3786 Scenari politici e italiani all’estero: Il rischio del peggio

20071028 22:11:00 redazione-IT

Quando gli amici connazionali riceveranno questo numero del nostro notiziario, lo scenario politico italiano potrebbe essere cambiato al punto da rendere superate le considerazioni che ci accingiamo a fare. Non ce lo auguriamo. E in particolare speriamo che comunque il nostro paese si possa dotare di una legge di bilancio per il 2008 senza dover subire il trauma (fortunosamente evitato nei pur tormentati anni trascorsi) dell’esercizio provvisorio: il che comporterebbe un ulteriore, pesante handicap ad una macchina pubblica arrugginita e bloccata sia sul versante istituzionale che su quello dell’amministrazione corrente oltre che sul versante sociale che più ci riguarda come organizzazione sindacale e di patronato.

Gli amici che ci seguono sanno bene che aborriamo l’irresponsabilità di quanti si abbandonano alla perversione del “tanto peggio, tanto meglio”: che certamente nessuno più osa proclamare “apertis verbis” ma che è di fatto la madre di ogni estremismo, sia politico che ideologico.

Ciò peraltro non ci impedisce di criticare la negativa piega che la Finanziaria 2008 va prendendo, in riferimento alle previsioni di risorse da destinare alle politiche per i connazionali all’estero. Allo stato dell’arte, infatti, viene previsto un taglio di 232,4 milioni di euro sugli stanziamenti per il ministero degli estere, un calo che porterebbe le risorse del Mae allo 0,138 del pil (contro la 0,159 dell’esercizio dell’anno in corso). In particolare per gli italiani nel mondo e le politiche migratorie e sociali si scenderebbe dai 97,9 milioni nel 2007 a 88,1. Peraltro, a fronte dei 904.000 euro per i servizi e le strutture dedicate ai connazionali fuori confini, ci sarebbero 22,4 milioni per la gestione dei flussi immigratori e per la lotta all’illegalità e al traffico di esseri umani. Inoltre verrebbero assegnati 63,8 milioni per l’attuazione delle politiche per le collettività italiane e i concittadini all’estero.

Come si vede, prospettive non entusiasmanti. E tuttavia più solide del vuoto amministrativo e gestionale che si produrrebbe ove si verificasse la profezia del leader dell’opposizione, l’on. Berlusconi, che si dice sicuro di poter provocare la caduta del governo in carica, a metà novembre.

I lettori del nostro quindicinale sanno che le nostre considerazioni non sono dettate da pregiudizi di schieramento politico. Nella Cisl, a tutti i livelli e in tutte le strutture, sia sindacali che di servizio e di tutela, siamo abituati ad esercitare un pragmatismo attivo che si fa guidare soltanto dall’interesse per la gente che rappresentiamo. Il dato con cui fare i conti è però che difficilmente uno scenario politico diverso dall’attuale (indubbiamente, poco esaltante) porterebbe vantaggi ai ceti popolari e lavoratori, in patria e all’estero. Solo per fare un esempio, il più pungente perché riguarda gli emigrati più bisognosi di assistenza, nei cinque anni del governo precedente, le risorse destinate ad assistenza diretta e sussidi di indigenza ai connazionali in difficoltà nel mondo, erano addirittura inferiori a quelli attuali. E poiché l’amara esperienza insegna che “al peggio non c’è mai fine”…

Abbiamo usato, qualche riga più su, l’espressione “pragmatismo attivo” per qualificare l’iniziativa della Cisl e dell’Inas. Non si tratta di una formula astratta di accattivante sindacalese. Vuol dire invece che, partendo dall’analisi del contesto politico dato e dei suoi limiti, dobbiamo e vogliamo impegnare il governo che c’è a reperire maggiori risorse per la soluzione delle problematiche di interesse personale e collettivo delle nostre comunità all’estero: assistenza socio-sanitaria in primis, ma anche dossier più “elevati” come la promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo, passando anche per i capitoli, ugualmente essenziali, della formazione professionale o del rilancio della rete consolare. Come si vede: una particolare attenzione che poniamo agli anziani ma anche verso i giovani!

E’ il percorso sul quale vogliamo camminare.

(Corrispondenza Italia/Eminotizie)

 

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EmiNews 2007

 

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