3714 Cosa rossa, accelera Giordano: «Tessere entro l'anno»

20071015 19:02:00 redazione-IT

di Rachele Gonnelli (da l’Unità)

«Non è più tempo di attese. Qui è a rischio la sinistra, si rischia il declino». Il segretario di Rifondazione comunista Franco Giordano riunisce la direzione del partito a Roma all’indomani delle primarie del Pd e spinge l’acceleratore a tavoletta sulla nascita del nuovo soggetto politico a sinistra. La "nuova stagione" veltroniana impone una ridefinizione di tutto il quadro politico. Bisogna rompere gli indugi, andare verso «un tesseramento entro la fine dell’anno». E su questo si prefigura una resa dei conti interna. «Chi ha delle resistenze venga alla luce», dice infatti Giordano.

Rivolto evidentemente non solo all’ala più dissenziente rispetto al progetto di partito della sinistra, quella della corrente "Essere comunisti" capitanata da Claudio Grassi. Ma anche a chi pur non facendo parte della minoranza interna non è convinto di questa strada. Resistenze che andrebbero superate nel confronto in tempi ravvicinati. Perché chi "rema contro", insomma, «rischia di mettere in difficoltà lo stesso progetto di mantenere in campo la sinistra», si schiera Giordano.

A via Cavour la riunione dei dirigenti e parlamentari – una ventina i membri della direzione – aveva come tema il prossimo congresso della Sinistra europea in programma a Praga i primi di novembre. Ma è delle primarie che si parla, della nascita del Partito democratico e della sua collocazione sia in rapporto al governo sia alla possibilità di «alleanze di nuovo conio». E anche dell’esito del referendum dei lavoratori sul protocollo sul welfare. E della manifestazione in programma sabato 20 ottobre a Roma alla quale però non hanno annunciato la loro partecipazione il ministro Fabio Mussi e altri esponenti della Sinistra democratica.

In particolare l’esito della consultazione che ha coinvolto 5 milioni di lavoratori e il voto dei 3 milioni e più per il Pd sono per Giordano sono «due passaggi significativi e importanti che ci impongono un cambio di fase». A questo punto l’accelerazione spetta anche al Prc e alla sinistra. «La manifestazione del 20 ottobre – sottolinea Giordano – assume la caratteristica della costruzione della soggettività unitaria, non solo la risposta al governo. Dobbiamo rispondere alle primarie del Pd con un altro potente evento democratico».

L’imperativo, spiega il segretario, è «rompere lo schema per cui l’asse riformista fa l’asso piglia tutto». E rispondendo alle critiche che gli venivano giorni fa dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani di non voler rubare il ruolo al sindacato, con l’invito di sospendere la manifestazione del 20, Giordano insiste: «Non accetto questa ripartizione di ruoli in base alla quale la dialettica politica al Pd, la rappresentanza del lavoro al sindacato. Noi dobbiamo avere tutti e due i piedi nel lavoro e portarne le istanze sul piano politico».

Dunque deve nascere il soggetto unitario per cui si batte accanitamente il direttore di Liberazione Piero Sansonetti. Un nuovo soggetto che «non può essere una ricostruzione del Pci»- dice il segretario -, come invece sembrerebbero prefigurare alcuni interventi sulla rivista dell’Ernesto nel solco del "ritorno alle origini" -o ricostruzione di un "partito comunista autonomo"(Fosco Giannini)-, un’idea che fa balenare una "fusione a freddo" con il solo Pdci. Ma neppure – la critica è duplice – può essere "la filiazione di un punto di vista sindacale che viene proiettato sic et simpliciter in politica". Ciò che cerca Giordano è «un punto di vista autonomo per sfidare il Pd».

Qualcosa dunque che vada oltre la federazione in un ottica frontista dei vari partiti esistenti della sinistra dell’Unione. Il calendario a cui guarda Rifondazione prevede dunque «che gli stati generali della sinistra siano la costituente del nuovo soggetto». E che «entro l’anno, una volta definite forme di partecipazione le più larghe possibili, sul modello dei forum sociali, si vada anche ad un tesseramento vero e proprio».

Ma è proprio il «superamento» della sigla "partito della Rifondazione comunista" per dare vita ad un raggruppamento più vasto che alcuni chiamano "la cosa rossa" che si innescano resistenze e perplessità sia nella base che nel vertice del Prc. E sono quelle che Giordano ora deve battere per evitare nuove scissioni a sinistra.

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EmiNews 2007

 

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