3715 Titti Di Salvo: "Uniti per rinnovare"

20071016 10:51:00 redazione-IT

di Emiliano Sbaraglia

La capogruppo alla Camera di Sd, Titti di Salvo, commenta l’esito delle primarie del nuovo Partito democratico, e individua le prossime tappe per al costruzione di un soggetto unitario a sinistra: "Dobbiamo lavorare insieme, senza che le differenze e le difficoltà ostacolino in maniera determinante un processo politico assolutamente necessario"

Gli oltre tre milioni che hanno dato linfa vitale alla nascita del Partito democratico, potrebbero involontariamente velocizzare anche il processo di unificazione che i quattro partiti della sinistra italiana (Prc-Pdci-Verdi-Sd) vanno auspicando oramai da tempo, e che cercano di concretizzare attraverso una serie di iniziative politiche concertate dentro e fuori al Parlamento.

In occasione di una di queste, svoltasi al Palazzo Marini di Roma, abbiamo rivolto alcune domande sull’argomento a Titti Di Salvo,. Capogruppo parlamentare Sd alla Camera

Onorevole Di Salvo, partiamo dal risultato emerso dalle urne targate Pd…
Un bel risultato, secondo me, che aiuta il processo generale di evoluzione politica di questo paese, che ne ha tanto bisogno…

Contenta?
Siamo contenti di aver assistito a una esperienza positiva di democrazia. Detto questo, però, non modifichiamo le nostre convinzioni né ci pentiamo della nostra scelta. D’altra parte lo avevamo già dichiarato al termine dell’ultimo congresso Ds di Firenze: è giunto il momento di una politica rinnovata e di una semplificazione della politica. Adesso tocca alla sinistra.

Ovvero?
La nascita del Pd costituisce la stabilizzazione al centro di determinate forze e personalità politiche. Ma il Pd lascia un vuoto politico che va colmato, come già ribadito sempre nei giorni di Firenze. Ora bisogna realizzare un processo simile anche a sinistra di questo schieramento.

In che modo?
Innanzitutto non credo vadano esorcizzate né drammatizzate né tantomeno nascoste le differenze che comunque esistono tra le quattro formazioni politiche coinvolte in questo processo. Perché le differenze vanno affrontate per quello che sono, senza che ostacolino il percorso di una sinistra che oggi è più che mai necessaria al paese.

Quali sono allora i punti che dovrebbero invece favorire un accordo tra le varie anime di questa sinistra "in fieri"?
Mi limito a citare le varie iniziative unitarie attraverso le quali ci siamo mossi in sintonia, tra cui la più rilevante credo rimanga la posizione comune sulla Finanziaria, per la quale abbiamo proposto un’idea diversa dell’Italia, attraverso l’indicazione di scelte necessarie, dei loro destinatari, e delle risorse che possono permettere l’attuazione di tali proposte. E gli esiti secondo me sono stati apprezzabili. Naturalmente non tutto quello che volevamo è stato accettato, ma sono stati accolti alcuni dei nostri propositi. D’altronde la politica è questa.

E sul protocollo?
Sul protocollo è d’obbligo stabilire a questo punto quali siano le priorità di cui si parla, visto che le cose sono un po’ cambiate rispetto a qualche giorno fa… Il governo ci parla di "fraintendimento tecnico", staremo a vedere di cosa si tratta. Certo è che, se cambia il testo, possono cambiare anche le posizioni.

Da dove si riparte dopo l’incontro di oggi tra le forze della sinistra?
Direi che si deve lavorare per la costruzione di una sinistra che non sia soltanto unita, ma anche e soprattutto rinnovata. Il che vuol dire, secondo me, lavorare per una sinistra laica, pacifista, femminista, ecologista. "Unire" senza "rinnovare" sarebbe un errore probabilmente molto molto difficile da recuperare.

www.aprileonline.it

 

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EmiNews 2007

 

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