3799 IMMIGRAZIONE:Per un europeo su due la presenza degli immigrati è indispensabile

20071030 11:07:00 redazione-IT

Dossier Caritas-Migrantes. Il 48% pensa però che gli immigrati siano la principale fonte di insicurezza e non dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma da quello della sicurezza sociale: aumenterebbero i tassi di disoccupazione

ROMA – Un europeo su due ritiene che la presenza degli immigrati sia ormai indispensabile. Ma quasi la stessa percentuale (48% del totale) pensa che gli immigrati siano la principale fonte di insicurezza e non dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma da quello della sicurezza sociale: gli immigrati aumenterebbero cioè i tassi di disoccupazione.

Sono i dati di Eurobarometro 2007 ripresi e commentati dal 17° Dossier Statistico sull"immigrazione della Caritas. Molte sono le cause di questo dato contraddittorio. Uno dei fattori strutturali che incide sulla percezione dell’opinione pubblica riguarda i flussi irregolari, che secondo il Dossier assumono ormai una dimensione europea: le quote di ingresso sono quasi sempre inadeguate, si continuano a riscontrare carenze nei meccanismi di incontro tra domanda e offerta di lavoro, si diffonde il lavoro nero e precario che vengono percepiti come un ulteriore indebolimento del lavoro regolare. Pesano anche il fenomeno delle espulsioni e degli arrivi dei clandestini. In Italia, oltre a Lampedusa e agli arrivi di clandestini nascosti nei Tir, si riscontra quest’anno anche la novità della nuova destinazione dei disperati del mare: la Sardegna. Le paure degli italiani derivano quindi anche dalla percezione di un flusso continuo rilanciato anche dai grandi media. Nel 2006 – si legge nel Dossier – su 124.383 persone immigrate in posizione irregolare individuate dalle forze dell’ordine, solo il 36,5% è stato effettivamente rimpatriato contro il 64,1% del 1999.

Il fenomeno migratorio è ormai strutturale. L’immigrazione in Italia ha infatti caratteristiche che si ripetono (e si ripeteranno) nel tempo: alto numero delle presenze, provenienza da una molteplicità di paesi (policentrismo), equivalenza tra i due sessi, aumentata tendenza alla satabilità, inserimento in quegli spazi del mercato del lavoro che vengono rifiutati dagli italiani. Ma ai dati positivi si legano anche i tanti problemi aperti: politiche di accoglienza carenti, problema della casa esplosivo (anche perché rischia sempre di più di mettere contro immigrati e fasce più povere della popolazione italiana), problemi di integrazione culturale. Uno dei problemi aperti riguarda sicuramente la scuola. In diversi contesti provinciali – si legge nel Dossier Caritas – i minori immigrati rappresentano più di un quarto dell’intera popolazione straniera. L’Istat ha anche rilevato per la prima volta nel 2006 l’entità della "seconda generazione”, ovvero il complesso degli stranieri nati in Italia, al netto di quanti hanno acquisito la cittadinanza italiana: 398.295 persone, mentre i nati stranieri costituiscono ormai il 10,3% del totale delle nuove nascite in Italia. Nella scuola italiana ci sono più di mezzo milione di alunni stranieri (5,6% della popolazione scolastica). Non mancano nel Dossier i riscontri di atteggiamenti razzisti o discriminatori, anche se l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni sul un totale di 10 mila segnalazioni pervenute nel corso del 2006, ha registrato 218 casi effettivi di discriminazione su base etnica o razziale. (pan)

 

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EmiNews 2007

 

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