3879 CGIE: Riforma dell’intervento per la diffusione e la promozione della lingua e cultura italiana

20071108 12:24:00 redazione-IT

Le relazioni di Graziano Tassello, presidente della IV Commissione del CGIE, e di Gherardo La Francesca, direttore della Promozione e cooperazione culturale del Mae

ROMA – Una sessione dedicata alla promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo ha costituito il nucleo dei lavori dell’Assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE) nella mattinata di oggi, 8 novembre 2007, presso la Sala delle Conferenze internazionali del Ministero degli Affari Esteri a Roma.

Ha aperto i lavori la relazione di Graziano Tassello, Presidente della IV Commissione tematica del CGIE, su “Riforma dell’intervento per la diffusione e la promozione della lingua e cultura italiana”, indicando i punti salienti della riflessione svolta dalla Commissione stessa e presentando il documento conclusivo all’approvazione dell’Assemblea plenaria.

“Sarebbe errato credere che l’impegno del CGIE nella promozione della lingua e cultura italiana all’estero sia una difesa di ufficio – ha detto Tassello – quando invece rappresenta una strategia di salvaguardia degli interessi nazionali del Paese. L’Italia fa fatica a concepire le potenzialità di questa tutela, mentre essa è un interesse prioritario che non contrasta con altri, ma assume, a lungo termine, un’importanza prevalente”.

“Ciò che limita l’incisività della nostra azione in questo senso – ha proseguito Tassello – è da un lato una prospettiva poco visibile nel senso di questa tutela e, dall’altro, il prevalere di un approccio quantitativo al problema che anche in questi giorni ho percepito molto presente e che rischia di parcellizzare le linee di intervento, indebolendolo ulteriormente”.

Tassello ha ricordato come nel corso delle riunioni dello stesso CGIE più volte sia stata auspicata la necessità di provvedere a una legge quadro, capace di raccogliere una strategia comune nel campo della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero; “tuttavia, viste le attuali difficoltà, io ritengo più urgente chiedere al Parlamento una riforma della legge 153 – egli ha aggiunto, indicando i punti salienti di tale cambiamento, inseriti nel documento elaborato dalla Commissione in stesura definitiva nella riunione straordinaria del 6 e 7 luglio 2007.

“Per prima cosa vorrei sottolineare come la legge 153 abbia molti meriti – ha detto Tassello, – non ultimo quello della flessibilità concessa dalle sue linee interpretative che hanno consentito all’amministrazione di renderla malleabile ai singoli contesti ed esigenze. La riforma del testo dovrà indicare come destinatari delle misure di tutela e promozione tutti coloro che sono interessati alla conoscenza e all’approfondimento della lingua italiana nel mondo, con corsie preferenziali per gli italiani o i discendenti di italiani appartenenti alle giovani generazioni. Il CGIE ritiene comunque – ha precisato – che sia il MAE il più adatto a gestire l’attuazione della legge. Essa dovrà adattarsi ai diversi contesti in base a un piano Paese che terrà conto delle diversità dei contesti in cui viene richiesto l’insegnamento e la diffusione della conoscenza linguistica”.

“Per quanto riguarda il personale docente – ha chiarito Tassello – riteniamo le nostre comunità mature per l’affidamento ad esse della gestione dei corsi, per cui sarà incentivata l’assunzione di personale locale come la fine della discriminante fino ad oggi esistita tra insegnanti di ruolo ed enti gestori, che dovranno essere valutati con una certificazione sulla qualità e sul controllo dei risultati”.

Tassello ha ricordato inoltre come sia auspicabile che il legislatore tenga conto, oltre che delle indicazioni fornite dal documento redatto, anche del percorso fatto in favore della tutela della lingua italiana nelle diverse sessioni del CGIE.

“La certezza che dobbiamo avere è costituita dalla necessità di investire ancora molto sulla diaspora – ha concluso Tassello – perché costituisce il patrimonio più grande di interesse che può dar luogo ad un sempre maggiore richiesta di apprendimento e legame culturale con l’Italia”.

Sui rischi insiti in una parcellizzazione degli interventi di promozione culturale all’estero e in una prevalenza dell’aspetto quantitativo al problema si è espresso Gherardo La Francesca, direttore generale della Promozione e cooperazione culturale del MAE.

“Il nostro tallone d’Achille sta nella capacità di fare squadra ed è proprio per questo che l’amministrazione si sta impegnando concretamente, con una serie di iniziative – ha detto La Francesca – per sviluppare il coordinamento e la sinergia di tutti coloro che possono contribuire e favorire la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero. Abbiamo invece a disposizione una struttura non indifferente che, utilizzando risorse di 20 milioni di euro all’anno, è capace di produrre in tutto il mondo circa 9000 eventi di tipo culturale. La cifra dei docenti di lingua italiana si aggira sulle 70.000 unità e il ricavato dei corsi ammonta a 15 milioni di euro”.

“E’ essenziale considerare le nostre 153 strutture come altrettanti partecipanti a un sistema – ha aggiunto La Francesca – e tutto questo può venir reso possibile solo con strategie adeguate e progetti concreti”.

Uno di questi progetti, nato per incentivare il coordinamento di istituti italiani di cultura e rete consolare, è l’avvio di una serie di riunioni di area, avvenute negli scorsi mesi, che hanno portato all’indicazione, per ciascuna area, di un rappresentante. “Tali rappresentanti si riuniranno a Roma la prossima settimana – ha annunciato il direttore generale – per una tre giorni di studio atta ad individuare iniziative in cui venga fatta funzionare una logica di squadra per la maggior resa del sistema nel suo complesso. Siamo consapevoli che esiste ancora un margine di sviluppo e di crescita in questo processo che ci auguriamo di mettere in moto al più presto”.

La Francesca ha ricordato poi l’importanza delle scuole italiane all’estero e si è detto favorevole ad una proposta di riforma della 153, “tenendo presente – ha concluso – la possibilità dei margini di miglioramento che una maggiore collaborazione nell’amministrazione stessa potrebbe apportare”.

(Viviana Pansa-Inform/Eminotizie)

 

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EmiNews 2007

 

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