3811 Giovani italiani in Uruguay: "L'interesse dei giovani nei confronti dell'Italia e' sempre piu' forte

20071031 19:25:00 redazione-IT

Montevideo – Riunione dopo il tramonto nella sede del Comites di Montevideo. A raccolta i giovani della comunità che stavano aspettando di sapere i risultati della riunione continentale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero che si è svolta a metà ottobre a Guayaquil, in Equador. I ragguagli – sono arrivati dalle due giovani consigliere Daniela Temesio e Adriana Dal Bello che hanno partecipato all’occasione insieme ai colleghi meno giovani Filomena Narducci e Renato Palermo. A Guayaquil è stato redatto un documento in cui si parla della necessità delle seconde generazioni di emigrati di stringere vincoli sempre più stretti con l’Italia, dell’importanza della Conferenza di Roma dei giovani italiani del Mondo, e dei temi da affrontare in quell’occasione quando si presenterà.

"L’interesse della nostra generazione nei confronti dell’Italia è sempre più forte. Avere il passaporto per tanti di noi significa non solo entrare in Europa, ma potervi restare esercitando i propri diritti". A parlare dei suoi coetanei Adriana Dal Bello, la più giovane dei membri del COMITES di Montevideo, 27 anni, e forse di tutto il Sud America. "E’ una domanda crescente che arriva dai ragazzi. Chiedono anche di capire come funziona la rappresentanza, quali sono gli organismi a cui ci si può rivolgere e come rinnovarli secondo le nostre esigenze". Il COMITES a questo proposito ha organizzato un seminario per il primo fine settimana di dicembre sugli organismi di rappresentanza, sulle loro competenze e composizioni. Una sorta di educazione civica, utile a chi voglia affacciarsi al mondo della politica per gli italiani all’estero. Politica o meglio competenza istituzionale che in tante occasioni ha diviso invece di unire le associazioni di italiani in Uruguay. Tra le 63 sigle presenti infatti non scorre sempre buon sangue ed ancora oggi trovare il modo di sedersi tutti intorno ad un tavolo per condividere le battaglie non e’ cosa semplice. Diverso invece l’approccio che stanno cercando i giovani. "La politica non ci interessa così tanto da indurci a litigare tra di noi o a rinunciare addirittura ai nostri obiettivi", racconta la Dal Bello. "I ragazzi finora si sono sentiti esclusi dalle associazioni e dal Comites per due ragioni sostanziali: il conflitto politico che si vedeva in seno a queste realtà e la concorrenza regionale. Per chi è nato qui non ha molto senso dire io sono siciliano, tu sei veneto. Ci sentiamo tutti italiani e le differenze regionali sono molto attenuate". Secondo Adriana il Comites sta facendo alcuni sforzi per aprirsi di più alla comunità soprattutto verso le nuove generazioni. Lei ha cominciato ad occuparsi di assistenza e patronato, è all’INCA CGIL, cinque anni fa quando ne aveva 22 e invece di andare al cinema preferiva dare una mano negli uffici di avenida Garibaldi. "In famiglia ci siamo sempre sentiti molto più italiani che uruguayani. La cultura delle tradizioni, il cibo, la musica, le domeniche insieme, sono manifestazioni della nostra appartenenza che hanno accompagnato tutta la nostra vita. Per questo mi è sembrato naturale entrare nella comunità ed occuparmene", ammette. L’italiano resta però per lei come per i suoi coetanei un punto dolente. "E’ fondamentale per tenere vivi i legami con il paese di origine delle nostre famiglie. Imparare l’italiano dovrebbe essere a portata di tutti". La Dal Bello non ha frequentato al Scuola Italiana di Carrasco "troppo cara e troppo lontana", dice, ma si è arrangiata con i corsi di lingua organizzati anche dal patronato INCA. "Da anni la Federazione FILEF, Lavoratori Emigrati e Famiglie, organizza delle lezioni di lingua presso la nostra sede. Sono indirizzate sia ai giovani sia a chi ha bisogno di rinfrescare un pò la memoria".
Così per la lingua. Ma la politica?
E’ la politica che chiama i giovani. Lo fa da Roma dopo che ha dato loro il diritto di decidere ed influire su di essa. Ma i giovani conoscono la politica italiana e soprattutto sono interessati a seguirla? "La politica italiana potrebbe essere molto interessante per i nostri coietanei, utile per chi vuole trasferirsi in Europa, ma non abbiamo trovato ancora gli strumenti adatti per essere informati e poter scegliere liberamente". Rai International non svolge il compito che dovrebbe secondo Adriana, le informazioni passano invece da alcuni giornali, come il nostro o dalle testate nazionali che non sono facilmente reperibili.
A Guayaquil anche i giovani hanno avuto modo di esprimersi. Quanto questa libertà porti dei risultati è troppo presto per dirlo.
Bisognerà capire se e quando le generazioni dei veterani della rappresentanza degli italiani all’estero vorranno "mollare l’osso" e fare spazio. "Molte volte dall’Italia sono arrivate delle borse di studio. Occasioni preziose per tanti studenti in Uruguay che sono state buttate via perchè l’informazione non è passata". Partecipare significa anche non perdere il treno, cogliere le occasioni e non sentirsi il fanalino di coda di un mondo che va veloce e non aspetta che diventino vecchi anche i giovani italo-uruguayni per avere la possibilità di scegliere e decidere.

Gente d’Italia/EMINOTIZIE

 

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EmiNews 2007

 

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