3937 La comunità italiana contesta la programmata chiusura del Consolato di Edmonton (Canada)

20071121 12:19:00 redazione-IT

In un ordine del giorno i connazionali residenti nell’area interessata al declassamento del Consolato in Sportello consolare chiedono all’amministrazione del MAE, attraverso l’intervento dei parlamentari eletti all’estero, di rivedere la decisione

ROMA – La comunità italiana non ci sta al declassamento della sede consolare di Edmonton (Canada) in sportello consolare, così come previsto dal piano di ristrutturazione della rete diplomatico consolare predisposto dal Ministero degli Affari esteri dopo l’approvazione della legge finanziaria 2007.

Il 18 novembre 2007, infatti, riuniti presso la sede del Comites, gli italiani di Edmonton hanno approvato un ordine del giorno per contestare l’iniziativa, sottolineando come: “L’amministrazione del MAE sia pervenuta a tale iniziativa senza alcuna consultazione con i rappresentanti istituzionali della circoscrizione consolare nè con quelli dell’intero Canada e abbia basato la sua decisione su una fredda elencazione di dati statistici”.

L’amministrazione del MAE, pertanto, secondo i connazionali italiani direttamente interessati al funzionamento delle strutture consolari, non avrebbe valutato l’aspetto geo-economico dell’area

interessata. L’Alberta, infatti, è una delle regioni del mondo in pieno sviluppo economico soprattutto nel settore energetico (petrolio e altre risorse naturali), con una estensione geografica notevole (un’area più ampia dell’insieme di Francia, Svizzera. Belgio e Olanda) e una nutrita presenza di italiani.

Al 30 settembre 2007, infatti, l’Anagrafe Consolare comprendeva infatti 9555 nominativi, mentre l’archivio consolare comprende circa 10.000 fascicoli corrispondenti ad altrettanti nuclei familiari, approssimativamente riguardanti circa 35.000 individui.

Il censimento effettuato nel 2001 dalle Province dell’Alberta e del Saskatchewan (in cui veniva chiesto a ciascun individuo di indicare anche la propria origine etnica) ha indicato la popolazione di origine italiana rispettivamente in 76.000 individui, che va considerata per il Consolato come un bacino di potenziali utenti.

Oltre a ciò, l’estensione della circoscrizione rende: “Assolutamente indispensabile la presenza del Consolato ad Edmonton che è cinque volte l’estensione dell’Italia – si legge nell’ordine del giorno -e che porta ad avere come punto di riferimento il Consolato Generale di Vancouver, distante più di 2000 km dall’area da servire”.

La comunità italiana in Alberta e Saskatchewan è particolarmente attiva: sono 43 le associazioni italiane e 6 i centri comunitari (3 ad Edmonton ed uno rispettivamente a Calgary, Regina e Lethbridge).

Oltre alle opportunità economiche che indicano una rilevante apertura per il trasferimento di manodopera specializzata e tecnologia nell’industria dell’area, è importante l’insegnamento della lingua italiana – previsto come seconda lingua – nelle scuole locali, e all’università.

Il sistema scolastico dell’Alberta offre programmi bilingue (fino al 50% della giornata) in francese, spagnolo, tedesco, arabo, mandarino, ucraino ebraico e polacco. L’italiano come seconda lingua è insegnato alle scuole superiori fin dal 1969 e sono stati da poco sviluppati corsi d’italiano per le scuole elementari e medie. L’Alberta ha siglato un protocollo con l’Italia che stabilisce tra l’altro la creazione di un Consortium per la lingua italiana.

Alla luce delle considerazioni complessive, si richiede, nell’ordine del giorno, che: “I servizi consolari alle comunità italiane dell’Alberta e Sasckatchewan siano garantiti da un ufficio consolare di prima categoria con un numero di addetti sufficiente a sopperire al lavoro arretrato, evitare le code allo sportello oltre che a garantire gli interessi economici e diplomatici dell’Italia nei confronti degli stati dell’Alberta e Sasckatchewan”.

Se si analizzano poi le considerazioni di carattere economico, non si rileverebbe un risparmio nella gestione programmata con il declassamento della sede a sportello consolare.

Alla penale prevista dalla risoluzione anticipata del contratto di affitto dei locali, si aggiungerebbero le spese di trasferimento del mobilio, informatica, delle 10.000schede in archivio, del trasferimento del personale di ruolo da poco trasferito in sede, in anticipo rispetto al termine previsto e quindi non contemplato nell’esercizio finanziario 2008 e l’eventuale trasferimento del personale a contratto.

“Da notare che il contingente globale degli impiegati non verrà ridotto, verrà semplicemente spostata in altra Sede, – sottolinea la nota unita all’Odg approvato dall’assemblea – con il mantenimento dello stesso costo per il personale. Ulteriori costi graveranno sulla sede di Vancouver, che dovrà ospitare i 10.000 fascicoli personali, tutta la documentazione in archivio nel Consolato di Edmonton, il mobilio e le attrezzature informatiche e il nuovo personale. Ma chi pagherà di più di tutti è la comunità italiana, che ha tanto lavorato ed ha ottenuto il massimo rispetto da parte delle autorità locali. L’attaccamento verso la patria ha unificato gli italiani e gli ha dato la forza per realizzare tantissimi progetti. Togliere loro il Consolato d’Italia a Edmonton e spostarlo a Vancouver significherebbe abbandonarli. Chi deciderà per la chiusura dovrà assumersi la responsabilità dell’intervento oltre che di fronte alla comunità italiana anche di fronte alle locali autorità”.

L’assemblea riunita pertanto auspica che, a seguito del parere negativo espresso dal CGIE, l’amministrazione riveda la decisione in merito al Consolato di Edmonton e chiede: “Agli organismi istituzionali del Canada, Comites e CGIE, ai Parlamentari eletti all’estero di intervenire nelle sedi di loro competenza affinchè l’ufficio consolare di Edmonton rimanga aperto”.

Annuncia infine l’apertura permanente dell’assemblea stessa fino a che gli obiettivi richiesti non verranno raggiunti.

Il Consigliere del CGIE del Canada, Domenico Marozzi, ha trasmesso l’ordine del giorno ai Parlamentari italiani eletti all’estero, rilevando come l’iniziativa dell’amministrazione del MAE significhi: “L’abbandono di una comunità che conta 76000 fra italiani e italo – canadesi, oltre che la rinuncia ad una presenza diplomatica in una delle regioni economicamente più importanti del Canada e del mondo per le sue immense riserve energetiche. In questo Odg emerge tutto il disappunto e la volontà della comunità italiana di opporsi ad una decisione dannosa per gli italiani qui residenti e per l’Italia stessa. Concludo pregando tutti voi – scrive Marozzi – di aiutarci a far cambiare la volontà del Ministero”.

(V.P.-Inform/Eminotizie)

 

3937-la-comunita-italiana-contesta-la-programmata-chiusura-del-consolato-di-edmonton-canada

4693

EmiNews 2007

 

Views: 37

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.