3793 Argentina, vince la "moglie" Cristina Fernandez Kirchner

20071029 22:44:00 redazione-IT

Previsioni rispettate, la successione annunciata della moglie al marito è compiuta. Cristina Fernandez Kirchner, la consorte del presidente uscente Nestor Kirchner, entrerà il 10 dicembre prossimo nella storica Casa Rosada, prima donna a farlo in Argentina per volere popolare. Lo scrutinio delle schede al 75% consegna la vittoria con il 43,49% dei consensi all´avvenente "first lady" argentina, con oltre 20 punti di vantaggio sulla battagliera leader della Coalizione civica Elisa Carriò, che ha ottenuto il 23,13% dei voti, seguita dall’ex ministro dell’Economia Roberto Lavagna, candidato UNA (Una Naciòn Avanzada) al 17,64%.

Da parte sua il sottosegretario per i media della presidenza, Enrique Albistur, ha precisato che «pur se i successi devono essere decretati dallo spoglio delle schede», tutte le informazioni «in nostro possesso indicano che quello di Cristina è un successo schiacciante». L’opposizione, rappresentata dalla stessa Carriò e dall’ex ministro dell’Economia Roberto Lavagna, si era rifiutata in un primo momento di accettare la sconfitta, preferendo moltiplicare le denunce di «irregolarità e furto di schede».

Nel quartier generale di Lilita, come gli amici chiamano la Carriò, un portavoce aveva sostenuto che «la Coalizione civica ha fatto una elezione eccellente, imponendosi nella capitale e a Rosario, mentre ci siamo comportati molto bene nella provincia di Santa Fe, a Cordoba, e perfino nella provincia di Buenos Aires, nonostante il saccheggio delle schede di cui siamo stati vittime». Quando lo scrutinio ha raggiunto il 55%, però, la vittoria della candidata del "Fronte per la vittoria" è stata riconosciuta dalla Carriò: «Crediamo che la tendenza conferma come "presidenta" Cristina Fernandez de Kirchner -ha detto- e ci congratuliamo per la sua vittoria». Secondo la Costituzione argentina, vince le presidenziali il candidato che ottiene oltre il 45% dei voti, oppure il 40% ma con un vantaggio di almeno 10 punti percentuali sull’avversario al secondo posto.

La difficoltà di reperire presidenti e scrutatori e la complessità di un voto basato su schede per presidente, governatore, camera e senato, hanno complicato in mattinata l’avvio del processo elettorale e costretto la Giunta elettorale a prorogare di un’ora la chiusura dei seggi nella capitale, che si sono così chiusi alle 19 (le 23 italiane).

Il trionfo della proposta sostenuta dal presidente Nestor Kirchner – rafforzamento del modello economico e impegno per una concertazione pluralista di centro sinistra sul piano politico – è stato rafforzato anche dai primi dati relativi alla provincia di Buenos Aires (il bacino elettorale più importante del paese), dove il vicepresidente uscente, l’italo-argentino Daniel Scioli ha ottenuto quasi il 50% dei voti.

Il risultato, previsto peraltro bene dai sondaggi della vigilia, pone fine a mesi di tensioni legate ad una interminabile campagna elettorale durante cui la candidata peronista è stata sempre prima nei favori dell’elettorato, con qualche scivolamento verso la fine, tale da spingere la Carriò a rilanciare l’ipotesi di un ballottaggio il 25 novembre.

Nei primi commenti gli analisti hanno rilevato che la vittoria di Cristina Kirchner al primo turno rappresenta il migliore degli scenari per il suo mandato presidenziale, per «le importanti decisioni che dovrà essere prese» per concretare «i sogni che mancano», a cui ha fatto allusione nel suo comizio finale giovedì scorso.

Entrando nella Casa Rosada per volere popolare – prima di lei lo fece Maria Estela Martinez de Peron, ma per la morte del marito – andrà ad unirsi al drappello di donne – fra cui Michelle Bachelet in Cile, Angela Merkel in Germania – che guidano le sorti dei rispettivi paesi.

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EmiNews 2007

 

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