3849 IMMIGRAZIONE: INTOLLERANZA VELTRONI?

20071107 10:43:00 redazione-IT

di Guglielmo Bozzolini (da Zurigo)

Dopo un’estate dedicata quasi totalmente al delitto della villa di Garlasco, alle perizie dei Ris, e alle testimonianze dei vicini di casa della vittima e del presunto colpevole, il circo mediatico italiano la scorsa settimana si è concentrato sull’efferato delitto di una
donna nei pressi della stazione di Tor di Quinto della metropolita romana. Questa volta però nessun dibattito in punta di consulenza scientifica, nessuna discussione
colpevole o innocente: il colpevole è stato subito trovato (pare). Si tratta di un immigrato rumeno residente nella vicina baraccopoli. E’ stato immediatamente individuato grazie alla coraggiosa testimonianza di una sua connazionale “vicina di baracca”.

Il delitto avrebbe conquistato le prime righe dei giornali per un giorno e sarebbe poi caduto nel dimenticatoio, come tantissimi altri degli ultimi mesi e come quello contemporaneo di una studentessa straniera nella tranquilla Perugia.
Alla violenza e ai delitti purtroppo l’Italia si sta abituando.
Questa volta però è diverso. Il sindaco di Roma ha deciso che fosse così. Walter Veltroni lo ha infatti subito trasformato in un caso politico e soprattutto di politica d’immigrazione, chiamando in causa la libera circolazione delle persone e le responsabilità del governo della
Romania. Prodi lo ha seguito a ruota ed il governo ha emanato immediatamente, in una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri, il pacchetto sicurezza che era stato bloccato solo qualche settimana prima, inserendo in più la possibilità per i prefetti di espellere i cittadini comunitari (l’espulsione degli extra comunitari è già prevista nella Bossi-Fini) per motivi di pubblica sicurezza.
Con questa mossa il novello leader del partito democratico ha deciso di cavalcare il tema della sicurezza e di darsi un’immagine da novello Rudolph Giuliani, il sindaco newyorkese della tolleranza zero, o da versione italica di Sarkozy, che con la repressione nelle banlieau
ha avviato la scalata alla presidenza.
Se il buon giorno si vede dal mattino, il partito democratico non nasce bene.
Nè il prode Walter, nè i suoi adepti sembrano però porsi alcuni problemi. Mi limito a citarne alcuni:
• Criminalizzare tutti gli immigrati rumeni per i delitti commessi dal alcuni di loro, è come se negli Stati Uniti avessero espulso tutti gli italiani a causa di Al Capone,
Lucky Luciano, Joe Roselli e alcune centinaia di loro soci. Serve solo a sollevare l’indignazione generale tra gli immigrati che vedranno lo stato italiano sempre più
come un nemico.
• Tanta retorica sulla delinquenza legata all’immigrazione e tanta polemica contro il governo rumeno che non sa come si sta in Europa sono quanto meno imbarazzanti e assolutamente ipocriti se pronunciate dai leader politici di un paese che ha esportato la criminalità organizzata in mezzo mondo. La strage di Duisburg non è un episodio del passato, è avvenuta quest’estate. Le autorità tedesche cosa avrebbero dovuto
fare? Chiedere l’espulsione dell’Italia dall’UE?
• Il presunto (la presunzione d’innocenza vale sempre per tutti, anche per i rumeni) autore del delitto è stato catturato grazie alla pronta testimonianza di una sua
connazionale. Siamo sicuri che sarebbe sempre avvenuto lo stesso se si fosse trattato di italiani? Siamo sicuri che il giro di vite contro gli immigrati non serva piuttosto a scoraggiare e penalizzare quelli e quelle che come la coraggiosa testimone scelgono di collaborare con la giustizia nonostante non siano in possesso di un permesso di soggiorno?
Di tutto questo a Walter, come si dice a Roma, nun je ‘po fregà de meno. A lui interessa profilarsi come un leader deciso e il partito democratico come un partito d’ordine.
Anche sul piano dell’efficacia quanto deciso dal governo mostra qualche crepa. Proprio l’episodio in questione mostra infatti come l’importante non sia espellere gli immigrati che delinquono, ma essere sicuri che chi commette reati sconti la pena e che i colpevoli vengano accertati in tempi brevi. Il meccanismo dell’espulsione ha già dimostrato tutti i suoi limiti e i suoi effetti perversi nel caso dei cittadini extracomunitari.
La vicenda ha avuto comunque per il buon Walter un piccolo effetto boomerang. Le immagini della baraccopoli di Tor di Quinto e la notizia che in città ce ne sono altre centinaia ha infatti permesso di vedere in quali condizioni di degrado siano costrette vivere decine di migliaia di persone nella città eterna. Il filmato della stazione della metropolitana ha fatto vedere una situazione di incuria inaccettabile.
In questi giorni un giornale distribuiva il DVD del film di Vittorio De Sica ”Miracolo a Milano”.
Nessuno si immaginerebbe che quelle condizioni siano di nuovo attuali in Italia. Ce lo ha fatto vedere la televisione. Ed è chiaro nelle baraccopoli non crescono l’integrazione e il rispetto per gli altri e per le leggi. La realtà non è un film di De Sica.

Guglielmo Bozzolini (Zurigo)

 

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EmiNews 2007

 

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