3730 20 Ottobre, la sinistra scende in piazza; a Roma manifestazione nazionale

20071019 11:54:00 redazione-IT

(da l’Unità)
Welfare, sinistra in piazza il 20 ottobre «per il programma»

«L’attuale governo non ha ancora dato risposte ai problemi fondamentali che abbiamo di fronte, per i quali la maggioranza degli italiani ha condannato Berlusconi votando per il centrosinistra. Serve una svolta, un’iniziativa di sinistra che rilanci la partecipazione popolare e conquisti i punti più avanzati del programma dell’Unione». Sono queste le parole d’ordine che lanciano i manifestanti in occasione del corteo del 20 ottobre, che partirà da piazza della Repubblica, a Roma, alle ore 14,30.

E che spiegano le loro motivazioni: «Ci saremo perché i politici hanno ragione quando rispettano il programma».

Promotori della manifestazione sono i giornali politici "il manifesto", "Liberazione" e "Carta", ma – di fatto – sono i partiti (Rifondazione comunista e Pdci), la Fiom Cgil e i movimenti. Il segretario della Cgil Guglielmo Epifani avverte che non vuole bandiere della Cgil in piazza sabato nella manifestazione della sinistra. Ma Bertinotti commenta: «Non ho mai visto una manifestazione senza bandiere. Scommetto che ci saranno».

Certo, a scorrere l’elenco delle adesioni a titolo personale, sul sito degli organizzatori www.20ottobre.org, si scoprono decine e decine di funzionari dell’organizzazione sindacale, appartenenti a quasi tutte le sigle settoriali, molti dei quali rappresentanti delle segreterie regionali e provinciali. E dire che sono una sparuta minoranza rispetto a quelli che di fatto sfileranno in corteo.

Tanti dirigenti hanno firmato per assicurare la loro presenza. Come Adriana Malandra, segretaria della Camera del lavoro di Chieti, o Alessio Ammannati, del direttivo Cgil Firenze, o Angela di Tommaso, segreteria regionale Spi-Cgil, o ancora Emilia di Nicola, segretaria generale Flc Cgil Pescara o ancora Franco Fiordellisi, segretario provinciale Filcem-Cgil Avellino.

Ci sono poi tra gli altri Roberto D’Andrea, coordinatore Lavoro Società-Nidil Cgil nazionale, Fulvio Carloni, rsu Cgil "Il sole 24ore", Raffaella Morsia, segretaria provinciale Flc-Cgil Piacenza, Renato Procacci, presidente del comitato direttivo Cgil Abruzzo, Rita Guglielmetti, segretaria regionale Cgil Liguria, direttivo nazionale della Cgil. In tutto 54 persone che hanno firmato il libro di chi ci sarà e che, è del tutto ovvio prevederlo, porteranno in piazza la bandiera della confederazione.
A giudicare dal sito, ci saranno inoltre anche molti aderenti ai Verdi (anche adesioni collettive da parte di circoli) e di Sinistra democratica. Tra questi ultimi, hanno firmato il docente Paolo de Nardis e Achille Occhetto. A titolo personale hanno aderito numerosi intellettuali tra cui Pietro Ingrao, Aurelio Mancuso e Luciano Gallino.

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Welfare, Ferrero: «Io in corteo? Lo vedrete sabato»

«Ministri in piazza? Sarebbe una sgrammaticatura. Ognuno faccia il suo mestiere». Così il presidente della Camera Fausto Bertinotti, parla della presenza dei ministri in piazza per la manifestazione del 20 ottobre. Ma se il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero parteciperà al corteo di sabato contro l’accordo sul welfare «lo vedrete domani», afferma, non sciogliendo le riserve sulla sua partecipazione alla manifestazione.

Insomma, «questo dibattito sul chi va e chi no è insensato – dice – perché quello che è importante è la manifestazione di per sè, i contenuti», e – ovviamente – «quante persone ci saranno». Il Comitato promotore della manifestazione di sabato contro la precarietà invita i ministri a non partecipare alla protesta. «Per mettere al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica il merito dei problemi che noi solleviamo e non gli instabili equilibri politici, chiediamo ai ministri – precisa un comunicato – di non partecipare per lasciare visibilità e protagonismo alle migliaia di persone che riempiranno le strade di Roma». Sarà «una manifestazione di popolo contro tutte le precarietà».
«Non so se Ferrero sarà in piazza», commenta il vice premier, Francesco Rutelli, «la scelta è la sua, certo ribadisco quello che ho sempre detto, cioè che chi sta al governo sta al governo e ha modo di esprimere le sue opinioni partecipando all’azione collegiale dell’esecutivo».

In piazza sabato ci sarà, invece, tra gli altri anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. «Sabato saremo in piazza e credo che saremo in tantissimi, la nostra sarà una presenza "per"», afferma Manuela Palermi, capogruppo Pdci al Senato. «Per l’Unione, per il programma, per migliorare il protocollo del 23 luglio che fa troppo poco per i lavoratori e i pensionati, per il centrosinistra, per un lavoro stabile e sicuro che possa dare un futuro dignitoso».

La manifestazione di sabato è «una prova importante di democrazia» sostiene il Verde Paolo Cento, secondo il quale la manifestazione «è compatibile col programma, che è stato fortemente condizionato da Confindustria anche nel protocollo del welfare».

«La Sinistra Democratica ha preso a larga maggioranza la decisione di non andare alla manifestazione di sabato e io mi adeguerò» afferma dai microfoni di "Radio Città Futura" Cesare Salvi, presidente del gruppo Sinistra Democratica al Senato e presidente della Commissione giustizia.

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Rifondazione comunista e Pdci scaldano i muscoli, puntano a portare in piazza centinaia di migliaia di persone per poi aprire la battaglia parlamentare sul welfare. La sinistra radicale applaude le parole di Benedetto XVI contro il precariato e prova a rassicurare Romano Prodi, ripetendo che il corteo non sarà contro il governo. I rapporti con sindacati ed esecutivo non sono però idilliaci: con la Cgil c’è tensione e il presidente della Camera Fausto Bertinotti, a chi gli fa notare che il premier sarebbe preoccupato per la piazza di sabato, risponde distaccato: «Le preoccupazioni le lascio a lui».Il presidente del Consiglio assicura che con Confindustria non esiste nessun problema e riceve in mattinata, prima di partire per Lisbona, gli organizzatori della manifestazione. Aurelio Mancuso, presidente dell’Arcigay, racconta della «preoccupazione espressa da Prodi per un corteo che può essere male interpretato», con il rischio che «diventi una iniziativa contro il governo». In una intervista all’Espresso, tuttavia, Prodi si mostra ottimista e osserva che, dopo il referendum sul welfare e le primarie del Pd, sabato a San Giovanni si chiuderà un ciclo tutto a favore del governo.

Il segretario del Prc Franco Giordano lo rassicura, parlando di un appuntamento che «non può essere una minaccia» per Palazzo Chigi, ma il leader del Pdci Oliviero Diliberto fa ben capire quali obiettivi vuole raggiungere la piazza: «La manifestazione servirà a ristabilire i rapporti di forza dentro la coalizione». Insomma, un successo il 20 ottobre consentirà alla sinistra radicale di avere più forza per provare a modificare alla Camera (dove comincerà l’iter parlamentare) il disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri. La Cosa rossa sabato è divisa a metà, visto che Verdi e Sinistra democratica (con l’eccezione di quattro parlamentari) non andranno in piazza, ma si prepara da lunedì a studiare emendamenti comuni.

L’ala radicale dell’Unione chiede allora ai moderati e ai riformisti della coalizione di ascoltare Papa Ratzinger, che definisce la precarietà del lavoro «una emergenza etica e sociale». Gli alleati, però, non hanno alcuna intenzione di abbassare la guardia. Radicali e socialisti sono pronti a dare battaglia, Lamberto Dini minaccia di non votare il disegno di legge se le modifiche apportate porteranno ad aumenti di spesa. E l’Italia dei Valori insiste: la sinistra è irresponsabile e, se in Parlamento ci sarà l’assalto, allora il governo potrebbe mettere la fiducia e blindare il testo. Un’ipotesi circolata negli ultimi giorni anche in ambienti governativi.

Mentre il sindaco di Bologna Sergio Cofferati definisce «autolesionistico» il corteo di sabato, sembra piuttosto arrabbiato anche il segretario dello Sdi Enrico Boselli: «Non lasceremo l’iniziativa a Prc e Pdci ed è incredibile che vogliano sfilare sotto le bandiere del sindacato, quando questa iniziativa mira a contestare il referendum tra i lavoratori».

Continua dunque la polemica dopo che una circolare della Cgil ha vietato l’uso in piazza (sabato ci saranno molti esponenti della Fiom) delle bandiere di Corso d’Italia.
Una vicenda, quella delle bandiere, che descrive molto bene lo stato dei rapporti tra sinistra radicale e il sindacato di Guglielmo Epifani. Basti pensare che Diliberto bolla la decisione della Cgil come «bizzarra» e che Bertinotti commenta con ironia velenosa: «Mi viene da sorridere. Non ho mai visto una manifestazione senza bandiere. Scommetto che ci saranno».

www.20ottobre.org

 

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EmiNews 2007

 

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