3912 Un sogetto unico della sinistra, questo deve essere l'obiettivo

20071114 10:56:00 redazione-IT

La federazione solo una rapidissima tappa.
di Graziano Montanini*

L’otto e il nove Dicembre rappresenteranno un punto di svolta: l’unica, ultima e irripetibile occasione per avere il coraggio di abbandonare i personalismi e creare una cesura con il passato ormai troppo ingombrante della sinistra divisa e impotente.
La storia politica degli ultimi anni mostra fin troppo evidentemente come la schiera di piccoli partiti più interessati a litigare tra loro per strapparsi voti che a fare fronte comune per portare avanti quelle istanze che sono patrimonio comune della sinistra, sia stata parte determinante dell’impossibilità di arginare quella deriva destrorsa che appare sempre più evidente nella società.

Noi non dobbiamo unirci a traino del partito democratico: noi dobbiamo unirci perchè avremmo dovuto farlo PRIMA del partito democratico. Rimane incomprensibile come una serie di soggetti politici che hanno gli stessi valori, anche se sostanziati in maniera differente, non siano riusciti fino ad oggi nella stessa operazione che invece è risultata indolore a due partiti che partivano da basi totalmente differenti: questa è la vittoria della forma sulla sostanza, l’amara constatazione di come anche la politica abbia rinnegato il suo primato etico. Non ci stupisca quindi la nascita di movimenti, bollati dai più come antipolitica ma che in realtà non fanno altro che rappresentare le istanze fin troppo politiche di quel popolo della sinistra che si sente tradito nel suo valore più profondo, quel senso di etica rappresentativa che, fino a qualche anno fa, era per noi prioritario.

Quello che alcuni dirigenti vorrebbero, una federazione che unisca in facciata ma conservi le clientele partitiche e correntistiche, è una soluzione che nasce già vecchia. Se veramente esiste, come io credo, una base programmatica comune tra i partiti allora la Federazione è inutile e inadeguata; se invece le divisioni sono tali da non permettere questa fusione, allora tanto vale sperare in una veloce agonia, nella speranza che dalle ceneri possa sorgere al più presto qualcosa di nuovo.

Anche perchè la scissione da sinistra, che molti temono, è comunque inevitabile. E’ utopistico pensare che rallentare il passo ci permetta di tenere dentro quei (pochi) compagni che già hanno deciso che per loro un colore o un simbolo sono più importanti della rappresentanza delle istanze dei ceti più deboli. E’ però vero che più deboli e meno uniti saremo nel momento della scissione, più gente sceglierà di seguire le sirene nostalgiche invece di quella che potrebbe sembrare un’unione di comodo.

E’ per questo che l’otto e il nove Dicembre dobbiamo dare un segnale forte ai nostri compagni. E’ per questo che dobbiamo essere uniti nel dire che, se federazione sarà, sarà solo come primo passo per rendere più graduale l’approdo a un nuovo soggetto politico unitario. E’ per questo che dobbiamo dare una risposta a tutte quelle persone che non vogliono più aderire ai vecchi partiti ma aspettano la partenza della Sinistra per tornare all’attività politica.

Se già dal dieci Dicembre non fossimo in grado di catalizzare la nostra gente con un’organizzazione che prescinda dai singoli soggetti politici, con una propria presenza territoriale e una propria struttura non semplice somma della nomenclatura dei singoli partiti, allora avremo fallito nei modi e nei tempi, perchè il popolo della sinistra, la base sulla quale poggiamo la nostra attività politica, mai come oggi è determinato a non aspettare un minuto in più per quella trasformazione che sta attendendo da ormai troppo tempo. E perdere questo patrimonio culturale e umano significherebbe rinunciare del tutto alla nostra identità e rinchiuderci in un angolo senza più via di uscita.

*Capogruppo SD Consiglio Comunale Luzzara (RE)

 

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EmiNews 2007

 

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