3641 Il presidente della V° Commissione del CGIE, Santellocco replica alle contestazioni dagli USA

20070924 12:34:00 redazione-IT

di Franco Santellocco

Dopo le dure critiche in occasione della Commissione dei Paesi Anglofoni extraeuropei del Cgie, il Presidente della quinta commissione non ci sta e ribatte puntigliosamente, chiarendo tutti gli aspetti relativi al bando del Ministero del Lavoro, alla stesura del quale egli ha collaborato per mandato del Cgie nell’ambito dell’apposita Commissione

ALGERI - I membri della quinta Commissione si erano lasciati al termine della loro ultima riunione straordinaria a metà luglio con l’intima convinzione di aver portato a termine, nel corso dell’anno, due impegnative imprese:

– aver affrontato il tema della internazionalizzazione, sviluppato il concetto di “Nazione globale” con una prospettiva orientata ad un futuro privo della discriminazione fra italiani di madrepatria e della diaspora, individuato i temi guida di discussione e di sviluppo nel seminario che sarà organizzato sull’argomento, essere giunti a conclusioni condivise al termine di confronti pure vivaci;

– completare il quadro, la ormai prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’avviso per la formazione professionale di lavoratori residenti in Paesi non appartenenti alla Unione europea, che avveniva infatti di lì a pochi giorni.

In effetti, dal mese di ottobre 2006 il Presidente della quinta Commissione era stato indicato alla unanimità a rappresentare il Cgie in seno all’apposito Comitato con il mandato di contribuire alla ripresa dei corsi di formazione sulla base di linee guida innovative da introdurre nel nuovo bando.

Veniva, infatti, individuato un ruolo centrale per le Rappresentanze consolari e le Comunità italiane attraverso gli organismi rappresentativi (Comites), rivendicando l’esigenza che alla consapevolezza delle situazioni locali ed alla capacità di cooperazione con i Consolati fosse affidato il compito di far emergere i fabbisogni di conoscenze e competenze professionali degli italiani residenti nelle diverse circoscrizioni consolari. In questo modo si intendeva assicurare una più forte rispondenza delle iniziative di formazione finanziate alle effettive esigenze dei territori, una maggiore efficienza del processo e l’efficacia degli interventi.

A metà novembre 2006 le “Schede di rilevazione dati” venivano veicolate ai Consolati ed ai Comites: era questa la novità sostanziale contenuta nell’approccio innovativo individuato, il coinvolgimento degli italiani all’estero attraverso i loro organi rappresentativi, nella certezza che Consolati e Comites insieme, in uno spirito di collaborazione fattivo e leale, avrebbero saputo indicare necessità formative adeguate alle specifiche esigenze dei territori, da allegare contestualmente, in sintesi ragionata, al Bando radicalmente rimodulato, attento ad un iter nel quale Cgie, Comites ed associazionismo sarebbero stati ben attivi.

In taluni casi la certezza si è rivelata una illusione ed i risultati inadeguati: spirito di collaborazione inesistente, mancata diffusione delle “Schede di rilevazione dati” da parte dei Consolati, incapacità dei Comites nel produrre progetti validi?

La recente Conferenza dei Paesi anglofoni ha preferito evitarsi queste domande e non sottoporre ad una attenta analisi le ragioni della insoddisfazione, probabilmente perché i membri della Commissione avrebbero potuto individuare inadempienze nella loro capacità di rappresentare gli interessi dei connazionali, scoprendosi attenti soprattutto alle piccinerie della politica italiana e ad una opportuna collocazione in vista di una eventuale consultazione elettorale, anziché lavorare e collaborare con le Associazioni locali per individuare le esigenze prevalenti in termini di formazione.

Si è preferito esprimere una dura reprimenda, con apposito ordine del giorno, al rappresentante del Cgie nel “Comitato di preparazione del Bando”, con meschini e spiacevoli rilievi di carattere personale piuttosto che con una critica seria e costruttiva.

Certo è che il delegato Cgie in seno al Comitato più volte ha chiesto ed ottenuto di prorogare i termini ultimi di presentazione delle schede fabbisogni e, così facendo, qualche richiesta ulteriore è pervenuta: anche dall’Australia (Adelaide), affiancando quanto espresso dal Canadà (Vancouver) e dal Sud Africa (Capetown, Durban e Johannesburg).

“Qualcosa non quadra nel bando per la formazione professionale” scrive recentemente un Consigliere del Cgie degli Usa con prosa elementare, generica, che fa torto alla sua professione e denota totale ignoranza dell’ampia trattazione in seno al Cgie (Commissione tematica, Assemblea plenaria, Agenzie stampa)

Ma dove erano i Consiglieri dei Comites e del Cgie di Stati Uniti e Canadà (Toronto) quando avrebbero dovuto collaborare con i Consolati, esprimere le esigenze delle collettività in tema di formazione, formulare i loro motivati pareri attraverso le “Schede Paese”? A cosa pensavano visto che il bene delle comunità rappresentate era lungi dalle loro preoccupazioni?

La critica è fondamentale in democrazia, consente di analizzare i comportamenti, di migliorare la propria capacità operativa, di conseguire risultati sempre più adeguati alle aspettative degli utenti, nel nostro caso dei connazionali all’estero; la critica motivata, non l’invettiva.

Il Presidente della quinta Commis-sione non si aspetta di essere salvaguardato perché “si dichiara di destra”, ma di essere oggetto di critiche severe quando sbaglia nella sua attività di promozione e tutela dell’italianità all’estero.

Per chiarezza egli si riconosce in una visione politica moderna, liberale ed innovatrice ed è forse per questo che è stato chiamato alla dirigenza nazionale di Alleanza Nazionale e non condivide l’atmosfera da “ultimo ridotto in Valtellina” con cui nel recente passato la leadership della minoranza ha affrontato la penosa vicenda della dittatura della maggioranza nel Comitato di presidenza. Il faro che guida il comportamento dei Consiglieri del Cgie deve essere l’interesse delle comunità, comunque ottenuto: è quanto è successo con il lavoro ed i risultati della quinta Commissione.

Le battaglie politiche si vincono a monte non con l’invettiva o l’ostruzionismo becero, ma conquistando la maggioranza degli elettori coinvolgendone l’interesse e le intelligenze, con programmi adeguati, spirito unitario, leadership sicura e moderna.

Troppe volte le divisioni e le ambizioni personali hanno portato a modesti risultati nelle diverse consultazioni elettorali: farlo di nuovo non sarebbe soltanto un errore, sarebbe stupido ed irresponsabile.

 

3641-il-presidente-della-v-commissione-del-cgie-santellocco-replica-alle-contestazioni-dagli-usa

4398

EmiNews 2007

 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.