente toccati in ambito di Finanziaria. Per il riassetto di RAI International si tratta ancora di “lavori in corso”, più lenti e difficili e dotati di minori risorse del necessario e del previsto. Nel frattempo ci si augura che le nuove normative sull’editoria, e quindi sull’informazione italiana all’estero e per l’estero, che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on. Levi sta elaborando ed avrebbe anzi in fase conclusiva, consentano tanto un incremento delle magrissime provvidenze per le pubblicazioni periodiche italiane all’estero (ferme ai due miliardi di lire del 2001 per circa trecento testate) quanto la razionalizzazione delle medesime ed estensione, con più adeguate risorse, dalla carta stampata all’informazione radiofonica, televisiva e on-line. Di riforma e rilancio necessitano pure gli Istituti Italiani di Cultura all’estero. Maggiori risorse richiede anche la sempre auspicata e promessa, e mai attuata, “informazione di ritorno”. Al contempo merita attenzione anche la “cultura di ritorno” per una valorizzazione e sistematiche forme e canali di conoscenza e diffusione in Italia dell’immensa creatività italiana nel mondo, dalle arti alla letteratura, al design, alla ricerca scientifica.

La scuola italiana all’estero richiederebbe ben altri approfondimenti e risorse, e ben altro che nuovi tagli di bilancio. E richiede una totale riforma della vigente superatissima legge che la riguarda, la 153. E sulla scuola desidero concludere con le parole di appena ieri del professore Paolo Balboni, responsabile del "Dipartimento Scienze del Linguaggio e Italiano come Lingua Straniera” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia: “La necessità è di avere finalmente una politica almeno a medio periodo per l’italiano nel mondo, politica progettata e controllata secondo strumenti tipici del marketing d’alto livello. Gli strumenti didattici di qualità ci sono, costano quanto quelli obsoleti, manca la politica che renda cogente il loro uso. Il grande problema è la necessità di una politica (policy, non politics) che individui una mission, una rotta, i tempi, le risorse (non importa se molte o poche, purché siano certe). La diffusione dell’italiano nel mondo è un problema politico, e non tecnico”.

E sicuramente anche per questo problema politico credo esista una rappresentanza parlamentare degli italiani nel mondo. (Nino Randazzo)

* Senatore del’Ulivo eletto all’estero nella riparizione Africa-Asia-Oceania-Antartide

 

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EmiNews 2007

 

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