3695 IMMIGRAZIONE: Da condomini e vicini oltre l'80% degli episodi di razzismo contro gli immigrati

20071011 14:48:00 redazione-IT

Casa: da condomini e vicini oltre l’80% degli episodi di razzismo contro gli immigrati

Rapporto Enar. ”Segregazione occupazionale” per gli stranieri; più desposte le donne per cui ”si combinano discriminazioni basate sull’origine etnica e di genere”. E dal lavoro nero si passa al lavoro ”grigio”

ROMA – Popolazioni rom e sinte, i richiedenti asilo e i rifugiati, i musulmani con cittadinanza italiana e non: sono loro i più colpiti da episodi di razzismo e discriminazione in Italia secondo "Shadow Reports 2006” dell"Enar che, nella sostanza, conferma le preoccupazioni del precedente rapporto.

La "segregazione occupazionale" – Si conferma anche in Italia la tendenza a relegare i cittadini stranieri in settori lavorativi ben delimitati, che in genere sono quelli a più bassa qualifica. Nel settore dei servizi ad esempio, che assorbe circa la metà della forza lavoro straniera, circa un quarto dei lavoratori stranieri si occupa di servizi alle famiglie (Istat): inoltre un terzo dei lavoratori stranieri risulta inserito nel "segmento inferiore” del sistema occupazionale, ovvero svolge professioni non qualificate e questo dato assume un significato ancora maggiore tenendo conto del fatto che l’incidenza di personale non qualificato sul totale dei lavoratori in Italia non supera il 10%. Il 32,4% dei lavoratori immigrati è concentrato in sole cinque professioni (muratori, addetti alle pulizie, collaboratori domestici e assistenti familiari, braccianti e manovali), un"incidenza cinque volte maggiore rispetto agli italiani. La bassa qualifica delle professioni degli immigrati non corrisponde poi ai titoli di studio conseguiti: il 40% di coloro che possiedono la laurea ed il 60% dei diplomati svolgono un lavoro non qualificato o un’attività comunque manuale. Ancora più evidente il fenomeno per le lavoratrici immigrate, “per le quali si combinano discriminazioni basate sull"origine etnica e/o nazionale e di genere”, spiega il rapporto. Infatti, oltre a presentare un tasso di disoccupazione più alto rispetto alle italiane, sono perlopiù occupate in settori, come quello domestico e assistenziale, dove prevale il lavoro irregolare e precario.

Dal lavoro nero al ”lavoro grigio” – “Fenomeno strutturale” del mercato del lavoro italiano il lavoro nero, che in alcuni settori, come quello agricolo, “assume caratteristiche paragonabili a vere e proprie forme di schiavitù”. Difficoltà anche nel settore dell’edilizia, in cui si stima che il 15,9% dei lavoratori non abbia un regolare contratto. Il rapporto segnala inoltre l’estendersi del cosiddetto "lavoro grigio", situazioni di irregolarità parziale, in cui dietro ad un contratto a tempo parziale si nasconde un monte ore lavorate molto più alto rispetto a quello dichiarato.

Casa, dolce casa – Non cambia la condizione di difficoltà già registrata nel 2005. Secondo gli ultimi dati del Cnel la percentuale di cittadini stranieri che vivono in condizione di sovraffollamento grave in Italia varia tra il 4,3% (Friuli Venezia Giulia) ed il 6% (Marche), mentre le regioni che presentano il maggiore squilibrio tra cittadini italiani e stranieri vedono il dato attestarsi tra il 10,1 ed il 13,8% (Puglia, Lombardia, Campania, Sardegna e Val d’Aosta). Secondo l’Unar il settore dell’alloggio, insieme al mercato del lavoro, è quello maggiormente colpito dalle discriminazioni verso migranti e minoranze: l’incidenza è del 12,4% sul totale degli episodi registrati. Condomini e vicini sono coinvolti nell’81,5% degli episodi, mentre l’11,1% degli eventi riguarda l’affitto. La grande maggioranza dei cittadini stranieri in Italia, infatti, vive in affitto (72,1%) e l’area di precarietà abitativa riguarda quasi il 15% degli immigrati (il 7,5% è ospite di parenti o amici ed il 6,8% vive nel luogo in cui lavora). Solamente l’11,8% possiede la casa in cui abita (contro l’87,1% degli italiani). I rapporto segnala anche il problema della creazione dei “quartieri ghetto” nelle città italiane, “balzato all’attenzione dell’opinione pubblica nel 2006 con il caso di Via Anelli a Padova”. Infine i rom, verso i quali l’Italia “viola sistematicamente il diritto ad un alloggio”.

Crescono gli allievi stranieri. E le difficoltà – In aumento costante gli allievi stranieri in Italia nella scuola pubblica e privata (nel 2005/2006 erano circa 430.000) ma secondo l’Enar non migliora la loro preparazione. Dati del ministero della Pubblica istruzione sugli esiti scolastici segnalano una costante maggiore difficoltà dei immigrati nell’ottenere l’ammissione alla classe successiva in tutti gli ordini di scuola: nelle scuole secondarie di II grado, più del 25% degli allievi stranieri non consegue la promozione (succede a poco meno del 15% degli allievi italiani) mentre negli altri ordini di scuola il divario si attesta al 3,2% nella scuola primaria e al 7,9% nella secondaria di I grado. Chi completa il corso di studi e giunge al diploma frequenta soprattutto gli istituti tecnici (42,4%) e professionali (32%), “confermando la tendenza degli insegnanti ad indirizzare gli alunni non italiani verso le scuole considerate ‘più facili’ e che danno un immediato sbocco di lavoro senza considerare le aspirazioni e le reali capacità dei ragazzi”. E se nella prima classe della scuola primaria, gli alunni non italiani in ritardo sono il 10,7%, nella terza classe della scuola secondaria di I grado la percentuale raggiunge il 60,5% e il 74,6% nel terzo anno della scuola secondaria di II grado. Inoltre il rapporto stigmatizza la scelta di concentrare alunni non italiani in alcune scuole, col rischio di creare “situazioni di segregazione” . “I motivi di tali forme di concentrazione vengono ricondotti in parte alla distribuzione sul territorio dei cittadini stranieri, ma sono causati soprattutto dal rifiuto di alcune scuole di iscrivere un numero elevato di ragazzi di origine immigrata”, si legge nel rapporto.

Simboli religiosi a scuola – Il rapporto segnala una sentenza del Consiglio di Stato. La corte, respingendo il ricorso di una cittadina finlandese, ha stabilito che il crocifisso deve restare nelle aule scolastiche non perché sia un ’suppellettile’ o un ’oggetto di culto’, ma perché può svolgere, anche in un orizzonte laico, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni”.

www.redattoresociale.it

 

3695-immigrazione-da-condomini-e-vicini-oltre-l80-degli-episodi-di-razzismo-contro-gli-immigrati

4452

EmiNews 2007

 

Views: 0

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.