3704 «Plurali e indipendenti». Il 20 ottobre si presenta. Revelli: Ora dobbiamo essere il doppio.

20071013 12:10:00 redazione-IT

«Plurali e indipendenti». Il 20 ottobre si presenta.
20 ottobre, Revelli: «Ora dobbiamo essere il doppio»

«Qual è il senso della manifestazione del 20 ottobre? »: se lo chiede Guglielmo Epifani in un’intervista apparsa oggi sulla Stampa. Se Epifani avesse assistito alla conferenza stampa che questa mattina i promotori della manifestazione del 20 ottobre hanno tenuto all’Hotel Nazionale, forse avrebbe le idee più chiare. Le tante voci che hanno spiegato il senso della loro partecipazione alla manifestazione, restituiscono il quadro di un corteo plurale e per nulla «identitario», come invece ha affermato il segretario generale Cgil.

Ha introdotto la conferenza stampa Pierluigi Sullo, direttore di Carta, che ha ricordato le caratteristiche della manifestazione, a partire dall’appello di convocazione diffuso da manifesto, Carta e Liberazione il 3 agosto scorso e firmato dai direttori dei tre giornali con altre dodici personalità impegnate nel mondo della cultura, del pacifismo e dei movimenti sociali. «Tra i promotori, ad esempio, c’è anche Lisa Clarke, di Beati i costruttori di pace, un’organizzazione del pacifismo cattolico», ha detto Sullo per sottolineare i tanti mondi che si incontreranno il 20 ottobre. La manifestazione partirà da piazza Esedra e arriverà a piazza San Giovanni, la piazza storica delle grandi manifestazioni [«ma anche del Family Day», sottolinea Sullo provocatoriamente].
A Palazzo Chigi, a pochi metri dalla conferenza stampa, si teneva il consiglio dei ministri che ha approvato il protocollo d’intesa sul welfare oggetto di consultazione sindacale nei giorni scorsi. «Noi rispettiamo quel voto – ha detto Gabriele Polo, direttore del manifesto – Ma il protocollo sul welfare non risolve i problemi che affliggono il paese. Ed è strano che il segretario della Cgil si infastidisca per una manifestazione». Anche Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, ha espresso «sorpresa» per l’atteggiamento di Epifani [cui gli organizzatori hanno chiesto un incontro], e ha sottolineato le due sconfitte dell’ultimo anno: il naufragio della legge sui Pacs e l’intesa del 23 luglio sul welfare. Una connessione, quella tra diritti civili e sociali, che è stata segnalata anche da Bianca Pomeranzi della Rete femminista.
La parola è passata poi a Giulio Marcon, di Sbilanciamoci, che si è augurato che la manifestazione serva a migliorare la Finanziaria. «La legge di bilancio – ha spiegato Marcon – taglia le tasse alle imprese ma non ai lavoratori, non introduce la tassazione delle rendite finanziarie e aumenta le spese militari» [tema, quest’ultimo, segnalato anche da Fabio Alberti, di Un ponte per…]. Rossella Palagi, delegata Rsu Fiom all’Almaviva [azienda in cui il no alla consultazione sul welfare ha raggiunto il 66 per cento] ha ribadito l’adesione di molti delegati sindacali. Mimmo Dieni, Rsu della Funzione pubblica Cgil e vigile urbano a Roma, ha ricordato che la legge finanziaria «non prevede il rinnovo del contratto della pubblica amministrazione» e ha criticato le politiche securitarie di molti sindaci del centrosinistra: «Pensino piuttosto a garantire il diritto allo studio ai bambini rom». Federico Sciarpelleti, delegato Rsu di Vodafone, ha ricostruito la vicenda dell’esternalizzazione di 914 posti di lavoro da parte della multinazionale della telefonia. «Sarà una lavoratrice Vodafone–ha ricordato Sullo–a leggere il comunicato che chiuderà la manifestazione».
Antonio Ferrentino presidente della comunità montana bassa Val di Susa e Val Cenischia, ha annunciato che martedì prossimo si terrà un’assemblea in Valle sui temi del corteo, dopo la decisione dei No Tav di non parteciparvi. Per Bartolo Mancuso di Action bisogna essere in piazza «contro questo governo» che non riesce «neanche a bloccare gli sfratti come aveva fatto persino il centrodestra». E ha citato le requisizioni di case che ieri ci sono state a Roma come «esempio di diritto creato dal basso». Infine, Aurelio Mancuso di ArciGay ha parlato di «un disegno del blocco centrista, che punta a governare il paese senza le sinistre. La parzialità che esprimiamo non può essere fine a se stessa, deve entrare in relazione e stare in un progetto più ampio».

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20 ottobre, Revelli: «Ora dobbiamo essere il doppio»
[12 Ottobre 2007]

«Non metto in discussione il risultato ma l’assenza dei meccanismi, del sistema di garanzia, par condicio del pluralismo delle posizioni, certificazione corretta per tutte le procedure di voto e per le modalità di voto fuori dai luoghi di lavoro: l’immagine di un mondo del lavoro soddisfatto, felice e contento non è reale ma solo virtuale, per cui il 20 ottobre bisogna raddoppiare le presenze in piazza». Così oggi Marco Revelli all’agenzia Agi.
Secondo Revelli, «la manifestazione del 20 ottobre è un bagno di realtà, è l’occasione per migliaia e migliaia di persone di incontrarsi, scambiarsi le proprie esperienze, per dar voce, insomma, ad un’Italia, in carne ed ossa, che non ci sta».
«Il risultato della consultazione sindacale sul welfare non è–spiega Revelli–in discussione, non ipotizzo brogli, ma rilevo che vi è stata una sottovalutazione dell’importanza delle garanzie sia formali che sostanziali nella consultazione: è stata persa una grande occasione per far pronunciare in maniera ineccepibile e trasparente i diretti interessati. A lasciar perplessi e dubbiosi è stata l’assenza dei meccanismi di garanzia sul pluralismo di posizioni, su controlli rigorosi ai seggi itineranti e fuori dei luoghi di lavoro, la non presenza della stampa alle assemblee, la certificazione delle procedure di voto».
«E’ difficile adesso migliorare quell’accordo–avverte Revelli–visto il gran consenso: si dira’ che il mondo del lavoro è soddisfatto e che va tutto bene mentre cosi’ non e’». Ed ecco il guaio allora. «Mi preoccupa l’uso politico che di questo risultato si fa e si farà: si tenterà come si sta già facendo di far passare un’immagine patinata e che non corrisponde alla realtà di un mondo del lavoro soddisfatto. Supposto che l’accordo sia il migliore possibile è pur sempre una briciola rispetto a quanto da 20 anni in qua il mondo del lavoro ha perso». Ed il risultato plebiscitario finira’ per complicare, rendere piu’ difficile il lavoro al sindacato? «Sì, con un risultato cosi’ il sindacato rischia di segare il ramo su cui e’ seduto», risponde Revelli, nel senso che «gli sarà difficile ottenere miglioramenti, perché i lavoratori stanno bene, sono soddisfatti».
E invece le cose vanno diversamente. «Il 20 bisogna–precisa Revelli–esser in piazza il doppio di quelli previsti: e’ quella la grande occasione per migliaia e migliaia di persone di stare insieme, incontrarsi, per prender la parola e dire del proprio disagio: e’ il momento di una molteplicita’ di sentimenti, di una ‘altra’ Italia che non ci sta, che non e’ soddisfatta di un anno e mezzo del governo e lo dice pubblicamente e apertamente: è un bagno di realtà, è la dimensione reale del paese e non quella mediatica e virtuale».

www.carta.org

 

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EmiNews 2007

 

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