3761 Anche in Uruguay la polizza sanitaria che lo Stato paga ai connazionali in condizioni di indigenza

20071024 15:34:00 redazione-IT

Costa 130 dollari al mese per ognuno dei 150 italiani assistiti la polizza sanitaria che lo Stato paga ai connazionali in condizioni di indigenza che risiedono in Uruguay – scrive Federica Manzitti dalla redazione uruguayana di Gente d’italia il quotidiano delle americhe
diretto da Mimmo Porpiglia – . Questo e’ infatti uno dei paesi del mondo in cui sta per completarsi la riforma dell’assistenza sanitaria avviata dal governo di centro-sinistra con il Vice Ministro Franco Danieli.

Dopo i "progetti pilota" avviati e portati a compimento in
Colombia, Venezuela e Messico, anche Argentina ed Uruguay vedranno formalizzate le convenzioni con le assicurazioni private che forniscono il servizio. "L’assistenza diretta è una priorità specie in
aree di forte presenza come il Sudamerica, dove c’è un sistema di
welfare privatizzato tale per cui solo chi ha soldi riesce a
garantirsi una buona assistenza medica ed ospedaliera", ha dichiarato
recentemente Danieli. "Prima si andava dal Console", ha proseguito,
"che poteva concedere l’erogazione di una tantum sino a 1032 euro,
verificate le condizioni d’indigenza, ed orientare il cittadino verso
strutture ospedaliere convenzionate localmente. Tutto era molto
paternalistico. Ora abbiamo aumentato l’assegno a 1500 euro". Una
spesa resa possibile dall’incremento in Finanziaria 2007 del capitolo
dedicato, che e’ passato da 13 a 20 milioni di euro. In altri paesi,
come quelli citati prima, si e’ passati alla stipula di polizze
assicurative con compagnie private. In Uruguay e’ la Blue Cross.
agenzia internazionale, con licenza dello Stato della California e
sede distaccata a Montevideo. "La Blu Cross e’ stata scelta tra altre
societa’ perche’ piu’ competitiva nel prezzo e perche’ non ha posto
limiti all’accettazione dei nostri assistiti", afferma la Console
d’Italia in Uruguay Gaia Danese, specificando che fino ad oggi il
contratto stipulato con la societa’ americana e’ formalmente "un atto
a cottimo", quindi non ancora una convenzione vera e propria. La Blu
Cross infatti non ha imposto esami ed analisi preventive per i 150
beneficiari della polizza. Si tratta di persone che erano gia’ in un
elenco consolare di persone bisognose di assistenza sulle quali sono
state fatte verifiche per quanto riguarda lo stato d’indigenza.
Verifiche affidate alla consulenza esterna dell’Universita’ Cattolica
di Montevideo. "Abbiamo deciso di rivolgerci a delle consulenze
esterne perche’ garantiscono degli standard di attendibilita’
scientifica e di imparzialita’", ha spiegato la Console. I parametri
con i quali viene misurato il grado di indigenza e di poverta’ sono
dettati dal Ministero italiano che a sua volta si rifa’ a standard
locali. Ragione per cui accedono al servizio di assistenza diretta
solo gli italiani che dimostrano di guadagnare 1.400 pesos al mese (
circa 58 dollari) e sono considerati poveri, quindi non indigenti,
coloro che hanno entrate mensili al di sotto di 2.500 pesos, circa 103
dollari. Le verifiche, effettuate dagli assistenti sociali
dell’Universita’ Cattolica tengono poi conto anche di altri parametri
non solo economici, come i famigliari a carico, le proprieta’
immobiliari, lo stato di salute, ma ovviamente, viste le cifre di cui
sopra, la forbice e’ molto stretta. Dentro ci sono appunto questi 150
connazionali. Vivono sia nella capitale che nelle regioni interne del
paese. Molti sono pensionati, alcuni bambini, quattro in tutto, con
malattie croniche o con disturbi psichiatrici. Anche per loro la Blu
Cross copre le spese mediche, di medicina generale e specializzata,
le visite, il pronto soccorso, il ricovero, gli esami e le analisi, un
controllo annuale di medicina preventiva. Unico limite imposto e’ per
coloro che necessitano la somministrazione di piu’ di cinque farmaci
al mese. Dal sesto scatta infatti il pagamento di un ticket di circa
100 pesos uruguayani. "Il vantaggio di questo sistema rispetto a
quello vecchio che vedeva la CASMU, la mutua locale, e’ che gli
assistiti non sono costretti a cambiare il medico di fiducia, quando
lo hanno. Questo, soprattutto per i pensionati, e’ fonte di
serenita’". Ovviamente la societa’ americana, con la quale lo Stato
italiano ha stipulato da tanti anni un’assicurazione che copre gli
addetti dell’Ambasciata, dei Consolati, dell’ICE, dell’ENIT, degli
Istituti di Cultura, impone dei limiti di spesa anche per le visite.
Ora, l’atto a cottimo, " stipulato gia’ a luglio del 2007 per partire
con l’assistenza diretta senza aspettare le lunghe procedure
burocratiche di un concorso", spiega la Console, scadra’ a dicembre.
Il Ministero avrebbe gia’ dato il via libera per trasformare l’atto in
convenzione e rinnovarlo per altri sei mesi, quindi fino luglio 2008.
"L’ambizione e’ di allargare il bacino degli assistiti" dichiara la
numero uno del Consolato di Montevideo. Includere quindi 30 persone
rimaste in lista d’attesa, ed altre 70 da individuare tra chi ha fatto
domanda ed e’ rimasto fuori, fino ad arrivare ad un totale di 250
persone assistite in Uruguay. In Colombia gli italiani indigenti che
beneficiano della polizza sono 200, in Venezuela 1000. "Alla fine
copriremo tra i 12 ed i 14mila connazionali oggi senza polizze
sanitarie", ha dichiarato Danieli riferendosi agli altri paesi del Sud
America in cui questo progetto e’ stato avviato ma e’ ancora in fase
preliminare come il Brasile e l’Argentina dove sono state individuate
8.230 persone indigenti bisognose di assistenza, e ad altri paesi del
mondo con sistemi di welfare privato.

 

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EmiNews 2007

 

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