3892 Gli interventi sulla rete consolare all’estero e l’iter di riforma della legge sulla cittadinanza

20071111 12:17:00 redazione-IT

Gli interventi sulla rete consolare all’estero e l’iter di riforma della legge sulla cittadinanza italiana suscitano le preoccupazioni del Cgie

ROMA – L’ultima giornata dell’Assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE) si è aperta il 9 novembre 2007 presso la Sala delle Conferenza internazionali della Farnesina, a Roma, con l’intervento di Mauro Montanari (Germania), che riflette, dati alla mano, sulla spesa italiana dedicata alla rete consolare nel contesto europeo ed esprime preoccupazione per i progetti di riqualificazione in corso.

“Mi rendo conto della necessità di contenere la spesa pubblica – ha detto Montanari – ma mi chiedo se sia lecito intervenire sulla rete consolare con in vista questo obiettivo e se i provvedimenti in esame costituiscano un reale risparmio. Non dimentichiamoci che siamo qui per difendere gli interessi dei connazionali all’estero, per far sentire la voce dei più deboli in modo che venga ascoltata”.

Considerando il fatto che il personale impiegato nel funzionamento della rete si divide in personale di ruolo inviato dall’amministrazione centrale e personale locale, esterno all’organico di ruolo, e che questi due tipi di contratto rappresentano un costo molto diverso, “suggerisco – spiega Montanari – di limitare il personale di ruolo a favore di quello locale, che non percependo le indennità garantite al personale dall’amministrazione centrale, limita anche i costi dell’organico nel suo complesso. Questo è in linea – chiarisce Montanari – con ciò che avviene in tutti i Paesi dell’area europea”.

In Italia sono 8.500 le unità di personale in forza alla rete consolare all’estero, divise in 5.021 unità di ruolo e 3.547 a contratto. “Sono numeri e percentuali che rendono l’Italia un caso eccezionale nell’ambito europeo, se pensiamo per esempio che la Francia, le cui dimensioni della diaspora neppure si avvicinano a quella italiana, ha in forza 16.721 addetti nella sua rete consolare, di cui solo 6.251 di ruolo, cioè il 36% del totale, la Germania 11.101 addetti (il 52% sono quelli assunti di ruolo), e il Regno Unito 17.000 unità (il 35% di ruolo). Nessun Paese europeo arriva al 60% del personale assunto di ruolo come avviene invece per l’Italia”.

Un altro dato significativo è inoltre la quota del PIL destinata alle spese per il funzionamento della rete consolare all’estero. “Lo 0,23% per l’Italia – rimarca Montanari – contro l’1,01% della Francia, lo 0,93% della Germania, lo 0,94% dell’Olanda e lo 0,40% del Regno Unito. Nessuno di questi Paesi ha una diaspora all’estero quantitativamente paragonabile alla nostra, ma ciascuno di essi considera la rete un investimento e non una iattura – conclude Montanari.

“Se, per citare uno dei casi di intervento sulla rete consolare di cui abbiamo appreso in questi mesi – chiosa Montanari – consideriamo la chiusura del consolato di Edimburgo, dobbiamo renderci conto che in questo caso i 10.000 connazionali residenti nella sede consolare dovranno raggiungere Manchester, a 4 ore di treno di distanza, per il disbrigo di una qualsiasi pratica”.

All’intervento di Montanari è seguita la relazione di Mario Tommasi (Lussemburgo), presidente della III Commissione tematica del CGIE “Diritti civili, politici e partecipazione” che ha riferito all’Assemblea in merito all’iter di riforma della legge sulla cittadinanza.

“Innanzitutto – ha precisato – vorrei ricordare che la legge sulla cittadinanza italiana deve ottemperare ad una direttiva CEE che il nostro Paese è l’unico, insieme al Lussemburgo, a non aver ancora recepito, dandone attuazione. Il disegno di legge ha raccolto una serie di emendamenti (ventuno) a cui in parlamentari italiani eletti all’estero hanno dato un particolare contributo per quanto concerne l’articolo 14 dedicato ai casi particolari di riacquisto o acquisto della cittadinanza. Tale articolo allo stato attuale – ha sottolineato Tommasi – è stato stralciato dal disegno di legge dalla Commissione Affari costituzionali del Senato per problemi di copertura finanziaria”.

Nella III Commissione del CGIE pertanto si è discusso sulla necessità di recuperare il citato articolo nel testo unico della legge, dopo l’approvazione da parte del Parlamento della legge finanziaria per il 2008 – ha fatto presente Tommasi – o, in alternativa, di prevedere lo stralcio dell’articolo per una sua presentazione e approvazione da parte del Parlamento in maniera autonoma.

“Le preoccupazione della Commissione – ha aggiunto Tommasi – sono dovute al rischio che abbiamo avvertito che la discussione della legge venga turbata dalle problematiche sollevate in questi ultimi tempi in tema di acquisto della cittadinanza italiana da parte degli immigrati stranieri. E’ stata infine sollevata la questione del tipo di gestione da adottare relativamente alle pratiche giacenti in America Latina, se facenti capo, cioè, alla vecchia o alla nuova legislazione”.

(Viviana Pansa-Inform/Eminotizie)

 

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EmiNews 2007

 

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